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Storia dell'Australia - Wikipedia

Storia dell'Australia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L'inizio della storia dell'Australia si può fissare al 1606 quando lo spagnolo Luis Vaez de Torres attraversò lo stretto tra Cape York e la Nuova Guinea, e anche se effettivamente non esistono prove, è possibile che lui abbia per primo visto il continente australiano. All'inizio del XVII secolo i navigatori olandesi, in cerca di oro e spezie, arrivarono nella parte ovest di Cape York. Trovarono un ambiente arido e poco ospitale e se ne andarono. Nel 1642 la Compagnia Olandese delle Indie Orientali volle fare una spedizione nei territori del sud. Tra il 1640 e il 1650 Abel Tasman scoprì la costa occidentale della Nuova Zelanda e l'odierna Tasmania. Il primo inglese a mettere piede in Australia fu un certo William Dampier, pirata, che esplorò queste zone circa 100 anni prima di Cook. Dai suoi resoconti in Europa si pensò all'Australia come a "una terra senza Dio" e primitiva. Il continente fu poi dimenticato fino al 1768, anno in cui il Ministero della Marina britannica affidò al Capitano Cook il comando dell'Endeavour con il compito di condurre una spedizione scientifica. Il 19 aprile del 1770 venne avvistata dal suo equipaggio l'estrema punta sud-orientale del continente, che fu chiamata Point Hicks.

Indice

[modifica] Prigionieri e coloni

I primi abitanti "europei" dell'Australia furono i prigionieri detenuti delle carceri inglesi: essi furono deportati in questo posto poiché, dopo la rivoluzione americana, l'Inghilterra non li poté più deportare in Nord America, infatti intorno alla fine del 1780 la situazione delle carceri inglesi era un vero disastro. Ecco allora la soluzione: il New South Wales, terra poco ospitale ma soprattutto orribile agli occhi dei poveretti, le cui colpe spesso erano legate a reati minori. Dovettero così improvvisarsi agricoltori ed esploratori. Pochi comunque, si inoltrarono oltre l'odierna Baia di Sydney ma soprattutto nessuno cercò di socializzare con gli aborigeni che vennero sempre trattati da esseri inferiori. Nel frattempo si cercò di attirare in Australia i "liberi coloni" promettendo loro terre e ricchezze. Nei vent'anni tra il 1830 e il 1850 infatti, arrivarono numerosi e si insediarono nelle colonie del New South Wales, della Tasmania e del Victoria. Tra il 1788 e il 1850 arrivarono 150.000 persone. Nel 1830 venne fondata una società per la colonizzazione che si occupava di tutti i problemi legati all'immigrazione: dai 400.000 abitanti del 1830, si passa ai 1.800.000 del 1873 ai 3.900.000 del 1903. La scarsità di donne che emigravano autonomamente spinse il governo inglese ad "importarle", scegliendo tra le miserabili raccolte nei sobborgi urbani inglesi. L'Australia non fu comunque colonizzata come l'America, in quanto il territorio all'interno era pressoché deserto ed offriva poco al colono che intendesse trasferirsi. Questa terra infatti costituiva un grande punto interrogativo in quanto ancora prevalentemente sconosciuta. Solo alla metà del 1800 si fondarono praticamente dal nulla città quali Hobart (che rivaleggiava con Sydney per importanza), Brisbane (fondata da un gruppo di galeotti mandati via da Sydney), Perth, Adelaide (fondata da coloni liberi) e Melbourne (fondata dai coloni che provenivano dalla Tasmania in cerca di nuove terre). Adelaide venne fondata nel 1837 e fu il primo tentativo di "colonizzazione libera". L'esperimento non ebbe il successo sperato e così il governo inglese dovette intervenire. Molti furono gli esploratori che in quegli anni rischiarono la vita affrontando pericoli e disagi di ogni genere.

[modifica] La febbre dell'oro

Tra il 1850 e il 1860 venne scoperto l'oro, soprattutto nello stato del Victoria. Dal 1851 il governo abolì la legge che prevedeva che chiunque trovasse l'oro lo dovesse consegnare alle autorità in quando di proprietà dello stato e allora tutti i cercatori d'oro si precipitarono nel nuovo "eldorado" australiano. Giunsero così in Australia migliaia di immigrati dall'Irlanda, dalla Scozia, dall'Inghilterra, dai paesi dell'Europa e perfino dall'America. Perfino dalla Cina arrivarono numerosi immigrati, i quali scatenarono una violenta opposizione che sfociò in scontri razziali e violenze. Nel frattempo l'Inghilterra, in pieno sviluppo industriale, richiedeva continuamente materie prime le quali certamente qui non scarseggiavano.

[modifica] L'Australia diventa nazione

Intorno al 1890 - 1900 le richieste di riunire le colonie sotto uno stesso governo autonomo furono sempre più insistenti: crebbe il senso di unità, e la paura nei confronti delle pretese giapponesi e tedesche e nei confronti degli immigrati di colore. L'abolizione delle tariffe doganali sicuramente avrebbe dato i suoi frutti, tuttavia ciascuna colonia cercava di preservare i propri interessi economici. Ecco perché la costituzione che fu approvata conferiva poteri molto deboli al Commonwealth lasciando tutte le competenze agli Stati, sancendo inoltre che essi avevano diritto ad un numero uguale di rappresentanti alla camera alta del senato, a prescindere dalla grandezza e dal numero di abitanti. È così tuttora: ad esempio la Tasmania invia al parlamento federale lo stesso numero di senatori di qualsiasi altro Stato. Con la nascita della federazione, l'Australia divenne nazione l'1 gennaio del 1901. Restò comunque leale verso la Gran Bretagna, tanto che i soldati australiani (Diggers come vennero soprannominati) combatterono a fianco dei soldati della Nuova Zelanda durante la prima guerra mondiale. Essi furono impiegati in operazioni di sbarco a Gallipoli per aprire un varco lungo lo Stretto dei Dardanelli fino a Costantinopoli.

[modifica] Gli Aborigeni

Per approfondire, vedi la voce Aborigeni australiani.

Prima che iniziasse la colonizzazione inglese, si riteneva che in Australia esistessero ben trecentomila aborigeni suddivisi in ben 250 ceppi linguistici. Organizzati su clan familiari essi non furono in grado di opporsi alla prepotenza inglese che considerava questo continente come "terra nullis", ovvero terra di nessuno. Molti di essi furono costretti ad andarsene dalle loro terre, molti morirono uccisi dagli inglesi e a causa delle loro malattie da cui non potevano difendersi in quanto sprovvisti di anticorpi. Il delicato equilibrio tra aborigeno e natura venne rotto distruggendo le foreste, introducendo nuovi animali come il coniglio e le pecore. Molte specie animali e vegetali "autoctone" sparirono. Tra l'altro gli indigeni, spinti dalla fame ad uccidere le pecore e gli "animali europei", vennero ulteriormente decimati dalle dure rappresaglie dei contadini, i quali non vennero mai condannati per l'uccisione degli aborigeni. Il risultato: gli aborigeni di "razza pura" della Tasmania furono sterminati e quelli dei territori del sud dovettero andarsene per lasciar posto ai bianchi.

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