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Scommessa di Pascal - Wikipedia

Scommessa di Pascal

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Per approfondire, vedi la voce Blaise Pascal.

La scommessa di Pascal è un assunto del filosofo e scienziato cristiano Blaise Pascal, che riprende un noto argomento sull'esistenza di Dio usato dagli scrittori patristici per convincere i pagani e gli atei a convertirsi al Cristianesimo, sia pure ristrutturato con una retorica efficace e con strutture di ragionamento moderne: il "se ..., allora ..." tipico della scienza che è un sapere ipotetico ed un formato tabellare, quasi statistico, che esplora ogni possibilità (casi favorevoli e sfavorevoli).

Rientra infine nell'apologia del Cristianesimo operata da Pascal nella struttura de "I Pensieri" ("Les Pensées").

Il ragionamento di Pascal è che conviene credere a Dio perché:

  1. se Dio esiste, si ottiene la salvezza;
  2. se ci sbagliamo, si è vissuto un'esistenza lieta rispetto alla consapevolezza di finire in polvere.

Pascal afferma la superiorità della fede in virtù del fatto che essa è in grado di portarci alla eternità, che è infinitamente superiore ai piaceri effimeri, materiali e finiti di cui è possibile godere sulla terra, e che dunque, concludendosi in dispiacere, non sono considerabili come veri piaceri.

Indice

[modifica] Commenti e interpretazioni

Il ragionamento, sottile, anticipa quella che sarà la teoria dell'utilità in matematica, e se vogliamo, la teoria dei giochi.

La "scommessa" è stata commentata da diversi studiosi, tra i quali alcuni l'hanno definita una "mostruosità logica", "bassa e puerile" e "cinicamente utilitaria" (tra questi Voltaire e Diderot); altri le hanno attribuito un valore apologetico secondario (Calvet e Brunschvicg), mentre invece i principali e più accreditati commentatori pascaliani (Jacques Chevalier, Valensin, Brunet, Lachelier) gli hanno attribuito un notevole valore apologetico.

Infatti, come essi sostengono, la scommessa è meno bassa e puerile di quanto sembri: come Pascal stesso spiega, lo "scommettere" sull'esistenza di Dio non significa arrischiarsi in una cosa incerta (come succede in una qualsiasi scommessa), in quanto la "posta" in palio non è una quantità e una qualità numerabile (e dunque finita), bensí una quantità e una qualità innumerabile e infinita (cioè l'eternità e la beatitudine), che rendono la scommessa non già più "scommessa", ma certezza della vittoria (e quindi vittoria stessa). In altre parole, scommettendo per l'infinito (ma solo per l'infinito) si ha la certezza di vincere.

Dunque, la "scommessa" sull'esistenza di Dio, per Pascal, non è una scelta, ma una necessità, tantopiù che già lo scommettere in sé è necessario, poiché il non voler scegliere è già una scelta. Come egli stesso dice:

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«[...] Ma qui c'è proprio una vita infinita infinitamente felice da guadagnare, una probabilità di vincita contro un numero finito di probabilità di perdita, e quello che voi mettete in gioco è finito. Questo toglie ogni incertezza; [...]»
(Blaise Pascal, "I Pensieri", 233)

E inoltre dice:

Collabora a Wikiquote
«[...] E cosí, la nostra offerta possiede una forza infinita, quando c'è da arrischiare il finito in un gioco in cui sono uguali le probabilità di perdita e di guadagno, e c'è un infinito da guadagnare. [...]»
(Blaise Pascal, "I Pensieri", 233)

Tale sua spiegazione è dunque in linea con l'interpretazione che attribuisce alla "scommessa" un notevole valore apologetico, in quanto non è un semplice sillogismo (che sarebbe privo di valore intellettuale), ma è la "celebrazione" della ragione che di fronte all'infinito s'arrende, ma sempre secondo ragione.

Non sarebbero dunque sostenibili le critiche alla "scommessa", sia perché Pascal stesso critica ogni prova metafisica dell'esistenza di Dio (da quella di Sant'Anselmo d'Aosta a quella di Cartesio), tacciandole come inutili di fronte all'incredulità dell'ateo, sia perché critica anche la ragione fine a sé stessa, e dunque i procedimenti logici che non avrebbero alcun valore persuasivo.

[modifica] Bibliografia

  • Blaise Pascal, "Les Pensées" ("I Pensieri"), 1670 (postuma)

[modifica] Voci correlate

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