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Robert Adam - Wikipedia

Robert Adam

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Robert Adam (Kirkcaldy, 3 luglio 1728Londra, 3 marzo 1792) fu un architetto e progettista di interni scozzese.

Uno dei maggiori esponenti del Neoclassicismo. Per Adam l'adozione delle forme classiche, ovvero tutti quegli elementi che possono essere rielaborati e riproposti nella progettazione e nell'arredo delle moderne abitazioni, passò attraverso la diretta e appassionata riscoperta dell'antichità e dell'architettura e decorazione romana e pompeiana.

[modifica] Biografia

Secondo figlio dell'architetto William Adam (1689-1748), progettista di edifici pubblici e grandiose country house, in stle neo-palladiano, svolse il suo tirocinio nello studio del padre a Edimburgo.

Giunto a Roma nel 1754, al seguito di un nobile scozzese, vi rimase per quattro anni, frequentando i protagonisti della vita culturale cittadina, dal cardinale Alessandro Albani, al Piranesi a Charles-Louis Clérisseau. Adam intraprese subito il rilevamento dell'architettura romana, dal Foro alle Terme al Pantheon, fino ad arrivare ad Ercolano e Pompei, per spingersi fino alle rovine del palazzo di Diocleziano a Spalato, di cui pubblicherà i disegni nel 1764.

Nel 1758 tornò in Inghilterra dove iniziò la propria attività, col fratello James e col terzo fratello John, l'amministratore della fiorente impresa familiare, sostanzialmente operosa in ristrutturazioni di interni, progettando, oltreché le decorazioni fissi: soffitti, pareti e stucchi, anche parti dell'arredamento, in modo da creare un senso di completezza e omogeneità di tutto l'edificio, riuscendo nel decennio tra gli anni '60 e '70 a realizzare alcuni dei più belli interni neoclassici, grazie anche all'organizzazione imprenditoriale e moderna della sua attività, infatti molti elemeti decorativi, come elementi in stucco e piccoli dipinti, venivano prefabbricati da artigiani specializzati e successivamente inseriti nell'impianto decorativo.

Tra il 1761 e il 1777, lavorò alla modifica di Osterley Park, un edificio elisabettiano in mattoni rossi nel Middlesex. All'esterno si limitò a sistemare l'ingresso a ovest e alla realizzazione di una loggia alla greca sul lato orientale, mentre ridisegnò completamente la decorazione e l'arredo dell'interno. Nella biblioteca la parte inferiore è occupata dalla libreria bianca, scandita in un sistema a semicolonne e pilastri ionici, raccordati da un architrave, che la separa dalla parte superiore dei muri decorati con dipinti e stucchi. La stanza etrusca, uno spogliatoio ispirato alla pittura vascolare antica, ha ogni elemento: pareti, porte, soffitto, sedie, tavolino e parafuoco, disegnato in modo da essere legato inscindibilmente l'uno all'altro, come nella perfetta simmetria tra l'altezza dello schienale della sedie e la fascia inferiore della decorazione parietale.

Nel 1765 lavorò agli interni di Harewood House, nello Yorkshire, nella Hall d'ingresso l'achitetto realizzò una sala dorica, con semicolonne doriche, intervallate da nicchie con statue che sorreggono un architrave su cui si alternano bucrani e rosette, con un vivace accostamento cromatico. Nella Long Gallery, dello stesso edificio, il soffitto è decorato con medaglioni in stucco e piccoli dipinti mitologici, intercalati da arabeschi e grottesche.

Sempre nello stesso anno, realizzò l'atrio di Kedleston House, nel Derbyshire, scandito da un colonnato corinzio, con statue entro nicchie. Realizzò anche il prospetto sud con un possente avancorpo tripartito in stile romano.

Per l'anticamera di Syon House, nel Middlesex, utilizzò motivi della decorazione classica con colori: verde, blu, e oro negli stucchi e nelle colonne e rosso, giallo e grigio nel pavimento lavorato a scagliola. Nell'atrio, impostato come una basilica romana, fa da contraoppunto alla levità delle pareti, la schematicità geometrica del pavimento in marmi bianchi e neri. Nel salotto rosso il soffitto, con raccordo a guscio e lavorato a rosoni di stucco e piccoli tondi dipinti, è ispirato alla volta del sepolcro dei Valerii.

[modifica] Realizzazioni principali

[modifica] Bibliografia

  • R. Oresko, The Works in Architecture of Robert and James Adam, Londra-New York, 1975.
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