Repubblica Elvetica
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La Repubblica Elvetica fu uno stato unitario costituito in luogo dell'antica Confederazione Svizzera dei 13 Cantoni. La nascita della Repubblica Elvetica segnò per la Svizzera la fine dell'Ancien Régime e l'inizio della modernizzazione del Paese. Si trattò peraltro di un processo che aveva preso avvio con la Rivoluzione francese e che solo in parte può essere visto come il risultato di lotte politiche interne nei cantoni svizzeri contro le oligarchie urbane al potere. La Repubblica Elvetica fu piuttosto un regime politico imposto dalla Francia.
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[modifica] Nascita della Repubblica Elvetica
Nel 1797, Pierre Ochs e Frédéric-César de La Harpe tentarono di convincere il generale Bonaparte a suscitare una rivoluzione anche in Svizzera. Ma malgrado le sollceitazioni dei francesi, soltanto il Paese di Vaud si sollevo parzialmente il 24 gennaio 1798, con l'instaurazione a Losanna dopo un sollevamento pacifico della "République lémanique".
L’esercito francese aveva, nel frattempo, occupato nel dicembre 1798 la parte meridionale del Vescovato di Basilea e il 28 gennaio 1798 era penetrato nell’attuale Canton Vaud, territorio direttamente appartenente ai Cantoni Svizzeri, per l’esattezza alla città di Berna. L’invasione francese diede avvio a rivolte e sommosse in molti Cantoni, sfociate talora nella caduta dei vecchi governi d’ancien régime. Malgrado la persistenza di nuclei di resistenza nella Svizzera centrale tali eventi comportarono il crollo dell’antica Confederazione.
Il 28 marzo 1798 il Commissario francese Lecarlier convocò ad Aarau un'assemblea costituente, la quale adottò per la neonata Repubblica una testo fondamentale sostanzialmente ricalcato sul modello francese.
Sulle rovine della vecchia Confederazione, costituita da una molteplicità di entità con diverso status giuridico sorgeva dunque una Repubblica unitaria e indivisibile. Questa ebbe tuttavia una vita breve e tormentata. In quel lustro la Svizzera conobbe infatti, oltre all’occupazione da parte di eserciti stranieri, vari mutamenti costituzionali e frequenti colpi di stato, generati dalle lotte fra la fazione centralista e quella federalista e spesso anche da mere rivalità personali
[modifica] La breve e tormentata esistenza dello Stato unitario
La Repubblica unitaria non godette del favore dei contemporanei, se si eccettua il sostegno di una ristretta élite urbana. Si trattava in effetti di un regime imposto dall’esterno, che si distinse pure per le molte misure impopolari introdotte. Particolarmente invise furono la coscrizione militare obbligatoria, le restrizioni imposte ai culti tradizionali, le nuove imposte (che incidevano su una situazione economica già fortemente compromessa dalla guerra), la modifica delle autonomie locali.
Lo stesso Napoleone parlò delle vicende della Repubblica Elvetica come di uno spettacolo affligente ed arrivò, riguardo alla Svizzera, alla conclusione che "la nature a fait votre Etat fédératif, vouloir la vaincre ne peut pas être d’un homme sage". Coerentemente il 18 febbraio 1803 promulgò l’Atto di Mediazione, che, senza tornare al passato, concesse tuttavia alla Svizzera un ordinamento di tipo federale, che permise di assicurare per un decennio la quiete interna.
[modifica] L'organizzazione costituzionale
La costituzione della Repubblica Elvetica del 1798 si basava sostanzialmente sulla costituzione direttoriale francese del 1795 di natura centralistica. Il progetto preparato in Svizzera da Ochs fu ulteriormente modificato dai membri del Direttorio della Repubblica Francese, alla cui preventiva valutazione era stato sottoposto. Il principio ispiratore della nuova Repubblica era tutto racchiuso nel primo articolo della sua carta fondamentale: "la Repubblica Elvetica è una e indivisibile. Non ci sono più frontiere fra i Cantoni e i paesi soggetti, né da Cantone a Cantone [...] eravamo deboli per la nostra debolezza individuale, saremo forti per la forza di tutti".
La costituzione dopo aver espressamente formulato alcune delle idee fondamentali dell’ideologia illuministica e ribaditi i diritti fondamentali dell’uomo, disegnava l’apparato statuale secondo una rigida applicazione del principio della separazione dei poteri secondo la forma di governo direttoriale importata dalla Francia.
Il potere esecutivo era rappresentato, come in Francia, da un Direttorio di cinque membri, il potere legislativo da un parlamento composto da due camere: Senato e Gran Consiglio. Al vertice del potere giudiziario si trovava una Corte Suprema, costituita da un membro e da un supplente per ogni Cantone. Essa cassava in ambito civile le sentenze dei tribunali inferiori viziate per difetto di competenza o per violazione delle forme o della legge (articolo 89), mentre operava quale ultima istanza nelle cause cosiddette di alto criminale, ossia quelle comportanti la pena di morte, la deportazione o la reclusione per dieci o più anni. Per le altre cause penali e per le controversie civili l’ultima istanza rispetto ai tribunali distrettuali era costituita dal Tribunale Cantonale, che fungeva pure da giudice di primo grado per i reati di alto criminale, per i quali esso poteva pronunciare una sentenza capitale esclusivamente con una maggioranza dei due terzi. In molti Cantoni venne organizzato per la prima volta un pubblico ministero.
[modifica] Valutazione storiografica
Anche dopo il suo tumultuoso epilogo la Repubblica Elvetica ha conservato un’immagine assai negativa sia nel ricordo popolare sia nella storiografia prevalente. Negli studi più recenti si può constatare una valutazione più ponderata di questo periodo storico In effetti non si può negare che il periodo unitario abbia rappresentato un passo decisivo per la modernizzazione della Svizzera, in particolare in campo legislativo.