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Renato Curcio - Wikipedia

Renato Curcio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Renato Curcio (Monterotondo, 23 settembre 1941) è stato uno dei fondatori dell'organizzazione terroristica delle Brigate Rosse.

Indice

[modifica] La vita

È figlio di una giovane ragazza-madre pugliese emigrata a Roma, Jolanda Curcio e di Renato Zampa (fratello del più noto regista cinematografico, Luigi Zampa). Curcio prese il nome della madre, dal momento che nacque da una relazione extraconiugale. I primi anni della sua vita furono molto difficili sia per le difficoltà scolastiche di Curcio che per la precarietà dei lavori della madre. La morte dello zio Armando, lavoratore della FIAT, a causa d'una rappresaglia delle milizie della RSI, nei primi mesi del 1945, segnarono profondamente Curcio. Trascorse la sua adolescenza tra Milano ed Albenga, dove si diplomò all'Istituto Ferrarini.

In quegli anni Curcio frequentava la militanza cattolica. Nel 1962 si iscrisse all'Istituto Superiore di Scienze Sociali (poi Università) di Trento, al corso di laurea in sociologia. Subito fu coinvolto dalla mobilitazione studentesca, che a Trento iniziò prima di altrove con l'occupazione dell'università. A Trento incontrò la la sua futura compagna, anch'essa di estrazione cattolica, Margherita Cagol, detta "Mara". Maturò il proprio credo ideologico all'interno delle lotte universitarie e aderì ad alcuni piccoli gruppi d'estrema sinistra. Curcio, che per un lungo periodo condivide l'abitazione con un personaggio colto e carismatico qual era Mauro Rostagno (poi soprannominato il "Che" di Trento), nel '67 formò un gruppo di studio denominato Università Negativa, in cui veniva svolto un lavoro di formazione teorica con una rilettura di testi ignorati dai corsi universitari tra i quali Mao-Tze-Tung, Marcuse, Guevara, Panzieri, Cabral. Entrò far parte della redazione della rivista "Lavoro Politico" di ispirazione marxista-leninista, dai suoi articoli traspariva però una critica verso il "filocastrismo" e verso l'avventurismo di chi arrivava a proporre azioni armate in Italia; come si legge testualmente << è solo un piccolo borghese in cerca di emozioni e non un vero rivoluzionario >> chi queste azioni proponeva, poiché la presa del potere da parte del proletariato era un processo lungo che non poteva essere ridotto alla sola parola d'ordine della guerriglia. I fatti di Avola del 2 Dicembre '68, quando la polizia sparò sui braccianti uccidendone due ma continuando a sparare ininterrottamente per 25 minuti, furono l'episodio che probabilmente causò il ripensamento di Curcio sul tema della violenza Pur avendo completato tutti gli esami, non si laureò, per scelta politica.

[modifica] La nascita della lotta armata

Siamo in piena contestazione studentesca, quando Curcio, sposatosi con Mara, partecipò al famoso convegno di Chiavari. Stando a quanto riportato da Giorgio Galli nel suo libro "Storia del Partito Armato" (Edizioni CDE, Milano, 1986), ai primi di novembre del 1969, all'Hotel Stella Maris di Chiavari, di proprietà di un istituto religioso, si riunirono una settantina di appartenenti al Collettivo politico metropolitano di Milano, nel quale figurava il nucleo che - nell'anno successivo - fondò le Brigate Rosse.


La relazione di Curcio a Chiavari citava un noto rivoluzionario brasiliano, Marcelo de Andrade, il quale asseriva che "Ogni alternativa proletaria al potere è - fin dall'inizio - politico-militare, nel senso che la lotta armata cittadina costituisce la via principale alla lotta di classe"). Dunque, fin da subito, Curcio si mostrò favorevole alla presa delle armi da parte dell'avanguardia proletaria. Ma la sua posizione e quella di qualche altro oratore rimase, al momento minoritaria. Ma, già un mese dopo il convegno di Chiavari, con la bomba di Piazza Fontana a Milano, la sinistra extraparlamentare cominciò a sentirsi minacciata dai settori deviati dello stato.


Dopo il Covegno di Pecorile, furono fondate le Brigate Rosse. Nel maggio 1970, nel quartiere di Lorenteggio a Milano apparsero i primi volantini con la firma delle neocostituite BR. Solo il 17 settembre 1970 si ebbr la prima azione sovversiva: nel tardo pomeriggio saltò in aria il garage di un dirigente della SIT Siemens, Giuseppe Leoni. Sui volantini distribuiti si legge che quello era l'esempio da dare ai crumiri ed ai "dirigenti - bastardi". SIT Siemens, Pirelli, Alfa Romeo: queste sono le prime industrie ove si insedia il partito armato. Questi primi momenti furono scanditi da attentati incendiari ai danni di dirigenti e di avversari politici. La vicenda delle BR continuò, poi, per la strada ben nota (vedasi la voce relativa, "Brigate Rosse").

[modifica] L'arresto e la carcerazione

Curcio fu, per un quadriennio, assieme a Mara ed ad Alberto Franceschini nel direttorio delle Br. Fu arrestato nel settembre 1974. Come conseguenza di un'azione diretta e guidata da Mara, Curcio evase dal carcere già nel febbraio 1975, per esser poi ripreso e definitivamente incarcerato all'inizio del 1976. Nel frattempo, in un conflitto a fuoco coi carabinieri, Mara era morta nel giugno del '75.

Con la morte di Mara e con la carcerazione di Curcio e di Franceschini, la direzione del movimento passò ai "duri e puri", con a capo Mario Moretti. La stagione degli omicidi e dei ferimenti, ufficialmente, si aprì nel giugno del 1976, con l'omicidio del magistrato Coco. Curcio non aveva teorizzato lo spargimento di sangue e mai si è pentito delle sue scelte. Era ed è rimasto uno dei cosiddetti "irriducibili". Curcio è rimasto in carcere dal 1976 al 7 aprile del 1993. Oggi lavora come direttore editoriale nella cooperativa Sensibili alle foglie; ha scritto libri sul precariato.


[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

Biografia ed intervista a Renato Curcio
Ascolta Renato Curcio che parla di azienda e consumi al CSOA il Molino

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