Nostra Signora del Sacro Cuore
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Nostra Signora del Sacro Cuore è una chiesa di Roma, su Piazza Navona.
La chiesa, il cui interno è visibilmente recente, ha invece una storia antica.
Il primo edificio fu eretto nel XII secolo nell'area dello Stadio di Domiziano, sacro alla tradizione cristiana per la memoria dei martiri che vi avevano trovato la morte, per volontà dell'infante Enrico, figlio del re di Castiglia Ferdinando III, e intitolato al protettore della Reconquista, Santiago, prendendo il nome di San Giacomo degli Spagnuoli.
Nel 1440 il canonico della cattedrale di Siviglia don Alfonso de Paradinas fece interamente ricostruire l'edificio a proprie spese affidando i lavori a Bernardo Rossellino - al quale si deve la bella facciata attuale - e, morendo, legò il proprio patrimonio alla chiesa.
Erano quelli, a Roma, i decenni della potenza dei papi spagnoli. Alessandro VI Borgia ordinò nuovi lavori di ampliamento, fece allargare una piazza di fronte all'ingresso (che era allora su Via della Sapienza) e trasferì negli edifici annessi gli ospizi per i pellegrini spagnoli che l'infante Enrico aveva fondato, uno presso il Campidoglio e l'altro lì vicino, in via di Santa Chiara.
La chiesa di San Giacomo divenne così, nel 1506, la chiesa nazionale degli spagnoli a Roma, e nel 1518 fu di nuovo rimaneggiata da quell'Antonio da Sangallo il Giovane, che sarebbe poi divenuto l'"architetto di tutte le fabbriche pontificie".
La chiesa e i suoi annessi furono per molto tempo riccamente mantenuti dai lasciti degli spagnoli di Roma, e le loro finestre su piazza Navona costituivano una sorta di palco di proscenio per gli spettacoli "acquatici" che si tenevano nella piazza. Non provvedendosi tuttavia ai necessari restauri, l'edificio venne progressivamente decadendo, e nel 1818 la chiesa fu abbandonata dagli spagnoli in favore di Santa Maria di Monserrato, dove vennero anche trasferiti gli arredi e le tombe prima in San Giacomo, e fu poi sconsacrata e venduta, nel 1878, ai francesi.
Alla fine dell''800 Leone XIII fece radicalmente restaurare la chiesa, che rischiava il crollo, dall'architetto Luca Carimini, che fra l'altro ne modificò l'orientamento volgendo la facciata principale verso piazza Navona. La chiesa fu riconsacrata, affidata alla Congregazione dei Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria e intitolata a Nostra Signora del Sacro Cuore.
Nel 1938 l'apertura di Corso del Rinascimento costò all'edificio originale la demolizione dell'abside e del transetto, ma in compenso, nel 1965, Paolo VI la eresse in diaconia cardinalizia.