Marcello d'Ancyra
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Marcello d'Ancyra ( ? - ca. 374). Vescovo di Ancyra, l'attuale Ankara, in Turchia in vari periodi tra il 320 e il 353.
[modifica] Vita e principi
Nel 325 partecipa al sinodo di Nicea dove combatte con energia le idee ariane. È sostenitore della formula ortodossa sulla natura di Cristo consustanziale. Ma il suo fervore anti ariano nasceva da una idea che pure non era ortodossa e che si trovava all'altro estremo della concezione della Trinità. Marcello infatti credeva che sia il Cristo che lo Spirito Santo alla fine dei tempi sarebbero spariti per ritornare nell'unico Dio, il Padre. Queste teorie erano state diffuse dall'eretico Sabellio, eresia chiamata sabellianesimo o con un termine più preciso monarchianismo modalista.
Il partito anti ariano di quei tempi capitanato da Papa Giulio I e da Atanasio lo ebbe quindi come un alleato scomodo, in quanto prestava il fianco al partito ariano per confutare il concetto di consustanziale.
Nel 336 prima rimozione dalla sede di Ancyra da parte del Concilio di Costantinopoli voluto da Eusebio di Nicomedia, sostituito da Basilio d'Ancyra. Alla morte dell'imperatore Costantino nel 337, rientra nella sua sede, ma è nuovamente espulso nel 339. Marcello si appella al Papa che lo riabilita. Questi anni sono estremamente travagliati per la chiesa e per tutti i suoi vescovi, destituiti e poi reinsediati a seconda che la bilancia pendeva verso l'arianesimo o l'ortodossia e con una forte ingerenza da parte dell'imperatore che non faceva che moltiplicare le controversie e incertezze. Vari sinodi vengono convocati, si ricordi che i sinodi potevano essere convocati nei vari patriarcati, e succedeva che mentre in una giurisdizione si lanciava una scomunica contro un vescovo lo stesso poteva essere riabilitato in un altra.
Marcello venne definitivamente rimosso dalla sua sede da Macedonio di Costantinopoli del 353. Morì attorno al 374 e nel 381 il concilio di Costantinopoli si pronunciò definitivamente contro i suoi principi, inserendo nel Credo niceno il verso ...e il suo regno non avrà fine… per specificare l'eternità della Trinità.