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Lingue retoromanze - Wikipedia

Lingue retoromanze

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il gruppo linguistico 'retoromanzo', è un raggruppamento di lingue neolatine unite da strette affinità e parlate da circa 700.000-900.000 persone nella parte centro-orientale dell'arco alpino. Le lingue riconosciute che ve ne fanno parte sono il Romancio, il Ladino ed il Friulano; nel complesso queste tre lingue esauriscono l'intero gruppo.

Da notare che è invalso l'uso dell'espressione 'ladino' in luogo di 'retoromanzo', tuttavia questo uso genera ambiguità dal momento che la stessa espressione 'ladino' è usata per indicare il Ladino Dolomitico o piu semplicemente Ladino, lingua che fa parte del gruppo retoromanzo ma come già detto non ne è unica appartenente. Ulteriore ambiguità è generata dal fatto che la stessa parola 'Ladino' è utilizzata anche relativamente alla lingua giudaico-spagnola, che a dispetto del nome non ha prossimi rapporti di parentela con le lingue retoromanze.

Il termine "Ladino" (e il suo corrispettivo tedesco "ladinische") originariamente era diffuso per indicare le parlate romanze della Val Badia all'interno del contesto Austriaco, mentre successivamente si è naturalmente esteso alle contigue aree ladinofone delle Dolomiti. Fu per primo il glottologo Graziadio Isaia Ascoli ad analizzare sistematicamente i comuni caratteri delle parlate Friulane, Dolomitiche e Romance, a raggrupparle in un'unico gruppo (il retoromanzo, per l'appunto) e a formulare la teoria dell'unità Ladina secondo la quale queste parlate avrebbero un comune antico substrato, più antico della loro matrice latina, che lo stesso Ascoli identificava in un ipotetico protolinguaggio Retico; fu inoltre con tale teoria che il termine "Ladino" acquistò una seconda accezione, più ampia di quella tradizionale, tesa a indicare la totalità delle parlate retoromanze.

Il gruppo retoromanzo ha tratti in comune con le lingue romanze occidentali, p.es. la lenizione - talvolta fino alla scomparsa - delle intervocaliche (latinu > ladin) e il plurale in -s anziché in -i, -e, ma a volte se ne discosta (la c dinanzi a e e i non passa a [ts] > [s] ma diventa [tš] come nel gruppo orientale (italiano centro-meridionale, romeno) (romanice > rumantsch [ru'mantš]).

Indice

[modifica] Divisione

Le parlate retoromanze si dividono in tre gruppi: Romancio, Ladino Dolomitico (o più semplicemente Ladino) e Friulano:

[modifica] Grigioni: il Romancio

Il romancio grigionese o romancio (ISO 639-2: roh)è parlato nel cantone svizzero dei Grigioni, è la quarta lingua nazionale della Svizzera dal 1937. Si divide in:

a) gruppo Renano: parlati nelle aere occidentali e centrali del cantone dei Grigioni

  • soprasilvano (sursilvan),
  • sottosilvano (sutsilvan),
  • surmiran (con i suoi dialetti surses e sutses)

b) gruppo engadinese Ladino:

  • putér, parlato in Alta Engadina (Engiadin'Ota), e
  • vallàder, parlato in Bassa Engadina (Engiadina Bassa)
  • jauer, Val Monastero (Val Müstair), in passato diffuso nell' Alta Venosta.

[modifica] Dolomiti : il Ladino

Il Ladino delle Dolomiti (ladin dolomitan) è parlato principalmente nelle comunità dolomitiche:

  • gardenese, parlato in Val Gardena (Gherdëina),
  • fassano, parlato in Val di Fassa e a Moena e a Canazei,
  • badioto-marebbano, diffuso in Val Badia e in val Marebbe (Val Badia/ Mareo),
  • fodomo, diffuso nella pieve di Livinallongo (Fodom) e nell'alto Cordevole (Rocca Pietore),
  • noneso, parlato in Val di Non,
  • ampezzano, diffuso a Cortina d'Ampezzo (Anpezo) dove risente del confine culturale ladino-cadorino,
  • comelicano, diffuso nel Comelico; è il più conservatore tra i dialetti orientali,
  • cadorino, parlato nel medio-Cadore, fino a Perarolo (escluso).
  • ladino veneto, parlato nell'alto e medio agordino e nello zoldano; a volta risente dell'influenza veneta, ma in molte località presenta caratteristiche decisamente ladine.

In Provincia di Bolzano (Bulsan) e di Trento è ufficialmente riconosciuto come lingua e la minoranza ladina viene tutelata con diverse norme riguardanti tra le altre cose l'insegnamento nelle scuole pubbliche. Infatti nelle scuole delle località ladine dell'Alto Adige la "lingua ladina" è lingua d'insegnamento assieme al tedesco e italiano.

Recentemente è stato concluso il progetto SPELL che mira alla creazione di una lingua ladina standard.

[modifica] Friuli: il Friulano

  • La lingua friulana (friulano/furlan), (ISO 639-2: fur) si è formata, come tale,più o meno intorno all'anno Mille, ed ha mantenuto durante i secoli un'originalità tutta sua che la rende, ancora oggi, molto diversa dall'italiano e dagli altri idiomi parlati nei territori limitrofi (veneto, istriano, morlacco). Il friulano è parlato nelle province di Gorizia, Pordenone e Udine e nella provincia di Venezia (parte orientale del Mandamento di Portogruaro) da circa 600.000-650.000 persone. Nella parte orientale, tra l'Isonzo e il Timavo, lo spopolamento alto-medioevale con successive immigrazioni venete ma anche morlacche e slave, ha portato a una forma ibrida friulano-veneta (bisiaco) più diffusa nelle cittadine.

Una forma molto particolare assume la parlata della Valcellina; pur risentendo dell'influenza del friulano, essa è una parlata retoromanza, che presenta significativi punti di contatto con il romancio-grigionese ed il ladino dolomitico.

[modifica] Dialetti o lingue?

I linguisti sono concordi nel definire come lingue autonome (e pertanto non come dialetti o varianti di una stessa lingua) i tre idiomi Romancio, Ladino dolomitico e Friulano.

Anche a livello politico ed istituzionale, queste parlate hanno avuto riconociuto il rango di "Lingua" in Svizzera (il Romancio è quarta Lingua Nazionale) e in Italia (Ladino e Friulano sono riconosciute come distinte lingue minoritarie) e vengono pertanto insegnate nelle scuole ed utilizzate negli atti pubblici, oltre che nella cartellonistica ufficiale.

Da precisare inoltre che la legislazione italiana riconosce il Ladino dolomitico con la denominazione più semplice di 'Ladino'.

[modifica] Esempi

Un esempio di puter. Un popolare proverbio grigionese:

Voust entrer cun buna glüna
Bainvegnieu sarost adünna.
Vo da l'otra vart il vent
Fo il bain e sto davent.
(Se vieni di buonumore sei benvenuto. Altrimenti, per favore, resta fuori)

Un esempio di una leggenda in ladin dolomitan / standard:

Duc i Ladins sá che l lé (o lech) dl ergabuan é l Lé de Careza. Chest é conesciú lonc y lerch per si biei colours che muda demeztroi dal vert-fresch al cuecen-scarlat, y dal blé dl ciel al ghel-or; per chesta mudazion de colours él vegnú batié "Lé dl Ergabuan", dai colours dla irida/cogola dl uedl. An conta che chel lé fova n iade abité da na "gana" che ova l corp da pesc y l cef da persona, desche an se imaginova da zacan na ninfa. N salvan che abitova te cheles selves, che scluj ite chest pice lé desche na perla, se ova inamoré da perde l cef te chesta bela muta-ninfa; ma dut debant! Per la tré a se, se ova l salvan pensé de fé n gran ergabuan con i colours plu biei che se destenova fora da la piza dl Latemar enfin ju tl lech; ma la ninfa ne se ova empone lascé pié. Dal gran senn, l Salvan, che ova fat con tant de fadia sie beliscim laour, ova n dí tout l ergabuan, l ova desfat en tant de fruzies y l ova spo sciulé tl lech. Da chel moment á l lé giaté duc chi biei colours che al à enfin aldidancuei.'

Altri esempi:

Ladin Dolomitan: Pere nost, che te ies en ciel, al vegne santifiché tie inom, al vegne tie regn, al vegne fat tia volonte, coche en ciel enscí sun la tera.


Friulano: Pari nestri, che tu sês intai cîi, che al sedi santificât il to non, che al vegni il to ream, che a sedi fate la to volontât, come in cîl, cussì in tiere.

Clautano (Valcellina): Pare nostre, che te suò in tal thél, c'a séa benedèt al tò gnuòm, c'a végna al to reàm, c'a séa fat al to volé, in tal thél e anc in tala tèra.

Vallader: Bap nos, tü chi est in tschel, fat sonch vegna teis nom, teis reginam vegna nanpro, tia vöglia dvainta sco in tschel eir sün terra.

[modifica] Voci correlate

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