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Hieronymus Bosch - Wikipedia

Hieronymus Bosch

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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«Inventore nobilissimo et maraviglioso di cose fantastiche e bizzarre»
(Lodovico Guicciardini)

Jeroen Anthoniszoon van Aken, detto Hieronymus Bosch o Jeroen Bosch, ('s Hertogenbosch 1450 circa - Agosto 1516) fu un pittore olandese del XV e XVI secolo. Firmò alcuni dei suoi dipinti con Bosch (pronunciato come Boss in Olandese). In spagnolo viene spesso chiamato El Bosco; in italiano, i contemporanei lo designavano talvolta come Bosco di Bolduc (da Bosch e Bois le Duc, traduzione francese di Hertogenbosch=Bosco del Duca, città natale di Bosch).

Protagonista dei suoi dipinti è l'umanità, che attraverso il peccato è condannata all'Inferno, l'unica via che sembra suggerire l'artista per redimersi si trova sia nelle tavole con la vita dei santi, attraverso l'imitazione della loro vita dedita alla meditazione anche se circondati dal male, sia nelle tavole con la Passione di Cristo, attraverso la meditazione sulle pene sofferte dal Cristo, per riscattare dal peccato universale il genere umano, che porta all'immedesimazione stessa del riguardante e alla salvezza.

Produsse diversi trittici. Questi dipinti hanno una superficie ruvida a causa dell'applicazione della pittura; questo contrasta con lo stile tradizionale della pittura fiamminga, dove la superficie liscia tenta di nascondere il fatto che il dipinto è fatto dall'uomo. Verso la fine della sua vita, lo stile di Bosch cambiò ed egli creò dipinti con un numero inferiore di figure più grandi che sembrano staccarsi dal dipinto e avvicinarsi all'osservatore. Un esempio è dato dalla Incoronazione di spine. Bosch non datò mai i suoi dipinti e ne firmò solo alcuni. Filippo II di Spagna comprò molti dei lavori di Bosch dopo la morte del pittore; come risultato, il Museo del Prado di Madrid possiede oggi diversi dei suoi lavori, tra cui il Giardino delle delizie.

Pieter Brueghel il Vecchio venne influenzato dall'opera di Bosch e produsse diversi dipinti con uno stile simile, ad esempio il Trionfo della morte del 1562. Si dice che sia stato di ispirazione al movimento surrealista del XX secolo.

Indice

[modifica] Biografia

[modifica] Formaziome

Nasce probabilmente nel 1450 circa, forse il 2 ottobre a 's Hertogenbosch, una città nel sud degli odierni Paesi Bassi, vicino a Tilburg e allora possedimento dei duchi di Borgogna. Nel 1463, circa 4.000 delle case della città vennero distrutte da un incendio catastrofico, che l'allora all'incirca tredicenne Bosch potrebbe aver visto.

La sua famiglia, originaria di Aquisgrana, si era stabilita nel paese da almeno due generazioni. Il nonno Jan e tre dei suoi figli fra cui il padre dell'artista, Anton van Aken, erano pittori, non sappiamo nulla della sua prima formazione ma possiamo supporre che avvenne nella bottega di famiglia dedita alla pittura in affresco, alla doratura di statue lignee e alla produzione di arredi sacri lavorando in special modo per la cattedrale cittadina.

[modifica] I sette peccati capitali

Tra il 1475 e il 1480 esegue la tavola con I sette peccati capitali, ora al Prado. La tavola è costituita da cinque medaglioni, al centro il pù grande rappresenta l’occhio di Dio, con nell'iride centrale, intorno al Cristo nel sepolcro, la scritta: Cave cave dominus videt (Fai attenzione, il Signore ti sorveglia). Intorno a quest'Occhio sono i sette peccati capitali, nei quattro angoli: la morte dell’uomo, il Giudizio Universale, l’Inferno e il Paradiso.

I sette peccati capitali Madrid Prado
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I sette peccati capitali Madrid Prado

[modifica] Il prestigiatore

Sempre di questo periodo è la tavola con Il prestigiatore, ora al Musèe de Saint Germain-en-Laye, in cui mentre uno spettatore assiste ai giochi di prestigio del ciarlatano, alle sue spalle un complice del prestigiatore lo deruba della borsa dei denari.

[modifica] Ascesa sociale

Nel 1478, con la morte del padre dell'artista, la bottega di famiglia venne ereditata dal fratello Goossen, la scelta di un soprannome, l'ultima sillaba del nome della sua città natale, venne dettata probabilmente dal fatto di distinguersi dagli altri pittori di famiglia. Forse nello stesso anno, comunque dal 1480 circa si sposa con Aleyt, figlia del ricco borghese Goyarts van der Meervenne, che gli portò in dote alcuni terreni situati a Oorschot e gli facilitò l'ascesa sociale all'interno dell'alta borghesia cittadina.

[modifica] Estrazione della pietra della follia

Estrazione della pietra della follia Madrid Museo del Prado
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Estrazione della pietra della follia Madrid Museo del Prado

Intorno al 1480 è datata l' Estrazione della pietra della follia ora al Prado. Il tema si rifà al detto popolare che indicava i pazzi come coloro che hanno un sasso nella testa. In essa, il chirurgo intento all'estrazione indossa un copricapo a forma di imbuto simbolo di saggezza, qui usato come pesante critica mossa contro chi crede di sapere ma che, alla fine, è più ignorante di colui che deve curare dalla "follia". L'iscrizione in alto e in basso recita: Meester snijt die keye ras, Myne name is lubbert das cioè: “Maestro, cava fuori la pietra (della follia)” e “Il mio nome è sempliciotto”.

[modifica] Epifania e Crocifissione

Tra il 1480 e il 1485 esegue L' Epifania, oggi conservata a Filadelfia al Museum of Art, in cui l'andamento lineare, tortuoso e spezzato della linea e l'incerta applicazione della prospettiva, rivelano un deciso influsso della pittura tardo gotica.

Sempre a quel periodo risale la Crocifissione, oggi a Bruxelles al Musée Royal des Beaux-Arts, di iconografia tradizionale e con sullo sfondo una città turrita identificabile con il suo paese natale.

[modifica] Ecce Homo

Della fine di questi anni è l'Ecce Homo, conservato a Francoforte allo Städelsches Kunstinstitut: su un rialzo il Cristo e Pilato si fronteggiano stagliandosi contro la parete, l'uno composto e rassegnato l'altro vestito all'orientale mentre ghigna, in basso la folla, armata di pugnali e alabarde, con volti grotteschi resi con una linea tormentata, mentre sulla sinistra sono in parte riconoscibili i donatori, la veduta di città sullo sfondo è costruita senza un uso coerente della prospettiva tanto che il primo piano non si distingue da quello di fondo.

[modifica] La Confraternita di Nostra Signora

Nel 1486 o nel 1487 entra a far parte della Confraternita di Nostra Signora (Lieve-Vrouwe Broederschap), associazione di laici dediti al culto della Vergine ed a opere di carità, inoltre si impegnava anche in rappresentazioni sacre. Nel 1488 presiede l'annuale banchetto della Confraternita.

Tra il 1488 e il 1489, sappiamo dai documenti che dipinse le ante di un polittico scolpito per la confraternita a cui apparteneva.

[modifica] Salita al Calvario

Del 1490 è la Salita al Calvario, ora a Vienna, in cui il Cristo è circondato da una folla bestiale e grottesca, in basso è un frate che confessa il ladrone prima dell'esecuzione. Sul retro è un bambino su un girello che gioca con una girandola, il bambino forse allude a Gesù bambino.

[modifica] La Nave dei folli

Tra il 1490 e il 1500 realizza La nave dei folli, ispirata dal poema satirico Das Narrenschyff (La nave dei folli), dell'umanista Sebastian Brandt: nel poema un gruppo di pazzi si imbarca su una una nave per Narragonien, la terra promessa dei matti, prima del naufragio, arrivano a Schlaraffenland, la terra della cuccagna.

Nel dipinto i pazzi sono stipati su una nave, per nocchiere mette un suonatore di cornamusa e come albero della barca utilizza quello della cuccagna. In quel periodo i pazzi non venivano esclusi, perché si riteneva che a volte Dio si esprimesse attraverso di loro, con ciò venivano lasciati liberi di girare per le campagne o caricati sulle cosiddette Navi azzurre che veleggiavano liberamente.

Databile tra il 1490 e il 1500 è L'Allegoria di Yale, forse coperta per la Nave dei folli.

[modifica] Morte dell'avaro

Sempre a questo periodo dovrebbe appartenere la tavola, forse di un trittico non identificato, con la Morte dell'avaro, ora alla National Gallery of Art di Washington: la scena è ambientata in un interno con il letto di morte dell'avaro disposto obliquamente, il moribondo invece di alzare gli occhi verso la luce, sprigionata dal Crocifisso, posto davanti ad una finestra in alto, indicata dall'angelo custode messo alle spalle del moribondo, che cede al demonio e resta attaccato al sacco di denari che gli ruba da sotto la tenda, a lato la morte, rappresentata come un scheletro che lo sta per colpire con una freccia, ai piedi del letto un vecchio, lo stesso avaro, sta riponendo monete dentro un forziere pieno di animali mostruosi; per questo soggetto, comunque già presente nei Sette peccati capitali, può far riferimento l'opuscolo Het sterfboek (il libro della morte), un traduzione in fiammingo dell'Ars moriendi.

[modifica] Trittico del fieno

Pannello centrale del Trittico del Fieno Madrid Museo del Prado
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Pannello centrale del Trittico del Fieno Madrid Museo del Prado

Tra il 1500 e il 1502 realizza il Trittico del Fieno, ora al Museo del Prado di Madrid, sull'anta sinistra vi sono quattro episodi distinti: in alto la caduta degli angeli ribelli, che mentre precipitano cambiano forma ed assumono l'aspetto di rospi e insetti, tema forse ripreso dal Die Diersche Lucidarius, un ripresa del trecento dell' Elucidanum di Anselmo, dove vengono paragonati gli angeli caduti a rospi; più in basso la creazione di Eva da una costola di Adamo, ancora più in basso e sulla destra il Peccato originale con il serpente dalla testa di donna e mani con artigli; infine la Cacciata dei progenitori, dove la porta del Paradiso terrestre è coronata da una pianta irta di spine e con vari frutti, uno di questi beccato da un uccello come simbolo di lussuria, mentre il cardo è simbolo della tentazione dei sensi. Nel pannello centrale è il Carro di fieno e la confusione che scatena il suo passaggio, in esso l'artista rappresenta il proverbio, dedicato all'avidità, che dice: "Il mondo è come un carro di fieno, ciascuno ne arraffa quel che può"; sulla cima del carro, mentre una coppia di contadini si bacia tra i cespugli e tre personaggi si dedicano alla musica, nascosto dietro i cespugli, un uomo osserva la scena alla cui destra un demone col naso a tromba e con la coda di pavone, simbolo di vanità, partecipa alla melodia, mentre a sinistra un angelo si rivolge verso il Cristo nel cielo in posizione di orante. Alla guida del corteo che segue il carro sono posti il Re di Francia, il Papa e l'Imperatore; al centro del dipinto si svolge una scena di omicidio; a guidare il carro e a condurlo all'inferno, rappresentato sull'anta di destra, sono creature ibride tra uomini e animali, con alla testa una testa mozzata a guisa di stendardo. Nell'anta di destra è l'Inferno rappresentato come una città incandescente, con diavoli intenti alla costruzione di una torre, forse ripresa dalla biblica torre di Babele. In questo trittico le figure allungate con profili sinuosi sono ancora di matrice gotico internazionale. Ad ante chiuse all'esterno è il Cammino della vita, con un pellegrino che procede in un mondo dominato dal male.

[modifica] Trittico delle delizie

Intorno al 1500 realizza il Trittico delle delizie, ora conservato al Museo del Prado di Madrid. Nel pannello sinistra la Creazione di Eva, la scena è costruita con piani sovrapposti ad andamento circolare nel fondo quattro costruzioni fantastiche con elementi naturali e solidi geometrici, in quello più prossimo uno stormo di uccelli vola entro e fuori i pinnacoli della costruzione, al centro il paradiso terrestre con la fontana circondata da uno stagno, dove si abbeverano animali fantastici, ripresi dai bestiari medievali, tra cui unicorni bianchi, simbolo di castità; sulla destra a rappresentare la presenza del male rettili deformi escono dallo stagno, tra questi anche rospi neri, simbolo del diavolo in persona, in primo piano Adamo disteso, Dio al centro e in piedi e a destra Eva, sotto di lei una pozza d'acqua scura, con un pesce morto che allude al peccato e un mezzo pesce con la faccia da oca intento a leggere un libro, simbolo usato dal pittore per rappresentare il male. La sportello centrale è dedicato al tema della lussuria, con al centro la fontana della giovinezza circondata da ignudi a cavallo di strani animali, sullo sfondo uno stagno con al centro una fontana, circondato da quattro costruzioni fantastiche, nello stagno gli uomini pesci, sono stati ripresi dalle xilografie de La mer des Hystories, libro del 1488; nel cielo all'estrema destra un uomo alato con un bacca rossa è simbolo della caducità del piacere, mentre nella parte opposta si trova un uomo a cavallo di un grifone, con negli artigli un rospo, che tiene tra le mani un ramo su cui è posato un uccello rosso, simbolo di lascivia. In primo piano varie scene di lussuria, tra cui sull'estrema sinistra una coppia di amanti circondati da una bolla, escrescenza di una fiore acquatico, nel frutto sottostante spunta un cilindro di cristallo, simbolo del membro maschile, con un topo nero che vi entra, simbolo delle false dottrine, l'uso del vetro può essere ricollegato al proverbio: "La felicità è come un vetro, presto si infrange". In tutto il pannello vi sono chiari riferimenti alla simbologia alchemica, come l'uso del colore rosso che si riferisce al culmine del processo creativo e per estensione al culmine del peccato che può raggiungere l'uomo, allo stesso modo nel dipinto compaiono molte figure di neri, in alchimia il nero è ritenuto il primo stadio della materia. Lo sportello di destra detto Inferno musicale, rappresenta la punizione toccata all'umanità caduta nel peccato secondo la legge del contrappasso, la fonte potrebbe essere la Visione di Tondalo, edita nel 1480: nel fondo una città illuminata da bagliori di fiamme, al centro sotto un enorme paio di orecchie trafitte da una freccia e attraversate da una gigantesca lama di coltello con incisa la lettera M, forse prima lettera della parola Mundus, che fa riferimento al membro maschile, più in basso al centro dello sportello un uomo albero con il corpo cavo, simbolo alchemico di trasformazione della materia e per gambe due alberi radicati entro due barche in un lago ghiacciato solcato da dannati su slitte, i colori utilizzati per questo gruppo: nero bianco e rosso, sono gli stadi successivi che in alchimia contraddistinguono la cottura del mercurio, in primo piano strumenti musicali usati come mezzi di tortura, sulla destra un essere dalla faccia di uccello inghiotte un dannato dalle cui terga parte uno storno di rondoni, l'essere espelle i dannati che ha divorato in una fossa, dove un avaro espelle monete d'oro e un goloso vomita il suo pasto, al lato una donna con marchiato sul petto un rospo si rispecchia nelle terga di un demone, simbolo di superbia punita, sulla sinistra una scena di rissa dopo una partita di carte, con un dannato assalito da un demone con uno scudo dipinto sulla schiena, qui è raffiguarta una una mano benedicente, con un dado sopra le dita e trafitta da un coltello, ciò indica la potenza del peccato che annienta anche la benedizione cristiana.

[modifica] Viaggio in Italia?

Tra il 1500 e il 1504, non si hanno documenti riguardo a Bosch, è probabile che in questi anni l'artista abbia fatto un viaggio in Italia, fermandosi a Venezia, infatti nella città lagunare sono presenti molte sue opere in collezioni private sin dai primi decenni del cinquecento, inoltre a partire da questi anni lo stile di Bosch cambia, in direzione rinascimentale con figure monumentali inserite in un arioso paesaggio.

[modifica] Trittico di santa Giuliana e quattro tavole

Ascesa all'Empireo Venezia Palazzo Ducale
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Ascesa all'Empireo Venezia Palazzo Ducale

Tra il 1500 e il 1504 realizza il Trittico di santa Giuliana, sappiamo di questo che si trovava nel Palazzo Ducale Veneziano nel 1771, negli sportelli laterali quello si sinistra La città in fiamme, mentre in quello di destra Il porto, nello sportello centrale il martirio della santa, alla presenza di una folla di personaggi non scalati in profondità, sulla sinistra ai piedi della croce un uomo svenuto: se si interpreta la scena con martirio di santa Giuliana, dovrebbe trattarsi di Eusebio, mentre se si interpreta la scena come martirio di santa Liberata, l'uomo svenuto potrebbe essere il re pagano del Portogallo: suo padre, che la condanna al martirio.

Dello stesso anno sono le quattro tavole, oggi nel Palazzo Ducale veneziano con il Paradiso terrestre, L' Ascesa all'Empireo, la Caduta dei dannati e l' Inferno, costituenti a coppie gli sportelli laterali di un perduto trittico. Nella tavola con l'Ascesa le anime sostenute dagli angeli, sono condotte verso la luce divina attraverso un passaggio cilindrico, oltre il quale devono proseguire da sole, forse qui l'artista fa riferimento ad una frase dell' Ornamento delle Nozze spirituali di Jan van Ruysbroeck, in cui si parla dell'irradiazione di Dio come un abisso immenso di luce essenziale.

[modifica] Salita al Calvario

Tra il 1503 e il 1504 realizza la Salita al Calvario del Musée des Beaux-Arts di Gand. La tavola, gremita di volti grotteschi, è costruita secondo due diagonali che si incontrano nel volto rassegnato del Cristo: una che dalla croce conduce fino al cattivo ladrone, l'altra che parte dal volto del buon ladrone, confessato da un frate grottesco e arriva fino al volto della Veronica. In questa tavola Bosch utilizza il grottesco e la deformazione e non più simboli per introdurre nella scena il male.

[modifica] Trittico del Giudizio

Nel 1504, i documenti riportano il pagamento di 36 livres per un Giudizio universale commissionato da Filippo il Bello di 9 piedi di altezza per 11 di larghezza, forse il trittico ora a Vienna o il Giudizio di Monaco. Nel Trittico del Giudizio la tavola centrale è all'Accademia di Vienna, mentre le due parti laterali si trovano a Gand, la sinistra con il Peccato originale e sulla faccia esterna san Giacomo, mentre la destra con l'Inferno ha sulla faccia esterna san Bavone; nella parte centrale in alto il Cristo giudice è appoggiato su un arcobaleno mentre ai lati su nuvole sono la Vergine e san Giovanni Battista con un esiguo numero di eletti; nel resto della composizione viene raffigurato l'inferno e le pene assegnate ai peccatori, in quest'inferno prevale i riferimenti alla cucina e agli arnesi di metallo infatti: gli avari sono cucinati sullo spiedo, gli iracondi appesi a ganci da macello e gli iracondi cucinati in padella.

[modifica] Santi

Tra il 1504 e il 1505, realizza sia il San Giovanni Battista in meditazione, ora a Madrid; sia la tavola con il San Giovanni a Patmos, ora a Berlino, sportello laterale di un perduto trittico, primo dei dipinti cosiddetti meditativi, in cui il santo, immerso in un paesaggio idilliaco, con toni cristallini che ricordano la pittura giorgionesca, ha la visione di un angelo e della Vergine nel cielo, in basso a destra un diavolo con occhiali, ali e coda di scorpione, sul retro a grisaglia varie scene della Passione.

Dello stesso periodo è il San Cristoforo di Rotterdam, probabilmente per l'altare della Confraternita di Nostra Signore nella Cattedrale della sua città natale.

Del 1505 circa è la Salita al Calvario ora nel Palazzo Reale di Madrid e il San Girolamo in preghiera di Gand, dove i frutti in decomposizione intono alla grotta del santo, alludono alle tentazioni.

[modifica] Trittico delle tentazioni

Trittico delle tentazione particolare del pannello di sinistra col Volo di sant'Antonio Lisbona Museo Nacional de Arte Antiga
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Trittico delle tentazione particolare del pannello di sinistra col Volo di sant'Antonio Lisbona Museo Nacional de Arte Antiga
Trittico delle tentazione particolare del pannello centrale con la Messa nera Lisbona Museo Nacional de Arte Antiga
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Trittico delle tentazione particolare del pannello centrale con la Messa nera Lisbona Museo Nacional de Arte Antiga
Trittico delle tentazione particolare del pannello centrale con il mago Lisbona Museo Nacional de Arte Antiga
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Trittico delle tentazione particolare del pannello centrale con il mago Lisbona Museo Nacional de Arte Antiga

Tra il 1505 e il 1506 realizza il Trittico delle tentazioni, ora al Museo Nacional de Arte Antiga di Lisbona, forse lo stesso acquistato da Damiano de Gois nel 1523; le fonti per questo trittico sono sia la Vita Sancti Antonii di Atanasio conosciuta nelle fiande attraverso Le vite dei santi di Pieter van Os sia la Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze.

Nello sportello sinistro è il Volo e caduta di sant'Antonio: in alto nel cielo il santo a mani giunte è trascinato da un nugolo di demoni, più in basso una grotta, probabilmente un bordello piuttosto che l'antro del santo, sotto a una collinetta formata da un albero a forma di uomo carponi, il suo posteriore forma l'ingresso a cui è diretta una processione sacrilega guidata da un demone che indossa paramenti sacri e un cervo, di solito figura cristologica ma qui usato in senso sacrilego; in primo piano il santo sorretto dai compagni dopo la caduta, sotto il ponte del lago ghiacciato tre figure una delle quali in veste di monaco che legge una lettera, sul lago un demone uccello con pattini che reca sul becco un cartiglio con la scritta "grasso", il riferimento può alludere allo scandalo della vendita delle indulgenze, la figura pattinatrice potrebbe derivare dai grylloi dell'arte di epoca alessandriana.

Nel pannello centrale è la scena con Le tentazioni di sant'Antonio, la scena ha come centro il santo in meditazione, che con la mano benedicente indica la piccola cella ricavata da un torrione diroccato, dov'è l'apparizione del Cristo che indica il Crocifisso vero sacrifico e non quello che stanno svolgendo i demoni alla sua sinistra: una messa sacrilega celebrata da sacerdotesse, tra cui una nera che porta un vassoio su cui un rospo, simbolo di stregoneria ma anche di lussuria, regge un uovo e con un suonatore vestito di nero con faccia di maiale e civetta sulla testa, simbolo di eresia, e uno storpio, che si apprestano a fare la comunione, sulla sfondo a sinistra una città in fiamme mentre sulla destra nel cielo un uccello nave e un'altra navicella volante, in primo piano strane imbarcazioni navigano in uno stagno, sulla sinistra sempre in primo piano da un frutto rosso escono demoni, uno di questo suona un'arpa ed è a cavalcioni di un pollo spennato e con ai piedi due zoccoli, appoggiato al muro in secondo piano è un uomo con la barba e con cilindro, probabilmente il mago direttore di tutta la visione.

Nel pannello di destra è la Meditazione di sant'Antonio: in cielo due figure volano sopra un pesce, secondo la credenza, il diavolo concedeva la facoltà di volare per raggiungere i sabba alle streghe, nello sfondo una città turrita, in primo piano una donna nuda, cioè il demonio in forma di regina, si affaccia da un tronco cavo attraverso una tenda scostata da un rospo, il santo sulla destra intendo alla meditazione e con gli occhi fissi sullo spettatore, appresso di lui un nano con un mantello rosso con girello e girandola, simbolo dell'incoscienza dell'umanità, in primo piano una tavola col pane e la brocca di vino, ultima tentazione del santo, questa è sostenuta da demoni nudi.

[modifica] Trittico del Giudizio

Tra il 1506 e il 1508 realizza il Trittico del Giudizio del Groeninge Museum di Bruges, nello sportello destro l'Inferno, dove vengono utilizzati, come strumenti di tortura, oggetti quotidiani ingigantiti. Sempre dello stesso periodo è il Giudizio universale dell'Alte Pinakothek di Monaco.

[modifica] Incoronazione di spine

Tra il 1508 e il 1509 esegue l' Incoronazione di spine della National Gallery di Londra, dove maggiore è l'influenza della pittura italiana sia nella resa volumetrica delle figure sia nel tratto non più ondulato ma angoloso e spezzato, inoltre la composizione a differenza delle precedenti è costruita con meno personaggi ritratti a mezzobusto, il Cristo rassegnato è al centro mentre quattro aguzzini lo circondano, gli aguzzini possono far riferimento ai quattro tipi di carattere: il flemmatico e malinconico in alto e il sanguigno e collerico in basso.

[modifica] Trittico della Passione

Del 1510 è il Trittico della Passione del Museo de Bellas Artes a Valenzia, il pannello centrale presenta una composizione, con figure disposte assimetricamente, inserita in un cerchio. Sempre dello stesso anno è la tavola con Tentazioni di sant'Antonio, ora al Prado, in cui il santo non viene distolto dalla sua meditazione dai demoni che lo circondano.

[modifica] Trittico dell'adorazione dei Magi

Dello stesso anno è il Trittico dell'adorazione dei Magi di Madrid.

Nello sportello sinistro san Pietro e donatore, in secondo piano un uomo seduto su una cesta e riparato sotto un tettoia precaria, asciuga i panni sul fuoco, probabilmente si tratta di san Giuseppe intento a scaldare i pannolini del Bambino.

Nello scomparto centrale è l'Adorazione dei Magi: fuori da una capanna precaria siede la monumentale Vergine, perno della composizione, che tiene in grembo il Bambino. Baldassare il più vecchio dei re Magi è inginocchiato davanti a lei e ha posato a terra il suo dono: una scultura d'oro con il Sacrifico di Isacco, prefigurazione della passione di Cristo, che schiaccia i rospi, simbolo di eresia, accanto è la corona deposta, simbolo di sapienza e potere inutile di fronte al divino; accanto Melchiorre, che sulla mantellina ha raffigurata la visita della regina di Saba a Salomone, porta su un piatto l'incenso e infine il moro Gaspare che reca in mano una pisside sferica, con in rilievo la scena dell'offerta dell'acqua al re David da parte dei tre Forti, contenente la mirra. Probabilmente è da identificare la Vergine con l'altare della messa che regge le sacre “specie” e i tre Magi come i primi officianti. Il personaggio che spia la scena con una tiara di sterpi metallici e la gamba destra stretta alla caviglia da un protezione in vetro che fa vedere la lesione ripugnante e purulenta, forse si tratta dell'Anticristo o della personificazione dell'eresia. Comunque tutta la scena principale è circondata da simboli del male, come i due pastori sopra la capanna o come gli eserciti che percorrono la scena e anche le costruzioni sullo sfondo hanno un aspetto antropomorfo e inquietante.

Nello sportello di destra sant'Agnese con la donatrice Agnese Bosshuysse, in secondo piano un orso e un lupo attaccano alcuni viandanti.

Il figliol prodigo Rotterdam Museum Boymans van Beuningen
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Il figliol prodigo Rotterdam Museum Boymans van Beuningen

[modifica] Il figliol prodigo

Sempre dello stesso anno circa è Il figliol prodigo di Rotterdam. Come scrive Jos Koldeweij: «esso rappresenta l' homo viator, il viandante, l’uomo sul sentiero della sua vita. Minacciato da pericoli e tentazioni, egli deve continuare il cammino lungo una via spesso stretta o accidentata e irta di ostacoli», in cui si aprono due strade o quella del peccato, simboleggiata dal bordello sulla sinistra che ha per insegna un'oca bianca, simbolo di lascivia, oppure quella del ritorno che sembra aver imboccato in figliol prodigo la cui iconografia deriva dal ventiduesimo Arcano dei Tarocchi: il Matto.

[modifica] 9 agosto 1516

Il 9 agosto 1516 si celebrano in forma solenne le esequie del pittore nella Cappella di Nostra Signora, appartenete alla Confraternita, nei cui registri è ricordato come: "Hieronymus Aquen, alias Bosh, insignis pictor".

[modifica] Curiosità

  • Hieronymus Bosch (alias Harry Bosch) è anche il nome di un personaggio fittizio creato dallo scrittore Michael Connelly in una serie di libri. Bosch, il protagonista principale, è un detective della polizia di Los Angeles che porta il nome in onore del pittore.

[modifica] Bibliografia

  • CH. De Tolnay, Hieronymus Bosch, Basilea 1937
  • G. Dorfles, Bosch, Milano 1954
  • G. Linfert, Hieronymus Bosch, Londra 1960
  • M. Cinotti, L'opera completa di Bosch, Milano 1966
  • M. Bussagli, Bosch, Firenze 1966
  • R. Corti, Bosch, Roma 1980
  • W. Fränger, Le tentazioni di sant'Antonio, Milano 1981
  • Luigi Bairo, John Arp e la tinca volante, Edizioni d'If, Napoli, 2003. ISBN 88-88413-29-4 Romanzo per ragazzi ispirato al dipinto Le tentazioni di Sant'Antonio.

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