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Hans Christian Andersen - Wikipedia

Hans Christian Andersen

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«Non importa che sia nato in un recinto d'anatre: l'importante è essere uscito da un uovo di cigno»
Hans Christian Andersen.Fotografato da Thora Hallager.Fonte: Odense Bys Museer
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Hans Christian Andersen.
Fotografato da Thora Hallager.
Fonte: Odense Bys Museer

Hans Christian Andersen (Odense, Danimarca, 2 aprile 1805 - Copenaghen 4 agosto 1875) è stato un noto scrittore e poeta danese, celebre soprattutto per le sue fiabe.

Indice

[modifica] Biografia

[modifica] Infanzia e studi

Hans Christian Andersen nacque nel 1805 nei bassifondi della città di Odense, figlio di un calzolaio e di una lavandaia alcolizzata. Era una famiglia povera che viveva in una singola stanza. La sorella era prostituta e il padre, che aveva 22 anni quando Hans Christian nacque, aveva problemi di salute. Pare che il padre di Hans ritenesse di avere qualche parentela con la famiglia reale danese; sebbene successive indagini abbiano portato a ritenere infondata questa teoria, essa continua tutt'oggi a circolare; si veda per esempio questo saggio dello scrittore Rolf Dorset.

L'infanzia di Hans Christian fu ricca di letture e fantasia. Passava gran parte del tempo a mettere in scena spettacoli in un suo teatrino delle marionette; spesso si trattava di opere teatrali di Ludvig Holberg, William Shakespeare e altri, imparate a memoria.

A 11 anni Andersen rimase orfano, e si recò a Copenaghen per guadagnarsi da vivere facendo il garzone di bottega e l'operaio in una fabbrica di sigarette. Fin da allora dovette subire le angherie dei compagni di lavoro, che lo perseguitavano per il suo aspetto fisico, il suo carattere introverso e i suoi modi effeminati. A 14 anni iniziò a cercare di entrare in teatro come cantante, ballerino o attore; riuscì infine a entrare nel Teatro Reale Danese (Kongelige Teater) come soprano ma fu costretto a lasciarlo quando la sua voce cambiò di timbro. Un suo collega a teatro aveva parlato di lui come di un "poeta"; Andersen prese la cosa molto sul serio e iniziò a indirizzare le proprie energie artistische verso la scrittura.

Andersen fu ospitato a casa di Jonas Collin, direttore del Teatro Reale. Qui conobbe fortuitamente il re Federico VI, che prese in simpatia quel ragazzo un po' bizzarro e lo iscrisse a proprie spese alla scuola di grammatica e latino di Slagelse [1]. Tutti lo presero per svogliato e introverso, ma pare che i suoi problemi scolastici fossero dovuti a dislessia. Andersen, comunque, frequentò le scuole di Slagelse prima ed Elsinore poi fino al 1827, non a caso descrisse quegli anni come gli anni più bui e amari della sua esistenza. Dovette subire le angherie dei compagni e il disprezzo del preside (che soleva ripetergli a titolo di incoraggiamento: "sei un ragazzo stupido, non combinerai mai niente di buono"). È piuttosto evidente che a queste esperienze sia correlabile il tema del "diverso" che lotta per essere accettato, uno dei motivi dominanti dell'opera di Andersen (si pensi per esempio a Il brutto anatroccolo).

Uno dei motivi per cui Andersen si sentiva rifiutato ed emarginato erano certamente le sue inclinazioni sessuali. Si innamorò, fra gli altri, del giovane Edvard Collin, a cui scrisse: "i miei sentimenti per te sono quelli di una donna; la femminilità della mia natura e la nostra amicizia devono rimanere un mistero". Andersen visse tutta la vita da scapolo; in un passo del suo diario risulta che egli avesse deciso, già in giovane età, di non avere rapporti sessuali né con donne né con uomini. L'emarginazione sentimentale è anch'essa un tema frequente nell'immaginario di Andersen; si pensi per esempio a Il soldatino di stagno o La sirenetta.

[modifica] La maturità

Hans Christian Andersen nel 1869
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Hans Christian Andersen nel 1869

La carriera letteraria di Andersen iniziò a cavallo fra gli anni 1820 e 1830, e in particolare durante il viaggio in Europa intrapreso per volere del re. A Le Locle scrisse il dramma Agnese e l'uomo del mare (1834) e a Roma il romanzo di grande successo L'improvvisatore (1835), in cui narrava dei suoi viaggi in Italia.

Seguì (1835-1837) il primo volume di Fiabe (in danese: Eventyr). Curiosamente, le fiabe di Andersen non furono subito riconosciute come quei capolavori che sono oggi considerate; maggior successo ebbero i romanzi che pubblicò nello stesso periodo, per esempio O.T. (1836). Una nuova raccolta di fiabe fu pubblicata nel nel 1844-1845.

A metà degli anni 1840 Andersen era già celebre in gran parte d'Europa, sebbene avesse ancora difficoltà sociali nella sua Danimarca. Forse per questo motivo era spesso in viaggio. Nel giugno del 1847 visitò l'Inghilterra, dove ricevette un'accoglienza trionfale. Ricevette un invito da Charles Dickens; a quanto si dice, l'invito era per una sola notte, ma Andersen si trattenne sei settimane, con qualche perplessità del padrone di casa. Pare che il personaggio Uriah Heep del romanzo David Copperfield, pubblicato da Dickens qualche tempo dopo, fosse ispirato ad Andersen.

Conquistato il successo, per tutta la vita Andersen continuò a pubblicare moltissimo. Oltre alle raccolte di fiabe già menzionate, una terza apparve fra il 1858 e il 1866; in totale, Andersen pubblicò ben 156 fiabe.

Un altro genere letterario in cui Andersen fu estremamente prolifico furono i racconti di viaggio; oltre al già citato L'improvvisatore si possono ricordare Il bazar di un poeta (1842), In Svezia (1851), Una visita a Charles Dickens (1860), In Spagna (1863) e Una visita in Portogallo (1868). Si tratta di racconti di viaggio atipici, che coniugano brani di tipo documentaristico a excursus filosofici; in alcuni casi, per esempio in In Svezia, vi si trovano anche fiabe.

Scrisse inoltre ben tre autobiografie, oltre a un diario, redatto quotidianamente nel corso di gran parte della sua vita, e composto da ben 12 volumi. Le prime due autobiografie a essere pubblicate furono La mia favola personale senza composizione (1847) e La favola della mia vita (1855); l'ultima, pubblicata postuma e incompiuta nel 1926, si intitola Ricordi.

Nella primavera del 1872, Andersen cadde dal letto facendosi molto male. Non si riprese mai del tutto, e morì il 4 agosto 1875, in pace, in una casa chiamata Rolighed (letteralmente: quiete), vicino a Copenaghen. Il suo corpo fu deposto nel cimitero di Assistens nell'are di Copenaghen nota come Nørrebro.

[modifica] L'eredità letteraria

Molte delle fiabe di Andersen hanno messo profonde radici nella nostra cultura. Tutti conoscono Il brutto anatroccolo, Il soldatino di stagno, I vestiti nuovi dell'imperatore, La piccola fiammiferaia, La principessa sul pisello, sebbene non sempre se ne ricordi l'autore. Il ruolo che hanno queste fiabe nel nostro immaginario è tanto più notevole se si pensa che, a differenza per esempio delle fiabe dei fratelli Grimm, che sono adattamenti letterari di favole della tradizione popolare europea, le opere di Andersen era di norma completamente originali. Solo in alcuni casi le fiabe di Andersen sono ispirate a fiabe tradizionali: I cigni selvatici, per esempio, potrebbe essere tratta da I sei cigni, riportata anche dai Grimm.

L'opera di Andersen ha influenzato molti autori suoi contemporaeni e successivi; si possono citare certamente Charles Dickens, William Thackeray e Oscar Wilde.

Hans Christian Andersen
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Hans Christian Andersen

Il 2005 è stato il bicentenario della nascita di Andersen, e la sua vita e le sue opere sono state celebrate in tutto il mondo. L'interesse per la persona di Andersen e per l'eredità culturale che ha lasciato non è mai stato più vivo, soprattutto in Danimarca, paese di cui Andersen viene considerato il più importante scrittore. Una eccellente fonte è Il sito del bicentenario di Hans Christian Andersen.

Al nome di Andersen sono dedicati diversi premi del settore della letteratura per ragazzi, tra cui lo Hans Christian Andersen Award e, in Italia, il Premio Andersen.

[modifica] Le fiabe più famose

[modifica] Biografie

La biografia più celebre e autorevole su Andersen è Hans Christian Andersen del 1975 di Elias Bredsdorff. Bredsdorff, tra l'altro, è stato il primo autore a segnalare come le fiabe di Andersen siano state ampiamente rimaneggiate dai traduttori inglesi di epoca vittoriana.

La vita di Andersen è stata raccontata anche al cinema, nel film Hans-Christian Andersen (di Charles Vidor, 1952, con Danny Kaye nei panni del protagonista).

[modifica] Osservazioni sulla scrittura del nome

"Hans Christian" è un nome tradizionale danese, e si deve intendere come nome unico (talvolta scritto Hans-Christian); non è corretto, dunque, usare la forma "Hans Andersen". In Danimarca e nel resto della Scandinavia, "Hans Christian" è spesso scritto "H.C."; si tratta di una forma molto diffusa per questo e altri nomi tradizionali doppi, e non di una comune abbreviazione delle iniziali.

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