Gesto
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I gesti sono parte del linguaggio del corpo, l'aspetto piú studiato e conosciuto della comunicazione non verbale. Il gesto spontaneo va distinto dai linguaggi gestuali, che sono codificati, come per esempio il Linguaggio dei segni. Va detto che la nostra attenzione si sofferma sui gesti anche perché sono facilmente osservabili, mentre altri aspetti del linguaggio corporeo sono difficili da cogliere a livello conscio. Qui ci soffermiamo su posizioni e movimenti degli arti e particolarmente delle mani, mentre pegli atteggiamenti del corpo nel suo insieme, anche rispetto allo spazio, sarà utile vedere la voce linguaggio del corpo.
[modifica] Linguaggio delle mani
Le mani, per esempio durante una conversazione ma non solo, esprimono lo stato d'animo del soggetto e quindi ci parlano anche del suo carattere. Il nasconderle, per ersempio in tasca, esprime un atteggiamento di riserva o di chiusura.
Le mani spesso toccano altre parti del corpo: si hanno allora i grattamenti.
Altre volte le mani si trovano a sfiorare l'interlocutore, o a toccarlo (abbracci, pacche, strette di mano).
Ecco alcuni atteggiamenti caratteristici:
- La mano ad artiglio, colle dita piegate e il palmo verso il basso, indica una carica aggressiva, un atteggiamento minaccioso e poco razionale (fig.1).
- Lo sfregamento del pollice sull'indice denota un atteggiamento dubbioso, d'incertezza (fig.2).
- La mano a gancio indica un atteggiamento distratto, superficiale, sognatore, tendente al giuoco e alla sottovalutare la realtà (fig. 3).
- La mano che indica, un gesto spesso inconsapevole, vuole imporre o reprimere e indica quindi insicurezza e mancanza di controllo (fig.4).
- La mano chiusa intorno al pollice mostra insicurezza e scarsa fiducia nelle proprie capacità (fig. 5).
- Le punte delle dita unite esprimono una ricerca di accordo e di sintesi, in particolare in chi cerca di persuadere: mostra sicurezza e ottimismo (fig. 6).
[modifica] Il gesto in filosofia
Il gesto e il linguaggio del corpo, in filosofia, ha trovato le trattazioni più significative, nell'800, nei saggi "Maniere" (1844) e "Comportamento" (1860) di Ralph Waldo Emerson. Nel '900, fra i vari filosofi che si sono occupati del gesto ci sono Stanley Cavell (in Philosophy the Day After Tomorrow, 2005), e in Italia il neo-pragmatista Carlo Sini.