Eurico

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Il regno visigoto nel V secolo

Eurico, conosciuto anche come Evarico o Erwigo (c.415 – 484), era il fratello più giovane di Teodorico II e regnò sui Visigoti (con capitale a Tolosa), dal 466 fino alla morte.

Divenuto re, Eurico sconfisse molti sovrani e capitribù visigoti in una serie di guerre civili e divenne presto il primo sovrano di un’unificata nazione visigota. Avvantaggiandosi delle difficoltà di Roma, estese il suo potere sulla Spagna, spingendo gli Svevi nel nord del paese (nella Galizia). Quando l'Impero Romano d'Occidente cadde nel 476, egli aveva già conquistato l’intera penisola iberica.

Ereditò una larga parte dei possedimenti visigoti nella regione gallica dell’Aquitania, un’area che era sotto il controllo visigoto sin dal 415. Nel corso dei decenni i Visigoti espansero gradualmente il loro dominio alle spese del sempre più debole governo romano, avanzando verso la Spagna. Nel 470 Eurico bloccò un tentative di invasione della Gallia da parte del capo celtico Riotamo ed espanse il suo regno nel nord, forse fino al fiume Somme, la linea di demarcazione del territorio dei Franchi.

I precedenti sovrani visigoti avevano ufficialmente regnato regnato solo come legati dell’Imperatore romano, mentre Eurico fu il primo a dichiarare la sua completa indipendenza da Roma. Nel 475 costrinse l’imperatore d’occidente Giulio Nepote a riconoscere questa sua totale autonomia in cambio della restituzione della regione gallica della Provenza. I cittadini romani della Spagna riconobbero in Eurico il loro sovrano. Lo stesso anno il Clermont-Ferrand si arrese a lui dopo un lungo assedio e il suo vescovo, Sidonio Apollinare, chiese la pace. Eurico spartì l’Impero romano d’Occidente con Odoacre.

Eurico fu il primo Germano a codificare formalmente le leggi del suo popolo. Il Codice di Eurico, emanato negli anni Sessanta/Settanta del V secolo (e in gran parte giunto fino ad oggi) ha infatti codificato le tradizionali leggi affidate fino a quel momento alla memoria e all’oralità. Alla sua morte (484), il regno visigoto comprendeva tutta la Spagna, tranne la Galizia sveva, e oltre 2/3 dell’odierna Francia. A lui successe il figlio Alarico II.

Nel 38esimo capitolo della sua Storia del declino e della caduta dell’Impero romano, Edward Gibbon afferma: «La fortuna delle nazioni è spesso dipesa dalle casualità; e la Francia potrebbe attribuire la sua grandezza alla prematura morte del re dei Goti, quando suo figlio Alarico II era un fanciullo indifeso e il suo avversario Clodoveo un giovane ambizioso e valoroso».