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Castello Maniace - Wikipedia

Castello Maniace

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L'ingresso del castello
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L'ingresso del castello

Il Castello Maniace è uno dei più importanti monumenti del periodo svevo a Siracusa.


Indice

[modifica] Storia

A difesa del porto naturale di Ortigia il comandante bizantino Giorgio Maniace fece costruire nel 1038 un forte, che venne poi trasformato in castello da Federico II. Esso infatti venne realizzato dall'architetto Riccardo da Lentini tra il 1232 e il 1240 su incarico di Federico II. Nel 1288 egli vi dimorò con la famiglia, il re Pietro d’Aragona.

Nel 1321 Federico III di Aragona, vi convocò il Parlamento siciliano che sancì l’eredità del figlio Pietro III di Aragona.
Nel periodo in cui Siracusa fu sede della Camera Reginale (1305 – 1536) il castello ha ospitato le Regine Costanza d'Aragona e di Navarra nel 1362, Maria d’Aragona nel 1399, Bianca d’Aragona nel 1416, e l’ultima che ebbe in dominio la Città, Germana de Foix, seconda moglie, vedova di Ferdinando il Cattolico.
Nel 1540 qui alloggiò anche l’ammiraglio Andrea Doria durate la spedizione organizzata da Carlo V contro i Musulmani.


Per quasi tutto il XV secolo il Castello era una prigione. Alla fine del XVI secolo, il Castello Maniace diventa un punto nodale della cinta muraria di Ortigia. Il 5 novembre 1704, una furibonda esplosione avvenuta nella polveriera sconvolge l'edificio. Brani di crociere e blocchi di calcare vengono lanciati nel raggio di diversi chilometri. Negli anni successivi si appresta la ricostruzione, che lascia intatte le parti rovinate dall'esplosione, mentre si creano tamponature per la realizzazione di magazzini. In età napoleonica il Castello rivive con funzioni militari e viene munito di bocche da cannone. Nel 1838, a salvaguardia dei moti che stavano scatenadosi in tutto il regno, i borbonici di Ferdinando vi innalzano una casamatta. Dopo l'unificazione d'Italia esso rimane una struttura militare.

Ad oggi dopo un lungo restauro, e la smilitarizzazione dalla storica caserma dell'Esercito, il monumento è tornato alla pubblica fruizione. Negli ultimi anni infatti oltre all'apertura al pubblico è stato sede di spettacoli dell'Ortigia Festival.

[modifica] Il castello

Veduta del Castello da un disegno del 1630
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Veduta del Castello da un disegno del 1630

La fortificazione era raggiungibile solo attraverso un ponte levatoio, colmato nel Cinquecento, che lo isolava dalla terraferma rendendola praticamente inespugnabile.
Il castello si presenta come una poderosa struttura di 51 metri per lato. Tra tanta severità colpisce la grazia decorativa del portale, la cui profondità della strombatura è sfruttata dai costruttori per realizzarvi dei virtuosismi artistici che poco si addicono ad un’opera preminentemente militare. In questi, sebbene erosi dal tempo vi sono ancora quattro (due per lato) figure zoomorfe.

[modifica] Il nome del castello

Il nome del castello deriva da Giorgio Maniace, un generale bizantino che nel 1038 riconquista per breve periodo la città dagli Arabi e porta in dono due arieti bronzei ellenistici, che poi vengono posti all’entrata del Castello stesso che ha impropriamente conservato il nome del condottiero.


[modifica] Dubbi sulla sua reale funzione

Che cos’era veramente il Castello Maniace? Era davvero quella macchina da guerra che la tradizione ci tramanda? A Trapani infatti, la fortezza è all’estremità della città, verso il territorio e non sulla punta; a Messina è nel punto dove l’abitato incontra il territorio; ad Augusta – che ha una conformazione geografica del tutto simile a Siracusa, con due porti – il castello è posto a difesa del porto e della città. Come mai quindi questa posizione?

Anche i dati costruttivi accrescono i dubbi. Manca infatti baglio, cioè la piazza d’arme: quello spazio interno che consentiva le manovre delle macchine da guerra, le ingombranti catapulte, o trabucchi, destinate a lanciare pietre o altro. Né l’interno viene in nostro soccorso, in quanto vi è una grande sala ipostila, cioè piena di crociere e di colonne che ha soltanto nel modulo centrale un prezioso cortile ma che non ha niente a che vedere con lo spazio di manovra. Le torri stesse, ingombrate all’interno dalle scale, non potevano servire a scopi difensivi. Inoltre l’assenza di strutture abitative, dei depositi per le derrate alimentari e per il munizionamento, accrescono ancor di più il fascino ed il mistero di questa imponente costruzione.

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