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Breakdance - Wikipedia

Breakdance

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Breakdance a Kopenhagen
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Breakdance a Kopenhagen

La breakdance (vero nome B-Boying o Breaking) è un ballo acrobatico sviluppatosi ad opera delle communità afro-amerciane e latine a partire dal 1968 nel Bronx di New York. La Breakdance nasce musicalmente sui break del dj giamaicano Kool DJ Herc, padre fondatore della cultura Hip Hop.


Indice

[modifica] Storia

Le origini di questo ballo (ovvero, quando è iniziato e il luogo esatto da cui proviene) sono abbastanza incerte, date le tantissime influenze nel corso della sua storia. In generale, per convenzione, la sua nascita viene stabilita intorno alla fine degli anni '60 - prima metà degli anni '70, tra i giovani afroamericani del South Bronx di New York. Dj Kool Herc, conosciuto anche come il fondatore del movimento Hip Hop, battezzò "B-boys" i giovani ballerini che si esibivamo durante le sue performance musicali. Secondo Mr. Wiggles, la storia della Breakdance, si può dividere in 3 fasi.

[modifica] The Blueprint (1968-1974)

Questa fase pose le basi per la Breakdance come odierna. I primi b-boys furono: Klark Kent, The Amazing Bobo, James Bonf, Sau Sau, Tricksy, El Dorado Mike, The Nigga Twins. Questi ultimi nel film-documentario The Freshest Kids (2001) sono identificati con molta probabilità come i primissimi B-boys in assoluto. Come essi stessi dichiarano, alle origini, la maggior parte dei passi erano in piedi e a terra non per ballare a terra non si seguiva nessuna struttura di base. In questo periodo la comunità afro-americana dominava la scena, mentre quella latina (portoricani in prevalenza) era abbastanza emarginata. Il Breaking era una cosa prettamente da "neri".

[modifica] Foundation (1975-1979)

La seconda fase si apre con l'ascesa del Dj portoticano Charlie Chase che portò alla ribalta lo "stile latino". Sulla scena in questo periodo ricordiamo: Pow Wow, Beaver, Spy, Sundace, Bos, Jojo (Spiderman), Trac 2, Mongo, Of, Vinnie, Spivey, Cadilac Mel, Weeble Rock, Blue Eyes, Joey, e il giovane Crazy Legs e altri. Le crew erano: Zulu Kings, Crazy Commanders, TDK, Sal Soul Crew, 7DS, TBB (The Bronx Boys), Masta Plans, Fantastic 4 e la più importante di tutte: Rock Steady Crew. Tutto ciò permise allo stile di ballo della comunità latina di integrarsi con quello della comunità nera. Molti passi base relativi alle quattro componenti di cui il B-boying moderno è composto, furono introdotti in questi anni da una nuova generazione di b-boys. Prendendo spunto dalla Salsa e dalla Capoeira, i portoricani furono i reali creatori della "foundation" del B-boying. In particolare ricordiamo il C.C. Long (six step) e il Track, mosse fondamentali per ciò che riguarda i footworks.Nel 1977 viene fondata la Rock Steady Crew destinata ad essere portavoce delle vere origini del B-boying. Tuttavia nel 1979 erano molti i b-boys che avevano abbandonato la danza per dedicarsi ad altre discipline della cultura Hip Hop (DJing, Graffiti, Rap) diffondendo non poca crisi e perplessità sul futuro del B-boying.

[modifica] Powermove Era (anni '80)

Negli anni ottanta, la Rock Steady Crew di New York, grazie al giovane Crazy Legs, reclutò molti b-boys anche fuori dal Bronx. Ken Swift, Mr. Freeze, Lil Crazy Legs e molti altri, divennero esponenti della Rock Steady nella zona di Manhattan. In breve nacquero molte altre crew fra cui i Dynamic Rockers, protagonisti assieme ai Rock Steady, della celebre sfida al Lincoln Center di New York del 1981. Questa sfida fu la prima ad essere trasmessa via etere dalla ABC e successivamente inserita nel documentario Style Wars (1982) della P.B.S.. Negli anni a seguire, l'esplosione mediatica che la Breakdance ebbe, offrì l'opportnità a migliaia di giovani di confrontarsi con questa nuova forma d'espressione. Nella West Coast, a Los Angeles, i b-boys si concentrarono molto sulla pratica delle powermoves ed introdussero molte evoluzioni. Los Angeles è anche lo scenario di due film storici: Breakin (1984) e Breakin 2: Electric Boogaloo (1985). Televisione, pubblicità, cinema, teatro, festival: la Breakdance era d'appertutto e la sua pratica si diffondeva in tutto il mondo.

[modifica] Oggi ('90-2006)

Benché la forte popolarità del Breaking sia scemata negli anni 1990, è rimasto comunque un fenomeno tradizionale per il grande pubblico, mantenendo una certa esposizione mediatica attraverso presenze in film e pubblicità. Per molti entusiasti breaker rimane un passatempo divertente e, per alcuni, uno sport serio dove competere in esibizioni e gare annuali, di livello sia nazionale che internazionale, tra cui vanno sicuramente ricordati il Battle of the Year e il Freestyle Session. Dal 2002 circa, il B-boying e le danze Hip Hop sono tornate alla ribalta in tutto il mondo. Le comunità on-line di b-boy e b-girl sono ormai centinaia e permettono di conoscersi, discutere, osservarsi, scambiare musica in tutto il globo. Oltre alla scena degli Stati Uniti, è venuta alla ribalta la scena tedesca (già famosa dagli anni '90), francese e sud-coreana.

[modifica] L'Italia

Il breaking in Italia giunse nei primi anni '80, con l'arrivo di alcune pellicole ormai storiche quali Wild Style e Beat Street. Quest'ultimo racconta la storia di una grande sfida avvenuta al Roxy (locale storico di New York campo di battaglia di numerose sfide) tra Rock Steady Crew e New York City Breakers. Luoghi storici del breaking italiano sono il Teatro Regio di Torino, il Burghy a Milano e la "Longines" in Piazza Piccapietra a Genova, dove per molti anni vi fu un campo fertile notevole per i breaker italiani.

Per quello che si ricordi il primo breaker italiano fu Twice ma il più importante è senz'altro The NextOne (Maurizio Cannavò, 1969) considerato un maestro a livello mondiale. Fra i primi della scena italiana ricordiamo inoltre: Emilio e Marcella di Genova membri del Battle Squad (dalla Germania assieme ai fondatori del gruppo Storm e Swift), Shawn, Tony, Michele di Milano, Crash Kid di Roma, Scacio di Manotova, Led di Bologna, Kid Head (Davide) di La Spezia, DC Ace (Carlo) di Pesaro. Template:Vedi

[modifica] Estetica

[modifica] Musica

Poiché l'usurata citazione "break the beat" perdura, la musica continua ad essere ingrediente principale della breakdance. Le canzoni originali che hanno diffuso questa forma di ballo prendono a prestito significativamente dai generi progressivi di jazz, soul, funk, disco ed R&B. La caratteristica più comune della musica per breakdance consiste nei cosiddetti breaks, o compilation formate da campionamenti presi da differenti brani, collegati e concatenati dal DJ, dove il tempo varia generalmente tra 120 135 bpm. Kool Herc è accreditato come l'inventore di questo concetto, più tardi definito breakbeat. La selezione musicale non è limitata all'hip hop, così come altre variabili non sono rigidamente definite. Può essere adattata prontamente in base a gusti diversi (spesso con l'aiuto del remix) su qualunque tipo di musica. Le competizioni mondiali hanno visto fortemente progredire il genere elettronico pesante europeo, e perfino l'inatteso utilizzo dell'opera. Molte teorie esistono sulle origini possibili del termine break, nessuno trova un diffuso consenso. L'autore e musicista David Toop ha presentato la sua versione, in cui il nome deriva letteralmente dai break (pause) nei brani musicali, quando i ballerini si esibivano rapidamente, improvvisando passi di danza. I break diventarono parte consistente delle esibizioni dei DJ dopo l'avvento della tecnica del cutting ovvero l'isolamento e la ripetizione di parti di disco senza supporto vocale.

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«The word break or breaking is a music and dance term (as well as a proverb) that goes back a long way. Some [songs], like "Buck Dancer's Lament" from the early 20th century, featured a two-bar silence every eight bars for the break - a quick showcase of improvised dance steps."»
(David Toop)

Nel documentario The Freshest Kids, tuttavia, uno dei pionieri dell'hip hop come DJ Kool Herc propose una diversa ipotesi sull'origine, suggerendo il rapporto tra il termine in slang break ed i complimenti alle qualità esplosive dei breaker. Inoltre lui e i suoi B-boys erano definiti "the boy who BROKE" (il ragazzo che era uscito di testa) poiché, comprando i dischi in doppia copia, passava da un disco all'altro ripetendo la stessa parte musicale, creando i primi Breakbeat.

Ci sono inoltre altri termini che caratterizzano questo stile di ballo, in particolare b-boying o b-girling, utilizzati per la prima volta da Kool Herc che durante le performance ai dischi soleva gridare "b-boys go down!" per invitare i ballerini ad esibirsi. Alcuni suggeriscono che la "'B'" non corrisponda ad una specifica parola, ma ad una serie di parole intercambiabili, come "Boogie", "Bronx," o "Break", o ancora "Breakbeats"

Anche per ciò che riguarda i termini sopra detti, non vi è certezza sull'etimologia ed il dibattito è ancora aperto. Il termine break fu successivamente adattato dai media all'inizio degli anni '80 e largamente accettato dal pubblico.


[modifica] Influenze

I primi b-boys ebbero diversi punti d'ispirazione per iniziare a plasmare questa forma di danza inedita. Poiché la prevalenza di b-boys era afro-amercana, molti degli ispiratori hanno un background africano. Riportiamo qui di seguito un elenco di personaggi e pratiche che sono riconosciute (per ammissione degli stessi b-boy dell'epoca) come le fonti d'ispirazione "chiave" per la nascita del Breaking:

[modifica] Modalità espressive

Il termine Toprock si riferisce a qualsiasi gruppo di passi eseguiti in piedi, e necessita di una miscela di coordinazione, flessibilità, stile, e soprattutto ritmo. Generalmente viene utilizzato per primo nella prova del breaker, consistendo in una sorta di apertura della performance ed una dimostrazione del proprio stile, oltre che un tipico riscaldamento per una successiva transizione a manovre con più forte componente acrobatica. ATTENZIONE: l'Uprock NON è un tipo di toprock orientato alla competizione, bensì una forma di danza a se stante dal breaking, sviluppatasi a Brooklyn negli anni settanta.

Il termine Downrock, più acrobatico e più vicino alla ginnastica, comprende tutti i movimenti eseguiti con mani, braccia ed altre parti del tronco, e che presentano contatto con il terreno. Più in generale, il cosiddetto footwork del breaker si riferisce alla sua capacità di controllo ed alla velocità di movimento dei suoi piedi.

Il Freeze, come indica il nome che ricorda il "congelamento", si focalizza sulle pose, i movimenti di tal genere che necessitano più abilità richiedono la sospensione del corpo dal pavimento utilizzando parti specifiche del corpo (ad esempio una mano). Considerando che il termine detto si riferisce ad una posa, il locking e comunemente associato al popping ed al locking, due elementi dello stile funk evolutisi indipendenti in California nei tardi anni 1960, la breakdance è distinta dal popping e dal locking in queste moves richiedono un più sviluppato senso di atleticismo in contrasto con la contorsione delle membra tipico del popping & locking. I ballerini che desiderano allargare la loro gamma espressiva, tuttavia, possono spaziare in tutti i tipi di danza hip hop. Richiede la transizione rapida fra ciascuno dei freezes multipli. Le moves "autodistruttive" si riferiscono a figure come il Suicide che prevede l'atterraggio sicuro in posizioni solo apparentemente dolorose.

Il termine Battle (battaglia) si riferisce invece a qualsiasi livello di competizione dove i breaker, in uno spazio aperto, partecipano a gare a turni basate su coreografie improvvisate o precedentemente progettate. I partecipanti variano nel numero, si va da sfide head-to-head (uno contro uno) alle battaglie in cui si vedono opposte due crew (squadre) composte di un numero variabile di elementi. I vincitori sono coloro che esibiscono le combinazioni più spettacolari e meglio eseguite. Infine il termine Cypher, che fa da contraltare a Battle, è una sorta di incontro dove il lato competitivo è meno enfatizzato.

Il normale percorso di una esibizione di breakdance prevede la transizione dal toprocking, al downrocking, tipicamente con alcune varianti del six step (o 6-step) fino al culmine raggiunto da passi di freezing e suicide.

[modifica] Vestiario

Per molti breaker, l'aspetto è un modo per definire la propria identità. Quelli degli anni '80 per la maggioranza indossavano scarpe basse Adidas, Puma, o Fila con lacci elaborati e colorati. Alcuni breaker abbinavano i loro cappelli, le camicie e le scarpe per uniformità all'interno della crew, creando così una sorta di effetto "forza dei numeri". I B-boy inoltre portavano tute di nylon che erano funzionali come pure alla moda. La superficie liscia ed a basso attrito permettera al breaker di scorrere molto più prontamente sul pavimento rispetto a tessuti come il cotone. I rivestimenti di nylon dei cappucci hanno permesso ai ballerini di effettuare head spins (rotazioni sulla testa) e windmill con relativa facilità. In aggiunta, l'immagine popolare dell'originale breakdancer lo vede sempre coinvolto in performance per strada, accompagnate dall'immancabile boombox (grosso stereo con funzioni radio/musicassetta, detto anche Ghettoblaster). I b-boy oggi vestono in maniera differente, conservando la costante del vestiario "fresh" (comodo). Assieme alla diffusione del b-boying come forma d'arte dalle città verso le cinture suburbane e verso differenti gruppi sociali, si sono quindi sviluppati diversi sensi per intendere il termine "fresh".


[modifica] Cultura

[modifica] Breakdance: ballo o danza?

Il Breaking si pone a metà strada fra Danza e Ballo. É un ballo, poiché utilizzato come pratica sociale ed è una danza poiché implica studio e allenamento. Secondo Hugues Bazin (La cultura Hip Hop, 1999), l'ambiente sub-urbano vissuto dai primi b-boys ha permesso alla Breakdance di ispirarsi alla vita reale per portare avanti la propria ricerca artistica. Poiché nel Breaking vengono reinterpretate pratiche socio-culturali africane, l'elemento rituale è molto forte e ne denota i significati sia estetici sia culturali. La performance di Breakdance, pur sfruttando i luoghi caratteristici dei balli popolari (strade, discoteche, feste private) dimostrano di essere il frutto di una ricerca espressiva.

[modifica] Influenze sulla cultura popolare

Sin dal suo inizio, il breaking ha fornito una cultura giovanile alternativa e costruttiva, rispetto alla violenta realtà delle gang urbane. Oggi, la cultura della breakdance è una disciplina notevole che riunisce le abilità di ballerini ed atleti. Poiché l'accettazione e la crescita è centrata esclusivamente sulle capacità che si dimostrano, tale cultura è pressoché esente da distinzioni di razza, sesso ed età, ed è stata accettata e praticata universalmente.

[modifica] Le Crew Storiche

Uno dei primi gruppi (crew) a praticare il breaking fu la crew degli Zulu Kings, voluta da Afrika Bambaataa, che comprese subito le potenzialità del breaking, ed incitò la sua pratica fin dai primi anni 70. Gli Zulu Kings vinsero moltissime sfide, si esibirono in numerosi locali a New York e furono da subito parte integrante della Zulu Nation.

La Rock Steady Crew è una delle crew più famose al mondo, conta ormai moltissime "rappresentanze" in altri paesi, e contribuì tantissimo allo sviluppo del breaking introducendo nuove e spettacolari moves, tra cui si può citare il Crazy Legs, che deve il suo nome al suo inventore.

[modifica] Principali riferimenti mediatici alla breakdance

  • 1982 - Buffalo Gals (videoclip di Malcolm McLaren): Il primo video di breakdance su MTV, che ha portato l'hip hop al grande pubblico, soprattutto in Europa
  • 1982 - Style Wars (documentario): abbraccia tutte le discipline dell' Hip hop ma contiene grandi testimonianzee sul B-boying (attualmente in vendita il DVD con contenuti extra non presenti nella versione originale).
  • 1982 - Wild Style (Film)
  • 1983 - Flashdance (film): contiene un'apparizione della Rock Steady Crew
  • 1984 - Beat Street (film): ambientato a New York, vede la perfomance dei New York City Breakers
  • 1984 - Breakin' (film): il primo film interamente dedicato al breaking
  • 1984 - Breakin' 2: Electric Boogaloo (film)
  • 1997 - It's Like That dei Run DMC (videoclip): probabilmente il videoclip dance responsabile del ritorno in auge della breakdance, nel video si scontrano due crew composte rispettivamente da soli ragazzi e sole ragazze.
  • 1998 - Bust A Groove (Serie di videogame): due giochi della 989 Studios
  • 1998 - Dance Dance Revolution (Serie di videogame usciti dal 1998 in avanti)
  • 2001 - Zoolander (film)
  • 2001 - Save the Last Dance (film)
  • 2002 - Days Go By di Dirty Vegas (videoclip)
  • 2004 - You Got Served (film): incentrato sulle danze Hip Hop nel mondo delle palestre
  • 2004 - South Park - You Got F'd in the A (serie televisiva): nell'episodio c'è una parodia di You Got Served.
  • 2006 - B-boy (Videogame)

[modifica] Leggende

Spesso la pericolosità di questa pratica viene accentuata. Così come altre attività strenui, un calcolato rischio di infortunio ovviamente esiste.

Un'altro luogo comune è quello di mettere in relazione la breakdance con le sue origini derivate dalle gang. Nella storia di questa pratica, spesso è stata presentata al contrario come una soluzione alternativa al duello cruento tra gang. È meno chiaro se questo è un mito o ha un fondo di verità: alcuni credono che le battaglie di breakdance effettivamente siano state usate per appianare conflitti e che alcuni membri delle gang siano passati dalla violenza di strada al ballo. Altri credono che b-boying non abbia mai avuto la parte di mediatore per le rivalità tra gruppi. L'ultima tesi è sostenuta dall'idea della "Zulu Gestapo" di Afrika Bambaataa e della Zulu Nation.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Bibliografia

  • Mr. Fresh & the Supreme Rockers. Breakin'.
  • David Toop (1991). Rap Attack 2: African Rap To Global Hip Hop, p.113-115. New York. New York: Serpent's Tail. ISBN 1852422432. (Trad. It. Rap. Storia di una musica nera, Torino, EDT, 1992, pp. 207)
  • Bazin, Hugues, La cultura Hip Hop, Nardo, Besa, 1999, pp. 285.
  • Ferrari, Paolo, Hip Hop, Firenze, Giunti, 1999, pp. 127.
  • Cooper, Martha, Hip Hop Files, 2004.

[modifica] Sitografia

  • Mr Wiggles Homepage dello storico B-boy della RSC, con una parte dedicata al "Knowledge"
  • Del Barco, Mandalit. Breakdancing. Una serie di articoli che disegnano le radici di questa forma di danza.

[modifica] Collegamenti esterni (internazionali)

[modifica] Collegamenti esterni (italiani)

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