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Autodefensas Unidas de Colombia - Wikipedia

Autodefensas Unidas de Colombia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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Le Autodefensas Unidas de Colombia (Unità di autodifesa della Colombia o anche AUC) sono un insieme di gruppi paramilitari colombiani riunitosi in un'unica organizzazione nell'aprile del 1997 per consolidare e proteggere le condizioni economiche e sociali di diverse aree della Colombia.

La stessa AUC ha ammesso in passato di avere l'autorità sulla quasi tutti i gruppi paramilitari colombiani e l'appoggio, diretto o indiretto, di quelle fazioni ritenute ancora indipendenti. È stato stimato che si serva di almeno 20.000 militanti. L'AUC è considerata un'organizzazione di stampo terroristico da molti paesi, tra cui gli Stati Uniti e l'Unione Europea.

L'AUC afferma che il suo obiettivo primario è proteggere i suoi finanziatori e sostenitori dagli insorti e dalle loro attività, tra cui il rapimento, l'omicidio e l'estorsione, per via della debolezza dello stato colombiano che storicamente non è mai riuscito a garantire tale protezione. L'AUC attualmente si presenta come una forza anti-insurrezionalista regionale e nazionale. Nel 2000, l'ex capo supremo dell'AUC, Carlos Castaño Gil, sostenne che il 70% dei costi operativi dell'organizzazione erano finanziati con i proventi del commercio di droga, la parte restante proveniva da "donazioni" dai suoi sponsors.

Indice

[modifica] Attività

I principali nemici dell'AUC sono i gruppi insurrezionalisti di sinistra: le FARC e l'ELN. Tutti e tre i gruppi sono presenti negli elenchi delle organizzazioni terroristiche dell'Unione Europea e sono classificati come organizzazione terroristica estera dal Dipartimento di Stato degli USA. Quest'ultimo ha aggiunto l'AUC al suo elenco nel 2001, condannandolo per massacri, torutre e altri abusi dei diritti umani.

Secondo la polizia nazionale colombiana, nei primi 10 mesi del 2000, l'AUC eseguì 804 assassinii, 20 sequestri di persona e 75 massacri con 507 vittime. L'AUC sostiene che le vittime furono principalmente guerriglieri o loro simpatizzanti. Le tattiche di combattimento consistono di operazioni convenzionali e di guerriglia contro unità delle principali forze di insorti. Gli scontri dell'AUC con unità dell'esercito e della polizia sono in aumento, anche se il gruppo tradizionalmente ha evitato le forze di sicurezza del governo.

Un rapporto del gennaio 2005 dell'Alto Commissariato dell'ONU per i diritti umani, affermava che, durante il 2004, "l'AUC è stato responsabile per 342 casi di violazione della cessazione delle ostilità. Queste comprendono il presunto reintegro nelle proprie fila di personale smobilitato, massacri, trasferimenti forzati, omicidi selettivi e sistematici, sequestri di persone, stupri, sparizioni, minacce, intimidazioni e saccheggi. Queste azioni si sono svolte in 11 dipartimenti e hanno preso di mira la popolazione civile, in molti casi le comunità indigene." [1]

Alcuni analisti e rapporti recenti di Human Rights Watch sostengono che numerosi elementi all'interno dell'esercito e della polizia colombiani hanno collaborato con locali gruppi apramilitari dell'AUC e continuano a tollerarli. [2] Diversi di questi analisti possono concedere che ci sia stata una notevole riduzione di questi comportamenti negli anni recenti, e che sono stati aumentati i tentativi di combattere l'influenza dei paramilitari, ma molti considerano che ancora molto deve essere fatto e restano quindi molto critici sulla situazione.

[modifica] 2003-2004: primi tentativi di negoziazione

Recentemente, dopo la dichiarazione di un cessate il fuoco (che in pratica sia l'AUC che il governo hanno dichiarato publicamente essere parziale, risultando in una riduzione ma non nella cessazione delle uccisioni), il governo del presidente colombiano Álvaro Uribe Vélez ha avviato dei colloqui con il gruppo, che mirano a giungere allo smantellamento dell'organizzazione e alla reintegrazione dei suoi membri nella società. La scadenza dichiarata per il completamento del processo di smobilitazione venne inizialmente fissata al dicembre 2005, ma venne in seguito prorogata al febbraio 2006. Dal 2003 al 3 febbraio 2006, circa 17.000 dei 20.000 combattenti dell'AUC hanno consegnato le loro armi. [3] Questa cifra è più che doppia rispetto a quella inizialmente stimata dal governo prima dell'inizio dei negoziati.

Venne resa pubblica una proposta di legge che offriva il perdono ai membri di qualsiasi gruppo armato illegale (il che avrebbe legalmente incluso sia guerriglieri che paramilitari), dichiarava un cessate il fuoco e avviava negoziati con il governo; principalmente in cambio della verificata smobilitazione, del concentramento di tali gruppi in una determinata area geografica e della riparazione simbolica delle offese commesse contro le vittime delle loro azioni. Dopo molte discussioni e controversie, venne distribuita ai media e ai circoli politici una versione ulteriormente rivista. Questo nuovo progetto non venne sottoposto ufficialmente all'approvazione del Congresso della Colombia e proseguirono ulteriori discussioni sulla questione.

La proposta di legge, tra le altre cose, chiedeva la creazione di un "tribunale della verità", composto da tre a cinque membri, che avrebbe studiato ogni caso presentatogli (su richiesta del presidente), dopo che i gruppi/individui avessero firmato un accordo per il rispetto delle leggi umanitarie internazionali e accettato l'autorità del tribunale, in cambio di una sentenza minima da cinque a dieci anni (parte dei quali potevano essere scontati fuori dalla prigione) per i colpevoli dei primini più gravi, della confessione dei crimini commessi in connessione alle attività illegali dei gruppi armati, e del completamento di atti concreti di riparazione nei confronti delle vittime.

Se il tribunale avesse negato i benefici a qualcuno, non ci sarebbe stata possibilità di riconsiderazione. Comunque, il presidente sarebbe stato in grado di porre il veto su individui che avessero ricevuto una sentenza favorevole. Questa nuova bozza della proposta di legge sarebbe stata in vigore solo fino al 31 dicembre 2006.

Il portavoce di Human Rights Watch, Jose Miguel Vivanco, dichiarò pubblicamente, durante una delle audizioni finali che vennero create per discutere aspetti della proposta originale (della quala rimase altamente critico), che le nuove proposte sembravano a prima vista essere considerevolmente più in linea con gli standard internazionali, ma che doveva essere fatto di più per poter risolvere completamente la questione.

In contrasta a questi sforzi, Salvatore Mancuso, uno dei principali comandanti delle AUC, espresse pubblicamente di essere contro qualsiasi potenziale estradizione della sua persona (e dei suoi "compagni d'arme") verso gli USA e si rifiutò di "passare anche un solo giorno in prigione".

[modifica] Film

  • La Sierra. Prodotto e diretto da Scott Dalton e Margarita Martinez.

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