Arcadia
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Prefettura: Arcadia Νομός Αρκαδίας |
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Regione amministrativa | Peloponneso |
Capoluogo: | Tripoli |
Popolazione: | {{{Popolazione}}} |
Area: | 4.419 km² |
Densità: | 22,8 ab./km² |
Numero delle province: | 4 |
Numero delle municipalità: | 22 |
Numero delle comunità: | 1 |
Codice postale: | 22x xx |
Prefisso telefonico: | 2710, 275x0, 279x0 |
Targa automobilistica: | TP |
ISO 3166-2: | GR-12 |
Nome degli abitanti: | Arcadi |
Indirizzo dell'amministrazione: | - |
Sito web: | www.arcadia.gr/ |
L'Arcadia è una regione agricola e pastorale della Grecia, al centro del Peloponneso ma andrebbe più correttamente intesa come un luogo ideale di vita amena, idillica e del tutto separata dalla realtà, come, appunto, nella favolosa e mitica regione greca dell'Arcadia.
[modifica] L'Arcadia nel panorama della letteratura Italiana
A tale regione fanno riferimento l'opera Arcadia, romanzo pastorale in prosa e versi di Jacopo Sannazzaro (1501) e l'omonimo. Quest'ultima rappresenta, oltre ad un circolo letterario, un vero è proprio movimento letterario, fondato a Roma il 5 ottobre 1690. I suoi fondatori sono 14 letterati e intellettuali, tutti appartenenti al circolo della regina Cristiana di Svezia. Il nome, oltre a ricollegarsi idealmente alla classicità e al romanzo di Sannazzaro, rievoca il carattere evasivo dell'attività poetica svolta all'interno dell'Arcadia. Era ancora viva, infatti, all'interno dell'accademia l'abitudine di matrice seicentesca, al "travestimento": Ogni accademico si sceglieva un nome tra quelli dei pastori protagonisti delle opere di carattere bucolico greco-latine, la sala riunione venne rinominata Bosco Parrassio e a capo dell'organismo vi era un custode che svolgeva attività analoghe a quelle dell'odierno presidente di un circolo culturale. Tra i custodi che si sono succeduti durante la vita dell'Arcadia e' necessario ricordare Gian Vincenzo Gravina(Cosenza1664, Roma 1718). Tappa finale dell'Arcadia, era teorizzare una via alternativa al "cattivo gusto" barocco. La sua volontà era di impedire alla poesia divenire mero artificio retorico. Per questo suo fine ultimo, l'accademia è stata spesso definita come una coscienza di decadenza, ovvero come la consapevolezza, oggi ritenuta oggettivamente errata, che la letteratura avesse raggiunto il suo apice nel periodo classico greco-latino e nel Petrarca (Arezzo 1304- Arquà 1374). Si svilupparono in tale prospettiva due filoni interni all'Arcadia: quello "petrarcheggiante", i cui massimi esponenti furono Giambattista Felice Zappi (Imola 1667 - Roma 1719) e Paolo Rolli (Roma 1687- Todi 1765) e quello "classicheggiante", il cui massimo esponente fu Pietro Metastasio, pseudonimo grecizzato di Pietro Trapassi (Roma 1698- Vienna 1755). Nonostante le copiose teorizzazioni estetiche ad opera dell'accademia, essa ebbe un carattere non-rivoluzionario, e la sua influenza rimase circoscritta al territorio "italiano": L'accademia soffri infatti di tre gravi limiti: 1) La mancanza di ideali nuovi, più freschi e meno anacronistici; 2) La mancanza di concretezza, l'accademia aveva assunto, infatti, i caratteri di una realtà alternativa e fittizia, poco attenta alle strade letterarie intraprese nel resto d'Euoropa, 3) La mancanza di "verità": la produzione Arcadica era sì caratterizzata da una grande raffinatezza formale, ma era frutto di una concessione manieristica della poesia, alla rielaborazione di già ben noti topoi letterari. Tali limiti appena citati hanno aggiunto al termine Arcadia, un significato figurato è quello di una riunione di persone o una corrente culturale, che tratti futilmente di cose senza importanza.