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Apparato circolatorio - Wikipedia

Apparato circolatorio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


L'apparato circolatorio è il sistema di organi che provvede alla distribuzione delle sostanze nutritive e dell'ossigeno alle diverse parti del corpo dei Vertebrati. Inoltre attua anche l'asportazione delle scorie accumulate, permettendone l'eliminazione attraverso la respirazione, la escrezione urinaria, ecc.

L'apparato è diviso in:

  • apparato circolatorio sanguigno (trasporta il sangue)
  • apparato circolatorio linfatico (trasporta la linfa)

Se il sangue circola sempre all'interno dei vasi, si ha il sistema circolatorio chiuso. Se invece il sistema passa dai vasi ai tessuti, si ha il sistema aperto. Nei vertebrati è sempre chiuso ed è costituito dal cuore, dai vasi arteriosi, dai vasi venosi e da capillari.

La distinzione basilare tra arterie e vene si fonda sulla direzione seguita dal sangue. Rispetto al cuore, nelle arterie è centrifuga, nelle vene centripeta. In alcuni organi (ad esempio il fegato), le vene originate dai capillari si risolvono nuovamente in capillari e si riuniscono in nuove vene: sono dette reti mirabili

Nei Cordati è costituito da un vaso mediano dorsale e uno ventrale che, nella porzione cefalica, sono riuniti da vasi anastomotici metamerici in corrispondenza delle branchie.


Indice

[modifica] Fisiologia umana

[modifica] Apparato circolatorio sanguifero

Il cuore spinge il sangue alla periferia attraverso l'aorta, che, ramificandosi, lo distribuisce a tutto l'organismo. I rami si riducono fino a costituire i capillari, che confluiscono nelle vene, che si allargano progressivamente, riportando il sangue al cuore.

L'apparato da luogo alla circolazione sanguigna.

Nell'uomo viene distinto in due parti, uno definito grande ed uno piccolo, che comunicano tra loro in modo molto limitato. Il piccolo è chiamato anche circolazione polmonare, quello grande circolazione sistemica.

Nel piccolo circolo, l'arteria (arteria polmonare) nasce dal ventricolo destro del cuore, si divide in due, entrando in ognuno dei due polmoni. Qui formano una rete di capillari, che si riuniscono in quattro vene (vene polmonari destre e sinistre), aprentesi nell'atrio sinistro del cuore.
Nel grande circolo, il cuore spinge il sangue alla periferia attraverso l'aorta, che, ramificandosi, lo distribuisce a tutto l'organismo. I rami si riducono fino a costituire i capillari, che confluiscono nelle vene. Queste si allargano progressivamente, rientrando nell'atrio destro, tramite la vena cava superiore e inferiore.

1. L’apparato circolatorio ha relazioni molto strette con tutti i tessuti del corpo.

È importante per i grandi animali avere un apparato circolatorio, con il quale si porta il sangue in tutti i tessuti del corpo. Infatti la diffusione trasporta le sostanze chimiche solo per lo spessore di poche cellule. L’apparato è indispensabile. Esso, per essere efficiente, ha relazioni con i tessuti. Infatti il sangue passa prima nel cuore, poi nei polmoni, e con l’ossigeno giunge in microscopici vasi chiamati capillari. I capillari formano una rete di vasi sanguigni tra le cellule dei tessuti, cosicché nessuna sostanza deve compiere per diffusione tragitti troppo lungi nelle cellule. Dato che i globuli rossi nelle cellule giungono vicini al tessuto circostante, le sostanze nutritive possono diffondersi nelle cellule muscolari. Infatti le molecole arrivano dai capillari verso le cellule grazie alla diffusione. Tra la cellula e i capillari è presente un liquido interstiziale. Tuttavia l’apparato circolatorio ha pure la funzione di convogliare alcune sostanze di scarto verso gli appositi organi (CO2). Infatti i prodotti di rifiuto, grazie alla diffusione rientrano nel capillare. Inoltre l’apparato mantiene costante l’ambiente interno (omeostasi).

2. Negli animali si sono evoluti numerosi tipi di trasporto interno.

Alcuni animali non posseggono un apparato circolatorio; un esempio è l’idra, la quale scambia materiali direttamente con l’acqua circostante. L’acqua entra dalla bocca, viene fatta circolare, ed infine viene espulsa. L’idra non possiede sangue. La Medusa invece possiede delle ramificazioni, i quali posseggono dei flagelli. Questi, con il loro battito, favoriscono la circolazione del loro liquido. Questo sistema è appropriato per animali, le qui cellule corporee sono disposte su un unico strato, ma non è adeguata per altri animali, che hanno strutture formate da diversi strati di materiali. Questi hanno bisogno del sangue. Vi sono due tipi di apparato. Gli invertebrati hanno un apparato circolatorio aperto. Infatti qui il sangue esce dai vasi e scorre tra le cellule dei tessuti. Qui non c’è separazione tra il liquido interstiziale e il sangue. Le sostanze nutritive diffondono dal sangue direttamente nelle cellule corporee, mentre le contrazioni dei muscoli spingono il sangue verso l’estremità osteriore. Quando il cuore si rilassa il sangue ritorna verso il cuore stesso attraverso dei pori che hanno delle valvole che si chiudono quando il cuore si contrae. I vertebrati, inclusi gli esseri umani hanno un apparato circolatorio chiuso chiamato anche apparato cardiovascolare, costituito da una rete di vasi tubulari. Il sangue è nei vasi, che lo tengono separato dal liquido interstiziale. Nell’apparato circolatorio chiuso vi sono: le arterie che trasportano il sangue dal cuore agli organi, le vene che riportano il sangue al cuore, e i capillari, che fanno passare nell’organo il sangue dalle arterie alle vene. Queste si distinguono per la direzione del sangue. Normalmente, le arterie trasportano sangue ricco di ossigeno, e le vene, sangue povero d’ ossigeno. Tuttavia, le arterie polmonari trasportano sangue povero di ossigeno dal cuore ai polmoni, e 4 vene polmonari che portano il sangue appena ossigenato dai polmoni al cuore. Il cuore ha 2 cavità principali; l’atrio che riceve il sangue dalle vene, e il ventricolo, che pompa il sangue verso le branchie attraverso le grosse arterie. Le grandi arterie si ramificano in arteriose, piccoli vasi che danno origine ai capillari. Le reti dei capillari sono chiamate letti capillari. Essi permettono lo scambio chimico tra il sangue e il liquido interstiziale. I capillari si riuniscono nelle venule.

3. L’ evoluzione dell’apparato cardiovascolare nei vertebrati.

Quando i vertebrati acquatici arrivarono sulla terra i loro apparati ebbero imbortanti cambiamenti. Uno fu il passaggio dalla respirazione branchiale a quella polmonare. Il pesce ha una circolazione del sangue definito singolo. Il suo cuore pompa e riceve sangue povero di ossigeno. Il sangue attraversa il letto capillare delle branchie, dove assorbe ossigeno. Il sangue viene aiutato dal movimento del pesce. Il cuore dei mammiferi ha 4 cavità: 2 atri e 2 ventricoli. I vertebrati terrestri hanno una circolazione doppia invece di una singola. La circolazione polmonare che mette in comunicazione il cuore con il tessuto polmonare in cui avvengono gli scambi gassosi, e la circolazione sistemica, che trasporta il sangue dal cuore al resto del corpo e poi di nuovo al cuore. Così, la parte destra del cuore è attraversata dal sangue povero (deossigenato). Questo sangue viene pompato nei capillari polmonari. Il lato sinistro del cuore pompa invece sangue ricco di ossigeno. Esso entra nei capillari sistemici, e dopo essere stato ossigenato ritorna nel cuore. Successivamente il sangue attraversa i capillari sistemici. In questo modo la temperatura del corpo rimane costante. Il passaggio dalle branchie ai polmoni fu quindi una innovazione.

4. L’ apparato cardiovascolare dei mammiferi.

Il cuore umano è costruito con un tessuto muscolare cardiaco. Gli atri ricevono il sangue e lo spingono verso i ventricoli. Questi hanno una parete sottile rispetto ai ventricoli. I ventricoli pompano il sangue verso tutti gli altri organi del corpo e quindi hanno una parete più spessa. Il ventricolo destro pompa il sangue attraverso 2 arterie polmonarie. Nei capillari dei polmoni si libera CO2 e si assorbe O2. Il sangue ricco di ossigeno ritorna nell’ atrio sinistro mediante le vene polmonari (in realtà sono 2 per ciascun polmone). Il sangue ricco di ossigeno passa poi dall’ atrio sinistro al ventricolo sinistro. Le pareti del ventricolo sinistro sono più grosse di quelle del ventricolo destro. Dal ventricolo sinistro si passa all’ aorta. Essa ha un diametro di 2,5 cm. Da qui si ramificano grosse arterie che si dirigono verso la parte superiore e inferiore del corpo. Dalle arterie si passa alle arteriose, nei capillari, nelle venule, per finire nelle vene. Dalla vena cava superiore arriva il sangue deossignato, e la stessa cosa avviene nella vena cava inferiore. Queste passano dall’ atrio destro e infine al ventricolo destro.

5. La struttura dei vasi sanguigni è perfettamente adattata alle loro funzioni.

Grazie ai capillari avvengono gli scambi di materiale tra il sangue e le cellule dei tessuti. Esse sono formate da uno singolo strato di cellule epiteliali, avvolto da una sottile membrana basale. L’ interno dei capillari è liscio e aiuta lo scorrimento delle cellule ematiche. Vene e arterie sono formate dallo stesso epitelio dei capillari, ma rinforzate da altri 2 strati di tessuto, più spessi nelle arterie che nelle vene. Esse possono dilatarsi. O restringersi. Lo strato esterno di tessuto connettivo è elastico e permette ai vasi di dilatarsi. Molte vene possiedono valvole che fanno scorrere il sangue in un'unica direzione.

6. Il cuore si contrae e si rilassa ritmicamente.

L’ alternarsi delle contrazioni e dei rilassamenti del cuore costituisce il ciclo cardiaco. Quando il cuore è rilassato durante la fase diastole il sangue fluisce dentro a tutte quattro le sue cavità. Il sangue entra nell’ atrio destro attraverso le vene cave e nell’ atrio sinistro attraverso le vene polmonari. Durante la diastole che dura 0,4 secondi le valvole atrioventricolari sono aperte. Inoltre, la sistole, che dura 0,1 secondi contrae gli atri che riempiono i ventricoli di sangue. Questo è l’ unico momento dove gli atri si contraggono poi si contraggono i ventricoli per 0,3 secondi. Così facendo si chiudono le valvoleatrioventricolari e si aprono quelle semilunari. Ecco che quindi il sangue povero di ossigeno viene spinto verso i polmoni attraverso l’ arteria polmonare e il sangue ricco di ossigeno va in tutto il corpo tramite l’ aorta. Il sangue entra negli atri anche durante la sistole. La quantità di sangue al minuto che il ventricolo sinistro pompa dentro la aorta è detta gittata cardiaca. Le frequenza cardiaca misura i battiti al minuto. Il battito del cuore è composto da 2 colpi. Il primo è dovuto alla contrazione dei ventricoli e alla spinta del sangue contro le valvole atrioventricolari, mentre il secondo colpo proviene dalla spinta del sangue contro le valvole semilunari.

7. Il nodo senoatriale determina il ritmo del battito cardiaco.

Il battito cardiaco viene fatto dai muscoli cardiaci che formano le pareti degli atri e dei ventricoli. Una regione specializzata del tessuto muscolare cardiaco detta nodo senoatriale (SA), o pacemaker, mantiene il ritmo di pompaggio del cuore determinando la frequenza con cui esso si contrae. Esso genera impulsi che si diffondono rapidamente attraverso entrambi gli atri facendoli contrarre all’ unisono e si trasmettono anche al nodoatrioventricolare (AV). Qui gli impulsi vengono ritardati di 0,1 secondi prima di passare nei ventricoli cosicché gli atri si contraggino per primi e si svuotino completamente prima della contrazione dei ventricoli. Fibre muscolari specializzate trasmettono gli impulsi dal nodo atrioventricolare ai muscoli cardiaci dei ventricoli e danno origine alle violente contrazioni che spingono il sangue dal cuore ai polmoni (dal ventricolo destro) e all’ aorta (dal ventricolo sinistro). Il ritmo è quindi dato dal cuore stesso. Alcune volte è necessario il pacemaker artificiale. Essi emettono segnali elettrici che inducono una contrazione regolare della muscolatura cardiaca. Tuttavia, anche il sistema nervoso centrale esercita la sua influenza. Nel caso di uno sforzo i centri cardiovascolari del nostro encefalo inviano empulsi nervosi, sia al nodo senoatriale e a quello ventricolare. Il contrario succede quando si dorme o quando si è depressi. Ecco che il battito diminuisce.

9. Il sangue esercita una pressione sulle pareti dei vasi.

La pressione sanguigna corrisponde alla forza che il sangue esercita sulle pareti dei vasi sanguigni. Essa è la forza che spinge il sangue dal cuore ai letti capillari. Infatti, quando i ventricolisi contraggono, il viene convogliato nelle arterie più velocemente che nelle arteriole. Ciò dilata le pareti delle arterie. La pulsazione è la dilatazione ritmica delle arterie causata dalla pressione del sangue spinto nelle arterie. La pressione sanguigna dipende anche dalla gittata sanguigna (volume di sangue al minuto che il ventricolo sinistro pompa nell'aorta) e anche dalla resistenza al flusso sanguigno operato dai vasi. Infatti la pressione e la velocità del sangue sono più veloci vicino al cuore. Si ha un calo brusco quando il sangue entra nelle arteriole, a causa della resistenza del flusso sanguigno provocato dall'atrito tra il sangue e le pareti interne delle arteriole. Questo anche perché le arteriole sono tante e molto piccole. Si sente la pulsazione solamente nelle arterie, perché nelle arteriole non ci sono più valori elevati di pressione. Inoltre, l'ampiezza di tutti i lumi di un gruppo di arteriole è maggiore dell'ampiezza dell'arteria che porta il sangue. Se ci fosse un'arteriola per ogni arteria, il sangue andrebbe più velocemente, ma dato che sono tante, la velocità del sangue diminuisce. Questo causa un flusso lento nei capillari, perché è più facile uno scambio di sostanze tra sangue e liquido interstiziale. Per risalire, il sangue viene compresso dai muscoli nelle vene, cosicché, ogni qualvolta noi ci muoviamo, ecco che il sangue scorre verso il cuore e le valvole nelle vene non permettono l'andamento contromano. Infine anche la respirazione aiuta il sangue a tornare al cuore.

10. Misurando la pressione sanguigna si possono evidenziare problemi cardiovascolari.

La pressione media di una persona è 120/70 (120=pressione in mm di mercurio nella sistole, e 70= pressione in mm nella diastole). Si misura con il sfigmomanometro. Si misura prima quella sistolica, poi quella diastolica. Chi ha una una pressione sanguigna sistolica sotto i 100 mmHg soffre di pressione bassa. Esiste poi l'ipertensione, dove i valori sono 140/90 mmHg. In questo caso il cuore deve pompare maggiormente e ne consegue che il muscolo cardiaco tende in genere a logorarsi. Inoltre l'epitelio può lacerarsi, cosicché si formino depositi aterosclerotici.

11. Il tessuto muscolare liscio controlla la distribuzione del sangue.

Solo il 5-10% dei capillari viene effettivamente attraversato dal flusso sanguigno. Solo i capillari del cervello e cuore sono completamente irrorati, mentre in altre parti del corpo il rifornimento varia da momento a momento. I meccanismi di sangue (2) dipendono dal tessuto muscolare liscio. Quando le cellule muscolari della parete dell'arteria si rilassano, l'arteriola si dilata consentendo al sangue di entrare nei capillari. Poi, l'arteriola si restringe facendo diminuire il flusso sanguigno. Il secondo meccanismo di controllo, dove esiste un capillare chiamato metarteriola, attraverso cui il sangue scorre dall'arteriola alla venula. Esso è sempre aperto. Il passaggio di sangue in questi capillari ramificati è regolato da anelli di tessuto muscolare liscio detti sfinteri precapillari. Il sangue può solo scorrere quando i sfinteri precapillari sono aperti, mentre non scorre quando sono chiusi. Ecco che molti capillari della parete del tubo digerente sono aperti quando v'è cibo da digerire, mentre in un intenso sforzo fisico esse sono chiuse per convogliare in abbondanza il sangue verso i muscoli schelettrici.

12. Numerose sostanze riescono a passare attraverso le pareti dei capillari.

I capillari sotto così sottili, che alcune sostanze riescono a passare nel liquido interstiziale. La parete del capillare è formata da cellule epitaliali che circondano il lume contenente il sangue. Alcune sostanze diffondono semplicemente attraverso le cellule epiteliali o sono trasportate attrverso queste cellule per endocitosi, racchiuse in vescicole. Inoltre, poiché la parete capillare presenta strette fessure tra le cellule epiteliali, l'acqua e alcuni soluti possono transitare liberamente, mentre le cellule ematiche e le proteine rimangono dentro il capillare. Vi è poi la forza attiva che spinge le sostanze all'interno e all'esterno del capillare, come la pressione sanguigna, che tende a spingere il liquido fuori dal lume capillare, mentre esiste la forza osmotica, la quale tende a spingere le sostante all'interno dei capillari. Questo avviene perché il sangue ha una concentrazione di soluto maggiore di quella del liquido inerstiziale a causa delle proteine. All'estremità del capillare vicino all'arteriola, dato che la pressione è alta, il sangue tende a uscire maggiormente che non ad entrare. Presso l'estremità del capillare collegata alla venula la situazione è opposta, perché la pressione diminuisce e la pressione osmotica ha il sopravvento. Così, il 99% del sangue che esce presso l'estremità capillare vicino all'arteriola, viene riassorbito dall'estremità capillare vicino alla venula.

13. Il sangue è costituito da cellule in sospensione nel plasma.

In una persona l'apparato circolatorio contiene 4-6 litri di sangue. Esso è formato da diversi tipi di elementi cellulari che sono in sospensione nel plasma. Quando si preleva il sangue, si può separare il 45% degli elementi cellulari con una centrifuga. Le piastrine sono frammenti di citoplasma provenienti da grosse cellule del midollo osseo. Il plasma è formato dal 90% di acqua e il resto è da sali in soluzione e proteine. I sali sono discolti sotto forma di ioni inorganici. Hanno il compito di mantenere l'equilibrio osmotico tra il sangue e il liquido interstiziale e tenere il ph intorno al 7,4. Questo lo fanno anche le proteine plasmatiche. Per esempio, la proteina fibrinogeno collabora con le piastrine per la coagulazione, mentre le immunoglobuline sono importanti per la difesa del corpo.

14. I globuli rossi trasportano ossigeno.

I globuli rossi chiamati anche eritrociti sono le cellule più numerose, con circa 25 mila miliardi di queste e non possiedono il nucleo e i mitocondri. Esso ha il compito di trasportare ossigeno. Essi sono più piccoli dei globuli bianchi e hanno una grande superficie per gli scambi gassosi. Un eritrocita contiene 250 milioni di molecole di emoglobina. Quando passano nei letti capillari dei polmoni, ricevono l'ossigeno che si lega con un atomo di ferro. I globuli rossi si formano nel midollo osseo. Quando i tessuti non ricevono abbastanza ossigeno, i reni secernono un ormone chiamato eritropoietina che stimola il midollo osseo a produrre più globuli rossi; viceversa, se i tessuti ricevono più ossigeno di quanto ne sia necessario, i reni bloccano la produzione dell'ormone e la produzione di eritrociti rallenta. Essi vivono 3-4 mesi e vengono demoliti nella milza, dove viene riutilizzata: la maggior parte del loro ferro e dell'emoglobina viene riusato. Quando si ha troppo pochi globuli rossi o un ridotto numero di emoglobina, allora si è dinnanzi ad una patologia chiamata anemia. Essa comporta stanchezza e depressione. Cause sono: eccessiva perdita di sangue, carenza di vitamine e sostanze minerali, oppure un tumore al midollo osseo. La causa più comune però è la mancanza di ferro.

15. I globuli bianchi servono a difendere il corpo.

Vi sono cinque tipi di globuli bianchi, o leucociti. Sono cinque per la diversa colorazione che assumono o per la forma dei nuclei. Essi hanno il compito di combattere infezioni e impedire la crescita delle cellule cancerose. I basofili intervengono contro le infezioni liberando sostanze chimiche, per esempio l'istamina. Vi sono poi i neutrofili e i monociti. Essi sono chiamati fagociti in quanto mangiano i batteri e le proteine estranee. Poi ci sono i eosinofili. Sono anche fagocitari e combattono infezioni provocate da protozoi e da vermi parassiti, ma anche per attenuare gli attacchi allergici. Infine esistono i linfociti, che producono anticorpi, oppure combattono i virus e le cellule cancerose. Si muovono normalmente nel liquido interstiziale. Essi si creano anche nel midollo osseo.

16. La coagulazione blocca la fuoriuscita di sangue dei vasi sanguigni danneggiati.

Le sostanze che autocicatrizzano sono le piastrine e la proteina plasmatica fibrinogeno. Essi sono sempre presenti nel sangue. Quando l'epitelio si danneggia, le piastrine entrano in azione, aderiscono al tessuto e liberano una sostanza che rende adesive le altre piastrine. Esse bloccano la fuoriuscita di sangue. Quando però la ferita è grave, allora si innesca una complessa catena di reazioni che termina con la formazione di un coagulo di fibrina. Ecco che i fattori di coagulazione liberati dalle piastrine e dalle cellule danneggiate si mescolano nel plasma con altri fattori. Questa unione attiva una proteina detta protrombina e la trasforma nell'enzima trombina. La trombina converte poi il fibrinogeno in una proteina filiforme chiamata fibrina. Ecco che i filamenti di fibrina intrappolano le cellule del sangue chiudendo ermeticamente il vaso danneggiato. Nel caso di una malattia ereditaria chiamata emofilia si può verificare un'emorragia, a causa di un minimo difetto del meccanismo di coagulazione. Invece quando il sangue si coagula in assenza di ferite, nasce un trombo che può fare un'attacco di cuore.

[modifica] La linfa

La linfa è il liquido in cui tutte le cellule sono immerse. Essa ha il compito di permettere gli scambi tra il sangue e le cellule del nostro corpo. La linfa è composta da acqua, in cui sono immersi proteine, grassi provenienti dall'intestino, sali minerali e da corpuscoli, i leucociti. Il liquido, nei capillari, entra in contatto con le cellule e con esse scambia le sostanze: nutrimento e ossigeno passano dalla linfa alle cellule e viceversa con le sostanze di rifiuto. Completato lo scambio, una parte della linfa va nei capillari venosi e un'altra parte va nei capillari linfatici, i quali si riuniscono in vasi linfatici. I vasi si riuniscono in due vene all'altezza del collo, permettendo il riutilizzo della linfa. La linfa si muove grazie alle contrazioni muscolari. Se ciò non succedesse, la linfa si raccoglierebbe provocando un rigonfiamento, l'edema. Lungo i vasi linfatici si trovano i linfonodi che filtrano la linfa.

[modifica] Dizionarietto delle malattie

Aneurisma Dal latino tardo aneurýsma, dal greco anéurysma “dilatazione”, derivato di eurýs “largo” Dilatazione congenita o patologica permanente della parete arteriosa. La rottura di un aneurisma causa danni al cervello dovuti alla penetrazione del sangue nei tessuti e alla riduzione del flusso ematico cerebrale oltre il punto di rottura.

Angina pectoris Loc. latino propr. “angina del petto”, dal latino angīna(m) derivato di angĕre “stringere” Sindrome dolorosa, causata da diminuzione transitoria del flusso di sangue e, quindi, di ossigeno nel tessuto muscolare del cuore. Può essere provocata sia da uno stato protratto di contrazione delle arterie coronarie, sia dalla presenza nelle stesse di restringimenti del lume dei vasi (stenosi). Colpisce prevalentemente le persone di mezza età e anziane. Gli attacchi durano in genere alcuni minuti e possono essere causati da stress emotivo o da attività fisiche che richiedono un aumento dell'apporto di sangue al cuore. Per migliorare la circolazione coronarica è possibile trattare i pazienti con farmaci che dilatano i vasi sanguigni, oppure, nei casi di maggiore gravità, sottoporli a interventi chirurgici. Gli attacchi di angina di per sé non provocano danni, ma possono costituire un segnale che precede un attacco cardiaco.

Arteriosclerosi Composto di artero (dal latino arterĭa(m) ) –sclerosi (dal greco tardo sklērōsis “indurimento”) Una delle malattie degenerative più frequenti, soprattutto negli anziani, che consiste nell’indurimento e nella perdita di elasticità dei vasi. Tra le cause vi è l'aterosclerosi, un'alterazione delle pareti dei vasi, dovuta all'accumulo di sostanze grasse; a causa di questi depositi il lume dei vasi si riduce, insieme al flusso di sangue che passa attraverso di essi.

Infarto Dal latino infărtu(m) participio passato di infarcīre “infarcire” Necrosi di un tessuto in un organo per arresto del flusso sanguigno arterioso.

Ipertensione Composto di iper-tensione (dal latino tensiōne(m) derivato di tendĕre “tendere”) Pressione del sangue costantemente superiore alla norma, che comporta un rischio elevato di ischemia cerebrale e di infarto cardiaco. Esistono due forme fondamentali di ipertensione: quella essenziale o primaria, di cui non sono note cause specifiche, e quella secondaria, che insorge come conseguenza di qualche altra patologia preesistente, come malattie dei reni e problemi ormonali. Può essere causata da molti fattori diversi, come una predisposizione genetica, il sovrappeso, un eccesso di sodio o una carenza di potassio nella dieta, l'assunzione di bevande alcoliche in quantità eccessive, una vita sedentaria e stress psicologico. Un individuo viene definito iperteso quando la sua pressione arteriosa sistolica (massima) è superiore a 160 mmHg e quella diastolica (minima) è superiore a 95 mmHg. La terapia contempla misure preventive quali lo svolgimento di un’attività fisica e una dieta apposita a ridotto contenuto di sale e alcol.

Ischemia Dal greco íschien “tenere, trattenere” Ictus Dal latino īctus “colpo, battuta” derivato di icĕre “colpire” Diminuzione o soppressione della circolazione sanguigna in una parte dell’organismo. Diventa ictus nel momento in cui interessa i vasi sanguigni cerebrali. Alcuni tessuti del cervello sono molto sensibili alla sospensione dell'irrorazione sanguigna e il loro rapido deterioramento può causare paralisi degli arti o degli organi controllati dall'area cerebrale colpita. Il trattamento è essenzialmente preventivo e consiste in un rigoroso controllo della dieta (in particolare dell'apporto alimentare di grassi saturi), nell'esercizio fisico e, talvolta, nella somministrazione di anticoagulanti.

Leucemia Composto di leuco (dal greco leukós “bianco”) -emia Termine generico con cui si indica un gruppo di malattie caratterizzate dalla proliferazione anomala dei globuli bianchi nel midollo osseo, nella milza e nei linfonodi; una volta raggiunto l'apparato circolatorio, invadono altri organi. Le cause non sono conosciute con precisione, ma si ritiene che esse derivino da vari fattori, in particolare difetti del patrimonio genetico o azione di virus. Le leucemie sono classificate in acute e croniche e vengono affrontate utilizzando sia la radioterapia sia la chemioterapia, associate a trasfusioni di sangue e antibiotici, che limitano l'insorgenza di complicazioni di tipo infettivo. Il trapianto di midollo osseo è una cura ormai abbastanza diffusa che, tuttavia, è praticabile soltanto in casi particolari.

Trombosi Dal latino thrómbōsis, derivato di thrómbos “grumo, trombo” Blocco parziale o totale di un vaso sanguigno da parte di un trombo, un ammasso di elementi corpuscolati del sangue come globuli rossi e piastrine. Quando la trombosi si verifica in un'arteria coronaria (trombosi coronarica), può causare infarto cardiaco; se colpisce l'arteria carotide, causa un minore apporto di ossigeno al cervello e determina la trombosi cerebrale. Quando un trombo si stacca dalla parete del vaso ed entra in circolo si verifica un’embolia. La cura può avvenire con farmaci anticoagulanti e con enzimi che li sciolgono.

Varicocele Composto di varice (dal latino varice(m) )-cele (dal greco kēlē “gonfiore, tumore”) Varice, cioè dilatazione, dei vasi del cordone spermatico. La terapia utilizzata è chirurgica.

[modifica] Voci correlate

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