Yakovlev Yak-3
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Yakovlev Yak-3 | |
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Una caratteristica dello Yak-3 era l'assenza del radiatore sotto il muso |
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Descrizione | |
Ruolo | Caccia-bombardiere |
Equipaggio | 1 |
Primo volo | 1942 |
Entrata in servizio | marzo 1943 |
Costruttore | Yakovlev |
Esemplari costruiti | 4.848 circa |
Dimensioni | |
Lunghezza | 8,47 m |
Apertura alare | 9,2 m |
Altezza | 2,39 m |
Superficie alare | 14,8 m² |
Pesi | |
A vuoto | 2.250 kg |
Massimo al decollo | 2.660 kg |
Propulsione | |
Motore | Un VK-105PF a 12 cilindri |
Potenza | 1.250 CV |
Prestazioni | |
Velocità massima | 660 km/h a 0-4.000 m |
Autonomia | 820 km |
Tangenza | 10.800 m |
Armamento | |
Mitragliatrici | 2 UB da 12,7 mm |
Cannoni | un Skhvak calibro 20 mm, |
Bombe | fino a 200 kg in 2 attacchi subalari |
Altro | eventuali 6 razzi RS-82 |
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Progetto:Aviazione |
Lo Yakovlev Yak-3 sovietico é stato uno dei migliori caccia che abbiano preso parte alla seconda guerra mondiale, specialmente per la sua grande agilità ed energia di manovra, ottenute con un'ulteriore riduzione di pesi e dimensioni del precedente Yak-1. Il risultato era un caccia straordinariamente adatto ai duelli aerei, sebbene limitato nel raggio d'azione e nel carico utile.
[modifica] Sviluppo e impiego
Nel 1941 Yakovlev iniziò a studiare un miglioramento radicale del progetto del suo primo caccia, appena entrato in linea.
I suoi sforzi vennero concretizzati in questo piccolo aereo, dotato della struttura più essenziale possibile attorno al motore più potente disponibile, che era ancora il VK-105PF dello Yak-1M.
Lo Yak-3 si riconosceva facilmente perché non aveva il radiatore dell'olio sotto il muso perché era stato sdoppiato nel bordo d'entrata delle ali, riducendo la resistenza aerodinamica.
Per il resto lo Yak-3 era molto simile al predecessore: struttura monoplana a sbalzo, tettuccio "a goccia", elica tripala per un motore a cilindri in linea. La velocità era però superiore, a bassa quota, di almeno 50 km/h nei confronti degli altri Yakovlev, nonché alle migliori macchine tedesche.
Il peso dello Yak-3 era talmente ridotto da essere paragonabile solo a quello dello Zero giapponese, anche se il carico di munizioni era stato limitato a 120 colpi da 20 e 500 da 12,7 mm, mentre la fusoliera di costruzione mista (metallica e lignea) aveva uno strato di cera ad alta resistenza per prolungarne la durata.
Tra le caratteristiche più interessanti del progetto vi era la caratteristica che il pilota aveva alle sue spalle un blindovetro per non essere impedito nella visione posteriore (mancava però uno specchietto retrovisore per agevolarla).
Un'episodio significativo della carriera di questa macchina specializzata nel duello aereo fu la battaglia del 14 luglio 1944, in cui 18 caccia russi si scontrarono con 30 della Luftwaffe perdendo uno dei loro contro 15 avversari. Veritiero o meno che fosse quanto dichiarato dai piloti sovietici, pare che in seguito i tedeschi diramassero ordini di evitare il combattimento manovrato contro gli Yakovlev privi «di radiatore sotto il muso» al di sotto dei 5.000 metri.
Alla fine della guerra molti reparti di prima linea, incluso il Normandie-Niemen (che con tale mezzo ottenne le sue ultime 99 vittorie della guerra) costituito da volontari francesi, erano equipaggiati con tale agile caccia, malgrado il ridotto carico utile e raggio d'azione.
[modifica] Gli epigoni
Gli sviluppi di questa macchina, una tra i più agili caccia della seconda guerra mondiale, comprendevano il potente Yak-3 rimotorizzato con il VK-107 da 1.650 cavalli, capace di oltre 700 km/h e di un rateo di salita di ben 1.600 metri al minuto (contro i 1.300 del precedente), che però entrò in linea troppo tardi per essere impiegato in maniera apprezzabile nella guerra.
Altri sviluppi interessanti furono gli apparecchi sperimentali con un motore a razzo a propellente liquido in coda (per una velocità massima di 780 km/h), oppure con due statoreattori sotto le ali, aereo designato Yak-7RD.
Derivava dallo Yak-3 anche l'importante addestratore biposto Yak-11, con motore radiale da 700 cavalli, ala metallica e limitate capacità di combattimento.
Anche quello che può essere considerato il primo dei caccia sovietici a reazione, lo Yak-15, derivò dallo Yak-3 ma con un motore da 900 chili di spinta nel muso (e lo scarico in posizione ventrale, grazie ad una struttura di protezione in acciaio). Non fu un grande successo, specie per l'autonomia molto modesta ma anche per la velocità limitata a 780 km/h. Servì comunque per fare esperienza con i successivi numerosi Yakovlev con motore a getto del dopoguerra, a cominciare dallo Yak-17, leggermente migliorato rispetto al predecessore (maggiore autonomia, ma la velocità ridotta di qualche decina di km/h).
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