Storia dei mezzi corazzati
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Tra le pubblicazioni dedicate alla tecnica bellica moderna, Storia dei mezzi corazzati è un esempio, assai raro, di enciclopedia relativa ai veicoli da combattimento terrestri. Essa è stata pubblicata dalla Fratelli Fabbri Editori, Milano, con copyright del 1976 per la prima (e probabilmente unica) edizione.
Essa è stata realizzata con la direzione di Benedetto Pafi, i testi della parte storica dello stesso Bafi e di Cesare Falessi, mentre la metà tecnica ha la firma di uno dei più noti esperti italiani del settore, Nicola Pignato.
La ricerca iconografica è di Bruno Benvenuti,le tavole tecniche, molto dettagliate e complesse, hanno visto il lavoro di Massimo Jacoponi, Michele e Angelo Jocca, Danilo Renzulli e Claudio Tatangelo.
[modifica] Struttura
L'opera si compone di 2 parti: la prima ha 3 volumi dedicati alla storia dei mezzi corazzati, dalle origini al 1918, la seconda dal 1918 al 1941, la terza dal 1941 al 1976 (all'epoca in cui erano ancora prototipi l'M1 Abrams e il Leopard 2). Vengono descritte le principali battaglie, gli sviluppi tecnici e operativi in cui sono state coinvolte le truppe corazzate.
La seconda parte, che vede i testi di Nicola Pignato e le tavole tecniche degli autori summenzionati, riguarda altri 3 tomi, grossomodo con la stessa ripartizione cronologica, ma con l'attenzione sui mezzi in sè, ed infatti è una serie di monografie su autoblindo, treni armati e naturalmente, carri armati. Ogni volume si compone di 240 pagine. Probabilmente, questa enciclopedia uscì inizialmente come fascicoli da 20 pagine, in tal caso le 1440 pagine sarebbero state in origine 72 fascicoli.
Rimasta probabilmente l'unica opera italiana del settore, e certo un punto di riferimento, essa è un'opera omnicomprensiva che ha una elevata cura nei testi come nelle descrizioni tecniche. La ripartizione della parte storica è molto attenta ed interessata a quella parte, rimasta ben poco chiara, relativa al periodo interbellico, in cui pure molti progressi tecnici vennero portati a termine.
La parte con cui essa termina, nel Terzo Volume, è relativa agli ultimissimi sviluppi dei mezzi corazzati dell'epoca, capaci di sparare in movimento, resistere alle granate HEAT e pesanti 50 e passa tonnellate, ovvero i carri tedeschi e americani. Dopo la descrizione di innumerevoli e cruente battaglie combattute in 60 anni di guerre, le ultime parole sono un'esortazione per il futuro:
Nonostante la scarsa attendibilità della saggezza umana, e la sfiducia perenne esistente tra gli uomini, è auspicabile che essi rimangano soltanto dei gioielli della tecnica da ammirare in un 'museo della Pace'.
Uno dei mezzi in questione era l'M1 Abrams.