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Repubblica Napoletana (1647) - Wikipedia

Repubblica Napoletana (1647)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La Repubblica Napoletana degli anni 1647 - 1648 fu una repubblica creata a Napoli e durata alcuni mesi dopo la fine della rivolta popolare animata da Masaniello e Giulio Genoino contro il regime vicereale spagnolo. Nonostante le forti specificità delle vicende napoletane di quel periodo, la sua storia deve comunque essere inquadrata all'interno delle vicende europee legate alla guerra dei trent'anni e alle rivalità tra Francia e Spagna.

La repubblica fu guidata da Enrico II di Lorena duca di Guisa, discendente di Renato d'Angiò, ed ebbe diversi nomi ufficiali tutti abbastanza singolari pur nel contesto dell'epoca: "Serenissima Repubblica di questo regno di Napoli", "Reale Repubblica" e "Serenissima Monarchia repubblicana di Napoli"; tutti nomi che stavano ad indicare una doppia natura dello stato, repubblicana e monarchica allo stesso tempo. Il suo vessillo fu uno scudo rosso recante la sigla S.P.Q.N., sormontata dal motto "Libertas" e lo stemma del duca di Guisa.

La repubblica sopravvisse dal 22 ottobre del 1647, quando fu dichiarata da Gennaro Annese, fino al 5 aprile 1648, data della caduta del forte di Nisida e del rientro in città delle truppe spagnole.

[modifica] Genesi e morte della Repubblica

Nella prima metà del XVII secolo il Vicereame di Napoli si trovava in una fortissima crisi economica, comune a tutta Europa ma aggravata a Napoli da un governo lontano dagli interessi locali e teso in quel momento solo a finanziare le guerre sempre più dispendiose in corso sul teatro europeo.

La conclusione della rivolta di Masaniello, seppur favorevole alle forze spagnole del viceré Don Rodrigo Ponce de Leon, che erano riuscite a ristabilire quasi del tutto l'ordine in città, aveva comunque lasciato un fortissimo malcontento e ulteriomente esasperato i problemi della popolazione.

La nuova rivolta esplose in seguito al cannoneggiamento della città da parte della flotta spagnola comandata da Don Giovanni d'Austria, venuto a sedare "gli ultimi" focolai di insorgenza. Ciò provocò una nuova sollevazione generale che non fu più, come al tempo di Masaniello, una generica rivolta dei lazzari contro i "potenti", ma assunse, sotto la guida dell'armaiolo Gennaro Annese, un chiaro carattere antispagnolo.

Subito dopo la cacciata delle truppe spagnole e la dichiarazione della repubblica, i napoletani cercarono di mettersi sotto la protezione della Francia e contattarono appunto Enrico di Lorena, per affidargli la guida di Napoli. Il duca di Guisa, che si trovava a Roma, allettato dalla promessa di una corona e dalla prospettiva di far ritornare il Regno di Napoli dopo due secoli nell'orbita francese, accettò e il 15 novembre sbarcò a Napoli per prendere la guida della repubblica.

In realtà la situazione della repubblica era praticamente disperata e senza vie d'uscita: gli spagnoli occupavano ancora tutti i castelli attorno alla città mentre i nobili fuoriusciti, da Aversa, controllavano la provincia e quindi gli approvvigionamenti della città. Il duca di Guisa cercò di riguadagnare alla sua causa la nobiltà ma con risultati molto modesti, nonostante riuscisse, nel gennaio del 1648 a "sbloccare" Aversa.

Gli spagnoli tennero una tattica molto prudente e attendista; tutti i poteri furono concentrati nelle mani di Don Giovanni d'Austria, mentre le maggiori attività si concentrarono per tutto il periodo nel reclutamento e l'inserimento nel campo repubblicano di spie e agitatori nonché di agenti che cercavano di comprare la fedeltà del ceto nobiliare.

Il 5 aprile, Enrico di Lorena, ingannato da alcuni suoi stessi consiglieri ormai al soldo degli spagnoli, fu indotto a tentare una sortita, così che la città fu rioccupata, secondo un piano già prestabilito, praticamente senza colpo ferire. Il duca di Guisa fu catturato e inviato in carcere a Madrid.

Circa due mesi dopo, il 4 giugno, una flotta francese di circa 40 navi tentò di riprendere la città, ma questa volta non ci fu nessuna sollevazione del popolo, ormai stanco dopo più di un anno di "rivoluzione" continua. La flotta francese tentò lo sbarco a Procida ma, sconfitta, dovette ritirarsi.

Un nuova flotta francese, ancora più numerosa, ricomparve nel golfo di Napoli il 4 agosto comandata da Tommaso Francesco di Savoia. Questa volta i francesi riuscirono a sbarcare a Procida ma dopo alcune sconfitte a Ischia, Pozzuoli e Salerno, abbandonarono definitivamente l'impresa.

Di lì a poco Gennaro Annese, il primo animatore della Repubblica Napoletana, venne decapitato in Piazza del Mercato.

Un anno dopo, il 3 giugno del 1649, scoppiarono a Napoli nuovi tumulti popolari, ma questa volta, la stanchezza del popolo, nonché la mutata condizione internazionale fecero sì che questi fossero repressi abbastanza rapidamente.

Il Regno di Napoli sarebbe rimasto sotto il dominio spagnolo per ancora oltre mezzo secolo, fino alla guerra di successione spagnola.

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