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Reggiane Re.2001 - Wikipedia

Reggiane Re.2001

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Reggiane Re.2001

Reggiane Re.2001 con le insegne della Regia Aeronautica
Descrizione
Ruolo caccia
Equipaggio 1
Primo volo luglio 1940
Entrata in servizio 1942
Costruttore Officine Meccaniche Reggiane
Esemplari costruiti
Dimensioni
Lunghezza 7,75 m
Apertura alare 11 m
Angolo di freccia alare {{{freccia_alare}}}
Altezza 3,15 m
Superficie alare 20,40
Pesi
A vuoto 2.460 kg
Carico {{{peso_carico}}}
Massimo al decollo 3.710 kg
Propulsione
Motore Alfa Romeo R.A. 1000 Monsone
Potenza 1.175 CV (DB601 A1)
Spinta {{{spinta}}}
Prestazioni
Velocità massima 563 km/h a 5.400 m.
Autonomia 1.100 km
Raggio d'azione {{{raggio}}}
Tangenza 11.000 m
Capacità di carico {{{capacità}}}
Armamento
Mitragliatrici due mitragliatrici Breda-SAFAT da 12,7mm e due da 7,7mm;
Cannoni {{{cannoni}}}
Piloni {{{piloni}}}
Bombe fino a 500kg di bombe nell'aggancio sotto la fusoliera.
Missili {{{missili}}}
Altro
Note
La lista di aerei militari presenti su wiki
Progetto:Aviazione


Il Reggiane Re.2000 Falco II era un caccia italiano sviluppato all'inizio Seconda guerra mondiale. Sviluppato dal Reggiane Re.2000, ne rappresentava una sua evoluzione con un più potente motore a V. Venne impiegato dalla Regia Aeronautica nel teatro del Mediterraneo, con diversi ruoli quali,caccia intercettore, cacciabombardiere e caccia notturno.

Indice

[modifica] Il progetto

Progettato dall'ingegner Roberto Longhi, con la collaborazione dell'ing. Antonio Alessio, venne sviluppato potendo disporre in Italia dei primi modelli su licenza del motore tedesco Daimler-Benz DB 601, che applicato alla cellula del Re.2000 avrebbe consentito di realizzare un caccia con prestazioni superiore. Analogo sviluppo veniva svolto dalla ditta Macchi con il M.C.202, derivato dal Macchi M.C.200.

I progettisti della Reggiane dovettero apportare modifiche molto meno radicali per adattare la cellula del Falco I al motore Daimler-Benz 601 A1. L'aereo manteneva quindi le caratteristiche del suo predecessore: serbatoi nelle ali pentalongherone, e si differenziava per una aerodinamica più pulita. Il primo prototipo volò il 10 luglio 1940, il 9 agosto successivo venne trasferito in volo a Guidonia per le prove comparative. La Regia Aeronautica richiese alcune modifiche: ala trilongherone, ruotino di coda fisso e tettuccio posteriore non trasparente, modifiche che vennero implementate nel secondo prototipo. Nell' ottobre successivo venne effettuata la prima commessa per 200 esemplari. Il progetto Reggiane era infatti promettente, anche se meno brillante del caccia Macchi M.C.202, infatti la migliore aerodinamica di quest'ultimo consentiva una velocità superiore in tutte le condizioni di volo a parità di motore. Rispetto al Macchi comunque aveva una maggiore autonomia e il vantaggio di poter agganciare carichi esterni sotto la fusoliera, nonostante i due radiatori subalari. Merito della maggiore autonomia era la capacità complessiva di carburante di 544 l, circa 110 l in più rispetto al caccia Macchi, ripartita in 4 serbatoi alari, ma non del tipo integrale, e uno in fusoliera. Altra differenza rispetto al Folgore era un carico alare più basso, ed era quindi migliore in termini di agilità specie ad alta quota. Non ultimo il vantaggio teorico, che diventava un handicap pratico, era di progettazione strutturale ben più moderna del rivale, e quindi bisognoso di essere sviluppato con grande attenzione e cura nei dettagli.

Sulla carriera di questo caccia pesava anche il fatto di essere meno supportato politicamente dal momento che le Officine Reggiane erano certamente una realtà marginale e forse troppo innovativa nel panorama nazionale, e la maggior parte dei propulsori importati dalla Germania e poi prodotti su licenza dall'Alfa Romeo in Italia furono destinati al caccia dell'ingegner Castoldi. Ad aggravare questa situazione vi fu, nel marzo del 1941, la perdita del secondo prototipo, con ai comandi Pietro Scapinelli, perito nell'incidente. Complessivamente ne verranno realizzati 237 esemplari.

Visto all'esterno questo velivolo poteva aveva una certa somiglianza con il caccia britannico Hawker Hurricane, tanto che venne scambiato per esso in diverse occasioni, tra le quali l'attacco alla portaerei inglese. Come l'Hurricane aveva abitacolo rialzato con la tipica "gobba", la forma dei piani di coda. Analoghe erano anche le dimensioni generali, la potenza e le prestazioni. Era soltanto un poco più piccolo e di costruzione nettamente più moderna, essendo realizzato con un rivestimento interamente metallico e con una struttura interna basata su profilati e componenti strutturali assai avanzate. Principale differenza erano le ali avevano pianta semiellittica mantenute dal suo predecessore, il Re.2000. L'ala del Re.2001 aveva una struttura a cassone trilongherone ed era dotata di ipersostentatori e alettoni, questi ultimi rivestiti in tela, che inficavano la maneggevolezza ad alta velocità (i rivestimenti in tela infatti tendono a rigonfiarsi e ad "indurendo" i comandi). L'abitacolo aveva un seggiolino corazzato ma non era standard il parabrezza blindato, forse perché all'epoca si considerava ancora preminente il ruolo del velivolo da caccia italiano in funzione della superiorità aerea invece che dell'intercettazione. Presente la radio, raramente il radiogoniometro. Il carrello era retrattile con movimento all'indietro, quello di coda era invece fisso. L'armamento disponeva di 700 colpi cal. 12,7 e 1.200 cal 7,7.

[modifica] Impiego operativo

I primi esemplari di serie arrivarono ai reparti nel 1942, e operarono principalmente nel Mar Mediterraneo, in missioni di scorta ai bombardieri, e per la difesa aerea. Notevole fu anche l'impiego come caccia-bombardiere. Nel corso della battaglia aeronavale di mezzo agosto del 1942 due Re.2001 attaccarono con una bomba perforante da 640 kg di nuova concezione, ottenuta da proiettili navali modificati con una carica esplosiva portata a 120 chili, le navi britanniche del convoglio Pedestal. La portaerei Victorious venne centrata in pieno ma le bombe non esplosero.

Tecnicamente più evoluto e operativamente comparabile o di poco superiore all' Hurricane rispetto al quale era più agile, soffriva però il confronto con lo Spitifire V, più veloce e meglio armato. Il Re.2001 venne impiegato anche come caccia-bombardiere, caccia notturno ed altre versioni vennero studiate per ricoprire tutte le esigenze che un monomotore poteva interpretare.

Nel 1943 i pochi Re.2001 ancora efficienti venero impiegati per la difesa aerea dell'Italia, alla data dello sbarco in Sicilia ne erano operativi 72, ma alla data dell'[[[Armistizio di Cassibile|armistizio]] ne restavano solo 33.

Alcuni dei velivoli superstiti vennero bruciati perché non venissero requisiti dai tedeschi. Gli esemplari superstiti al sud operarono con le insegne della Aeronautica cobelligerante, presso il 21° gruppo in operazioni di appoggio dei partigiani iugoslavi. Qualche esemplare operò con l'Aeronautica Nazionale Repubblicana per compiti di addestramento e collegamento.

[modifica] Varianti e sviluppi

  • Re.2001bis: prototipo sviluppato alla fine del 1940 con i radiatori annegati nelle ali. Tale modifica comportava l'abolizione delle mitragliatrici alari. Portato in volo da Francesco Agello, la migliore aerodinamica consentì prestazioni comparabili al M.C.202.
  • Re.2001 Delta: prototipo realizzato con un motore 12 cilindri a V invertito Isotta Fraschini Delta IV. Tale soluzione mirava ad utilizzare un diverso propulsore per sopperire alla lentezza degli approvvigionamenti di motori Alfa Romeo RA.1000 RC.41-Ia (la versione dei Daimler-Benz DB 601 prodotta su licenza in Italia). Il motore, raffreddato ad aria (i motori a V erano in genere raffreddati a liquido), disponeva di soli 840 CV, ma si sperava che la riduzione di peso consentisse di mantenere prestazioni paragonabili a quelle del Re.2001 di serie. Nel novembre 1942 venne provato a Guidonia raggiungendo soli 478 Km/h, (velocità non migliore del Macchi M.C.200 a 5700 metri). La versione non venne approvata, inoltre il prototipo venne distrutto da un incendio dovuto a surriscaldamento del motore nel gennaio successivo.
  • RE 2001CB: caccia bombardiere, con rastrelliera ventrale per bombe da 100, 160 o 240 kg. Ne vennero realizzati 39 esemplari.
  • RE 2001GV: variante antinave della versione CB. Trasportavano una bomba perforante da 640 kg di nuova concezione, ottenuta da proiettili navali modificati con una carica esplosiva portata a 120 chili. 3 esemplari.
  • RE 2001G: un esemplare di versione silurante, con attacco per un siluro e ruotino di coda rialzato.
  • RE 2001CN: variante da caccia notturna. Vedeva diverse modifiche, come i tubi di scappamento antifiamma, la mimetizzazione scura, e la sostituzione delle due mitragliatrici alari con 2 cannoni MG 151 da 20 mm in gondole subalari, anche se non tutti gli esemplari contemplavano questo armamento. Ne vennero realizzati quasi 100 macchine, l'armamento pesante su una cellula dove originariamente non era previsto inficiava però le prestazioni e la maneggevolezza nel confronto con la caccia avversaria.
  • Re.2001 OR: versione di cacciabombardiere imbarcato destinato alle portaerei Aquila e Sparviero. Era equipaggiato con siluro leggero da 600 chili, gancio d'appontaggio e solo le 2 mitragliatrici da 12,7mm. Ne vennero realizzati 10 esemplari, prima che con l'armistizio l'allestimento dell'Aquila venisse definitivamente interrotto. La sigla OR sta per Organizzazione Roma.
  • Re.2001 fotografico: variante da ricognizione con macchine fotografiche/cineprese sul bordo d'attacco alare.
  • RE 2001S: alcuni esemplari della Aeronautica cobelligerante vennero convertiti a questo standard con l'adozione di un serbatoio ventrale supplementare.

Altri modelli riguardarono modelli in legno per ovviare alla scarsità delle consegne di alluminio, aerei d'attacco anticarro ed altro ancora. L'elevato numero di versioni per il RE.2001, per un totale di 237 esemplari, nell'ambito della Regia Aeronautica è paragonabile alla prolificità di varianti del caccia tedesco Focke-Wulf Fw 190. Questo, mentre il Macchi M.C.202 venne prodotto in oltre 1.200 macchine essenzialmente in un unico modello.

[modifica] Velivoli attualmente esistenti

Uno degli esemplari di preserie è attualmente in corso di restauro presso il Museo dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle. L'esemplare è stato recuperato nel mare di Sardegna.

[modifica] Collegamenti esterni


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