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Osho Rajneesh - Wikipedia

Osho Rajneesh

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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Osho
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Osho

Rajneesh Chandra Mohan Jain (11 dicembre, 1931 - 19 gennaio, 1990), meglio conosciuto durante gli anni 1970 come Bhagwan Shree Rajneesh e più tardi come Osho, è stato un carismatico leader spirituale indiano.

Ha vissuto in India e negli Stati Uniti ed è stato il fondatore e leader del "Movimento Osho-Rajneesh" (Osho-Rajneesh movement), un controverso nuovo movimento spirituale i cui seguaci sono noti come "arancioni", o come "neo-sannyasi" (saṃnyāsa in hindi significa asceta) da non confondere peraltro con gli Hare-Krishna per l'identità di colore della tunica indossata.

Indice

[modifica] Biografia

[modifica] L'infanzia

Osho nacque a Gadarwara, un piccolo villaggio nel distretto di Narsingpur, nello stato indiano del Madhya Pradesh. Alla sua nascita, gli astrologi predissero che sarebbe morto prima del suo settimo compleanno. I suoi genitori, che erano Jainisti, scelsero di mandarlo dai nonni finché avesse compiuto sette anni. Osho ha raccontato come questa fu la più grande influenza sulla sua crescita, perché sua nonna gli diede la massima libertà e gli dimostrò grande rispetto. Come conseguenza, fu lasciato senza cure particolari, restrizioni, né alcun tipo di educazione imposta. Come egli stesso ebbe a dire, i bambini, durante i primi sette anni, vengono influenzati negativamente dall'esser forzati ad imparare e dalla negazione della loro dignità. Idealmente, disse, bisognerebbe agire all'opposto: «se ad un bambino nei suoi primi anni è permessa la libertà, crescerà forte e abbastanza intelligente da decidere e discutere, e potrà auto-educarsi con un minimo di guida».

A suo avviso è quello che successe a lui stesso. Quando andò a scuola per la prima volta, era in grado di discutere e convincere il suo insegnante, che era molto severo con i bambini. Se un bambino riceve rispetto, afferma Osho, è più obbediente verso i genitori; se i genitori ignorano la sua individualità, il bambino a sua volta li ignorerà.

Dopo aver compiuto sette anni, Osho tornò dai suoi genitori. Stando ai suoi racconti, Osho ricevette un simile rispetto dal suo nonno paterno, che visse con loro. Il nonno era solito dirgli: "Lo so che stai facendo la cosa giusta. Tutti possono anche dirti che stai sbagliando, ma nessuno sa in quale sitazione ti trovi. Solo tu puoi decidere, nella tua situazione. Fai qualsiasi cosa senti giusta, io ti supporterò."

[modifica] L'«illuminazione» e le prime comunità

Il 21 marzo 1953, all'età di ventun anni, divenne, disse, «illuminato», dopo un intenso periodo di sette giorni in cui sedette in giardino sotto un albero di elengi. Da allora cominciò a proporre le sue tecniche di meditazione con il proposito, condiviso da molte tradizioni antiche e moderne, del raggiungimento di una maggiore consapevolezza di , che per Osho e per la corrente spirituale di cui lui è stato l'iniziatore si può concretizzare in una sorta di «risveglio». Conclusi gli studi, negli anni '60 ottenne la cattedra di filosofia alla Università di Jabalpur, e nel frattempo viaggiò per l'India, tenendo conferenze sulla sua filosofia. Nel 1969 un gruppo di suoi discepoli stabilì una fondazione in supporto al suo lavoro, permettendogli di lasciare il lavoro universitario. Si stabilirono in un appartamento di Bombay dove pronunciava discorsi quotidiani e riceveva visite. Il numero e la frequenza dei visitatori diventarono presto troppo grandi per il luogo, riempiendo l'appartamento e disturbando i vicini. Un appartamento più ampio venne trovato al piano terra (così che i visitatori non dovessero usare l'ascensore, motivo principale di conflitto con il vicinato).

Il 26 settembre del 1970 iniziò il suo primo discepolo ( o sannyasin) durante una meditazione all'aperto, uno dei grandi incontri in cui dava conferenze e guidava meditazioni di gruppo.

Ebbe modo di affermarsi nel mondo occidentale fondando una comune nello stato dell'Oregon (USA) presso il ranch "Big Muddy" ad Antelopenne ribattezzato "Rajneeshpuram ("Essenza di Rajneesh"), di ben 65.000 acri, riscuotendo un grande successo fino ad ingrandirsi alle dimensioni di una piccola cittadina.

Dopo un inizio travolgente, l'intolleranza culturale dei residenti locali, ma più di tutto una serie di scandali che investirono la sua figura (che conobbe brevemente il carcere) e alcuni dei suoi più stretti collaboratori, lo costrinsero ad allontanarsi dagli USA.

Dopo aver girato mezzo mondo in cerca di un nuovo posto dove far rinascere il suo ashram (ci fu anche in Italia un movimento di opinione molto forte per permettergli questo, ma l'autorizzazione arrivò dopo la sua morte), tornò in India e si stabilì a Poona. Qui edificò la sua nuova comunità, che ancora oggi riceve la visita di centinaia di migliaia di persone l'anno fedeli alla pratica dei suoi insegnamenti. I suoi libri, o meglio le trascrizioni dei suoi discorsi, sono centinaia, tradotti e letti in decine di lingue, coerentemente alla persistenza del suo movimento.

Dopo la sua morte non sono mancati giudizi critici sul movimento da lui creato (cfr. Hugh Milne - stretto discepolo di Bhagwan negli anni di Puna e dell'Oregon - "Bhagwan: The God That Failed"). Il suo insegnamento è stato considerato da alcuni come una mistura di facile effetto di idee proprie delle filosofie orientali (Induismo, Giainismo, Buddismo Zen, Taoismo) e di alcuni tratti del pensiero occidentale (psicologia jungiana, psicologia umanista, l'antica filosofia greca).

[modifica] La «filosofia» di Osho

[modifica] Il sincretismo e i valori proposti

Elemento di originalità dell'opera di Osho in anni di diffuso interesse per la tradizioni spirituali orientali, fu l'intenzione di adattare i millenari concetti e pratiche della cultura indiana al moderno uomo occidentale. Da questa esigenza nascono gli esercizi di meditazione dinamica introdotti da Osho, elaborati in modo sincretico a partire dagli insegnamenti dello Yoga, del Tantra, ma anche da altre tradizioni non indiane come il Taoismo e il Buddhismo Zen.

Osho afferma nei suoi discorsi che i valori più grandi nella vita sono (senza un ordine specifico) l'amore, la meditazione e il riso, e che la grazia più grande sia l'esperienza della illuminazione spirituale. Questa «illuminazione» è descritta come lo stato normale di ogni cosa di cui è fatto l'universo, ma, dato che spesso ci si lascia distrarre da una molteplicità di fattori, non riusciamo a realizzare di essere, appunto, in questo normale stato. In particolare le distrazioni provengono dalle attività umane del pensiero razionale, così come dai vincoli emozionali che ci legano alle aspettative della società, con le conseguenti paure e inibizioni. Per chiarire ai suoi ascoltatori il suo approccio e per dare degli strumenti sistematici al suo metodo di ricerca, Osho estrasse e espose varie filosofie, da diverse fonti. Fu un ricercatore molto attivo e prolifico: in innumerevoli discorsi sia in hindi che in inglese si occupò di varie tradizioni spirituali e religiose, incluse quelle di Buddha, Krishna, Guru Nanak, Gesù, Socrate, dei maestri Zen, dell'Hassidismo, dei Sufi e molte altre.

Spese molte energie per evitare di fissare un "sistema di pensiero" che potesse definirlo, dal momento che, secondo le sue parole, nessuna filosofia può esprimere completamente una verità. Una definizione possibile (anche se probabilmente può essere considerata riduttiva) del suo pensiero potrebbe essere quella di una "filosofia della non-filosofia".

Oratore consumato, utilizzò la sua abilità per veicolare il suo messaggio, ma isistette sul fatto che l'unico scopo per il quale continuava a parlare era quello di convincere i suoi ascoltatori a intraprendere un percorso di meditazione.

Fu spesso chiamato il «guru del sesso», dopo che alcuni suoi discorsi della fine degli anni '60 scandalizzarono la parte della società più conservatrice. Questi vennero in seguito trascritti e pubblicati sotto il titolo Dal sesso alla supercoscienza. A suo avviso, «per il Tantra tutto è sacro, e nulla è profano», e ogni morale sessualmente repressiva era controproducente, dal momento che «non si può trascendere il sesso senza averne avuto una esperienza completa e consapevole».

[modifica] La meditazione

Secondo Osho, la meditazione è uno stato che va «oltre la mente». Non è la concentrazione, né riguarda pensieri spirituali: è l' assenza dei pensieri. Per sua natura, non è qualcosa che si può fare, ma che può succedere, e in cui ci si può trovare. Ma, aggiunge, è molto difficile per l'uomo moderno semplicemente sedersi ed essere in meditazione. Per questo motivo, individuò alcune tecniche di meditazione attive che potessero portare naturalmente alla meditazione.

Alcuni di questi esercizi preparatori possono essere ritrovati nelle terapie della moderna psicoterapia occidentale (a.e. la psicoterapia della Gestalt), e consistono nell'alterazione del respiro, nel gibberish (l'esprimersi in un linguaggio sconosciuto), nel piangere o ridere liberamente. Le tecniche di meditazione principali sono chiamate Active Meditations (meditazioni attive), comprendono le meditazioni "dinamica", "kundalini", "nadabrahma", "nataraj", e sono piuttosto impegnative dal punto di vista fisico.

Osho re-introdusse anche alcune tecniche tradizionali di meditazione, riducendole alla loro più essenziale espressione, astraendole dai rituali e dalle tradizioni proprie, e mantenendone le parti maggiormente «terapeutiche». Inoltre, sostenne la teoria per la quale lo stato meditativo può essere raggiunto e mantenuto, con una sufficiente pratica, anche attraverso le azioni quotidiane.

In quest'ottica, in definitiva l'illuminazione non è altro se non l'essere continuamente in uno stato di meditazione.

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Sito ufficiale

Sito ufficiale di Osho Rajneesh

[modifica] Siti informativi

L’eredità di Osho Rajneesh (biografia ed interessante excursus delle diramazioni del movimento ai giorni d'oggi

[modifica] Siti critici

Rajneeshpuram: utopia e incubo orwelliano (molto POV, ma anche molto documentato)

BHAGWAN, il dio che fallì - Introduzione (citato nel testo)

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