Olio di lino
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Nella pittura ad olio, l' olio di lino costituisce uno degli elementi atti a veicolare i pigmenti di colore e, tra tutti gli olii si distingue per una spiccata siccatività. L'olio di lino si ottiene dalla spremitura di semi di lino precedentemente tostati, quindi subisce alcuni procedimenti di chiarificazione e di filtraggio che lo rendono atto ad essere utilizzato per l'esecuzione d'una pittura. Uno di questi procedimenti, e il più comune, è la semplice esposizione di quest'olio, tenuto in vasi di cristallo ermeticamente chiusi, ai raggi solari. Nell'antichità si dedicavano particolari cure alla chiarificazione e al filtraggio di quest'olio (pulendolo ad esempio con l'azione di polvere di silicio) affinché ne fosse limitato quello che è il suo principale difetto: l'ingiallimento. D'altra parte va ricordato che fino al secolo XVIII gli artisti preferirono generalmente all'olio di lino gli olii di papavero e di noce, che all'uso pittorico presentano minori difetti; spesso l'olio di lino veniva utilizzato, in miscela con altri elementi, per la sola imprimitura. Solo con l'età moderna, e in relazione a una sostanziale esemplificazione delle tecniche pittoriche, l'olio di lino è divenuto il più comunemente utilizzato nella pratica artistica.