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Nostratico - Wikipedia

Nostratico

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Una rappresentazione schematica di una delle versioni della famiglia linguistica nostratica
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Una rappresentazione schematica di una delle versioni della famiglia linguistica nostratica

Il Nostratico è un'ipotetica lingua estinta dalla quale deriverebbero alcune delle famiglie linguistiche europee, asiatiche ed africane.

Indice

[modifica] Struttura del Nostratico

Le lingue nostratiche costituirebbero così una superfamiglia linguistica di livello superiore alle normali famiglie linguistiche.

I teorizzatori ed i sostenitori del nostratico hanno espresso differenti opinioni su quali famiglie linguistiche comprenda la superfamiglia. Comunque generalmente vengono incluse le lingue indoeuropee, le lingue uraliche e le lingue altaiche. Le lingue afroasiatiche sono state a lungo incluse nelle varie teorizzazioni del nostratico, ma critiche recenti di Joseph Greenberg hanno portato ad un parziale riassestamento di questa posizione.

Le lingue che sono state comprese nella teoria nostratica sono:

Joseph Greenberg ha proposto una superfamiglia simile, che ha chiamato Euroasiatica, nel quale ha incluso le lingue amerinde parlate nel continente americano. Il nostraticista americano Allan R. Bomhard considera l'euroasiatico uno dei rami della famiglia nostratica, diverso dal ramo afroasiatico, elamodravidico e kartvelico.

[modifica] Origine della teoria nostratica

[modifica] Il "Nostraniano" di H.Pedersen

Nel 1903 il linguista danese Holger Pedersen teorizzò il "Nostraniano", una protolingua che avrebbe preceduto ed in seguito dato vita all'indoeuropeo, all'uralico, all'afroasiatico e alle lingue eschimo-aleutine. Il nome significava propriamente nostro. L'ipotesi non raccolse opinioni positive in occidente e cadde temporaneamente nell'oblio.

[modifica] Il Nostratico in Unione Sovietica

Durante gli anni 1960, due giovani linguisti russi, un semitologo, A. Dolgopolskij, ed uno slavista, Vladimir Illič-Svityč, fecero tentativi indipendenti di raccogliere e sistematizzare tutte i contributi comparsi in pubblicazioni di linguistica nella letteratura occidentale. Essi criticamente valutarono una quantità di materiale assai disomogenea, che spaziava dalle esotiche teorie monogenetiche di Alfredo Trombetti ai molto più pragmatici lavori di B.Collinder e H.Pedersen (l'ipotesi della superfamiglia indo-uralica), M. Räsänen (l'ipotesi uralo-altaica), H. Pedersen, P. Meriggi and L. Heilmann (l'ipotesi del indo-semita), etc.

Entrambi giunsero indipendentemente alla conclusione che in effetti sussistevano indizi piuttosto evidenti dell'esistenza di una antica superfamiglia (o macro-famiglia) alla quale potevano afferire il semitico (vedi Afro-Asiatico), il kartvelico (caucasico del sud), l' indoeuropeo, l'uralico e l'altaico.
Successivamente, il Dravidian Etymological Dictionary compilato da Th. Burrow e M. Emeneau, spinse V. Illič-Svityč ad aggiungere il dravidico alla lista. Il nome utilizzato per designare questa superfamiglia fu Nostratico, coniato sul modello del nome coniato in precedenza da H. Pedersen. Nel 1964, A. Dolgopolskij e V. Illyč-Svityč vennero a conoscenza dei rispettivi riultati grazie a V. Dybo, che ne era consapevole da diverso tempo, ma aveva mantenuto il segreto per non inficiare la "purezza dell' esperimento intellettuale" . Da quel momento i due linguisti collaborarono fino alla morte di V. Illič-Svityč, avvenuta nel 1967.

[modifica] Il Nostratic Workshop

Ad oggi, il Nostratic Workshop continua il suo lavoro, sebbene il suo staff non sia più lo stesso. A. Dolgopolskij (che è emigrato in Israele) e I. Pejros (che vive in Australia) sono stati sostituiti dai piu` giovani accademici L. Kogan (ramo Semitico) e G. Starostin (ramo Dravidico). Lo scopo finale del lavoro è la creazione di un dizionario comaparativo online di Nostratico (per adesso sono disponibili online sul web i database comparativi di molte famiglie nostratiche, come anche il vocabolario del Nostratico ricostruito).

[modifica] Background: Dall'indoeuropeo al nostratico

Il concetto di lingue nostratiche si comprende meglio nel constesto della scoperta, dei metodi di investigazione e di applicazione da famiglia linguistica indoeuropea. Quando Sir William Jones per primo suggerì l'ipotesi dell'indoeuropeo, sostenne quest'idea con un esame sistematico dei cosiddetti gruppi fonosemantici, insiemi di parole che, in lingue differenti hanno suoni e significati simili. Essenzialmente Jones dimostrò che c'erano troppi gruppi di questo tipo per essere delle mere coincidenze, dando particolare enfasi alla somiglianza dei tratti morfologici: declinazione sostantivale e coniugazione verbale. Egli propose che le lingue in questione dovevano derivare da una lingua comune esistita in precedenza ed ora estinta, e che si fossero distinte l'una dall'altra a casusa della separazione geografia e del passare del tempo. L'idea di una lingua comune originale prese piede, un concetto del quale l'evoluzione delle lingue romanze dal latino offre un chiaro esempio.

Il secondo concetto da tenere in mente è che, partendo da Jacob Grimm, si sostiene che le lingue non si evolvono in modo confusionale, ma piuttosto si evolvono seguendo regole precise. Usando queste regole, si può teoricamente ripercorrere il processo evolutivo all'indietro e ricostruire la protolingua. Facendo ciò parti della protolingua ipotetica, chiamata indoeuropeo, sono state ricostruite.

Il terzo concetto è che, analizzando le parole nella lingua proto-indoeuropea, si può fino ad un certo punto esaminare la locazione temporale e spaziale degli indoeuropei. Le parole per concetti ed oggetti che non erano familiari a questa gente sarebbero state assegnate in modo casuale dopo che le varie lingue avevano già cominciato a separarsi; solo cose che erano già conosciute in precedenza avrebbero prodotto serie fonosemantiche nelle lingue figlie. L'indoeuropeo è ricco di parole collegate all'agricoltura, alla zootecnica, ed al mondo vegetale selvatico. Perciò si sostiene che il protoindoeuropeo sia stato parlato in un dato periodo tra il 6000 AC ed il 4000 AC, nelle pianure a nord del Mar Nero, nell'odierna Russia ed Ucraina (Un'indicazione del limite di questo sistema è che secondo alcune teorie le stesse parole ricostruite ed altri indizi, per altre teorie fittizi, indicherebbero come luogo di "nascita" l'Anatolia settentrionale

Nel complesso, l'ipotesi indoeuropea ha avuto un grande successo, e naturalmente i linguisti hanno provato ad applicare lo stesso metodo generale ad un'ampia varietà di lingue. Molte lingue, anche se non tutte, hanno mostrato una parentela ad altre lingue, formando grandi famiglie simili all'indoeuropeo. Così sembra che sia naturale che anche queste famiglie possono convergere verso superfamiglie superiori, ed addirittura forse in un'unica lingua originale.

[modifica] Esempio di ricostruzione del nostratico

Un esempio delle tecniche usate dai sostenitori del nostratico è dato da un passaggio da The Nostratic Macrofamily di Allan R. Bomhard e John C. Kerns (p. 219):

Proto-Nostratico *bar-/*ber- 'seme, chicco, grano':

  • Proto-Indoeuropeo *bhars- 'grano':
    • Latino far 'farro'
    • Antico Islandese barr 'orzo'
    • Antico Inglese bere 'orzo'
    • Antico Slavo Ecclesiastico brašeno 'cibo'
    • Pokorny 1959:111 *bhares- 'orzo'; Walde 1927-1932. II:134 *bhares-; Mann 1984-1987:66 *bhars- 'frumento, orzo'; Watkins 1985:5-6 *bhares- (*bhars-) 'orzo'; Gamkrelidze-Ivanov 1984.II: 872-873 *bhar(s)-:
  • Proto-Afroasiatico *bar-/*ber- 'grano, cereale':
    • Proto-Semitico *barr-/*burr 'grano, cereale':
      • Ebraico bar 'grano'
      • Arabo burr 'frumento'
      • Accadico burru 'un cereale'
      • Sabaico brr 'frumento'
      • Harsusi berr 'mais, frumento'
      • Mehri ber 'mais, frumento'
    • Cuscitico:
      • Somalo bur 'frumento'
      • (?) Proto-Cuscitico Meridionale *bar-/*bal- 'chicco (generico)'
        • Iraqi balang 'chicco'
        • Burunge baru 'chicco'
        • Alagwa balu 'chicco
        • K'wadza balayiko 'chicco'
  • Dravidico:
    • Tamil paral 'sassolino, seme'
    • Malyalam paral 'sabbia, grana grossa, ghiaial'
    • Kota parl 'sassolino, un grano (di qualsiasi cosa)'
    • Kannada paral, paral 'sassolino, pietra'
    • Kodagu para 'sassolino'
    • Tulu parelu 'grano di sabbia, sabbiolina, ghiaia, grano di mais, ecc'
    • Kolami parca 'ghiaia'.
  • Sumero bar 'seme'.

Ciò è un esempio di quello che alcuni linguisti trovano di sospetto nell'ipotesi nostratica: una singola protoforma viene indicata come l'antenato di parole che significano orzo, frumento, grano, sassolino, e seme. D'altra parte, i sostenitori indicano che si trovano ricostruzioni molto simili nella ricostruzione del dizionario indoeuropeo, nella quale allo stesso modo parole di forma simile, ma indicanti cose diverse, provengono da una medesima protoforma.

[modifica] Critiche alla teoria del nostratico

1. La quasi totalità dei linguisti moderni è per lo più scettica sull'ipotesi della parentela fra le varie lingue incluse nella teoria nostratica. La critica principale al nostratico è che la metodologia usata porta a vedere relazioni e risultati che sono frutto di coincidenze. Nel ricostuire il nostratico, gli ideatori della teoria non hanno usato le tecniche che i linguisti hanno stabilito per evitare falsi risultati positivi, come insistere nell'esaminare solo regolari cambiamenti fonetici.

2. Molte delle serie fonosemantiche proposte sono molto più speculative di quelle usate per raggruppare le lingue nelle famiglie già accettate; una di queste tecniche usate come supporto ad una superfamiglia simile venne usata nel 1960 per "dimostrare" che l'inglese era un membro di una famiglia centroamericana proposta.

3. Un altro colpo contro il nostratico è che una tecnica più recente sulle strutture grammaticali comparate, differentemente dalle parole, ha indicato che alcuni dei candidati al nostratico non sono imparentati.

4. Il nostratico è una superfamiglia linguistica controversa, che propone collegamenti tra molte famiglie linguistiche eurasiatiche. La natura precisa dei collegamenti è stata oggetto di dibattiti, comunque, neanche i sostenitori della teoria sono d'accordo sulle famiglie linguistiche da includere.

5. La proposta di Aharon Dolgopolskij ed altri, che le parole ricostruite per il Nostratico rimandino ad una società preagricola nel Medio Oriente (come ci aspetterebbe da una lingua antecedente l'indoeuropeo), e` stata bollata dalla maggioranza dei linguisti come un ragionamento circolare teso a convalidare il Nostratico

6. Alcuni linguisti non sono d'accordo con il presupposto che tutte le lingue devono confluire ad un'unica radice originaria ricostruibile. È ormai saputo che lingue non imparentate in prossimità geografica possono condividere col tempo il vocabolario, la sintassi e altre caratteristiche, ed è stato proposto che anche le famiglie linguistiche oggi conosciute potrebbero essere un'aberrazione. Lo sviluppo tecnologico può permettere ad una lingua di espandersi geograficamente in modo rapido, seguendo i propri locutori che conquistano i loro vicini. Questo permetterebbe ad una lingua di evolversi in una famiglia (infatti, si suppone che le lingue indoeuropee si siano diffuse così lontano grazie ai vantaggi bellici che l'addomesticamento del cavallo ha dato ad un piccolo gruppo di locutori dell'indoeuropeo).

7. E` stato suggerito che in assenza di un rapido cambiamento tecnologico (cioè verosimilmente prima dell'ottavo millenio AC), la tendenza dei linguaggi ad evolversi autonamemente sarebbe passata in secondo piano rispetto alla tendenza allo scambio tra lingue diverse (prestiti, creolizzazione). Se le cose stanno così, l'assioma che le lingue cambiano in modo ricostruibile è una presunzione illegittima almeno prima di un certo momento della preistoria e quindi non esiste realmente la possibilità di ricostruire le proto-lingue delle maggiori famiglie linguistiche le quali, si pensa, sono posteriori alla introduzione dell'agricoltura nel Neolitico.

8. Il concetto di Nostratico ha una certa influenza su diversi settori della linguistica. In effetti è stato un ulteriore livello di albero di famiglie linguistiche, che dovrebbe conciliare il nostratico con le altre famiglie linguistiche in quella che è stato definita lingua proto-mondiale. La maggior parte delle obiezioni sollevate nei confronti dell'ipotesi nostratica si applicano egualmente a qusta proposta, e infatti il Proto-mondiale non sta riscuotendo grandi consensi tra i linguisti.

[modifica] Punti difensivi della teoria Nostratica

Di seguito si riportamo le repliche alle critiche della precedente sezione.

1. "La quasi totalità dei linguisti moderni è per lo più scettica sull'ipotesi della parentela fra le varie lingue incluse nella teoria nostratica. La critica principale al nostratico è che la metodologia usata porta a vedere relazioni e risultati che sono frutto di coincidenze. Nel ricostuire il nostratico, gli ideatori della teoria non hanno usato le tecniche che i linguisti hanno stabilito per evitare falsi risultati positivi, come insistere nell'esaminare solo regolari cambiamenti fonetici."

La frase "la quasi totalità dei linguisti moderni" si applica essenzialmente ai linguisti americani. In Russia la teoria nostratica ha molti sostenitori.

Il requisito per cui si possono ammettere "solo regolari cambiamenti fonetici" ignora il fatto che i linguisti identificano le leggi fonetiche molto dopo che la disciplina ha stabilito le relazioni tra le lingue attraverso le corrispondenze lessicali e la morfologiche. Se avessero seguito alla lettera questa norma, i linguisti non avrebbero trovato l'Indoeuropeo.

3. "Un altro colpo contro il nostratico è che una tecnica più recente sulle strutture grammaticali comparate, differentemente dalle parole, ha indicato che alcuni dei candidati al nostratico non sono imparentati."

In recenti lavori di Joseph Greenberg e Allan R. Bomhard vengono discussi e dissipati questi dubbi. In particolare non si può parlare della "comparazione delle strutture grammaticali" come ad una tecnica di recente introduzione. Si può ricordare la famosa nota del 1786 di Sir William Jones:

Il sanscrito, quale ne sia l'antichità, è una stupenda struttura più perfetta del greco; più vasta del latino e più squisitamente raffinata di ciascuna di queste, eppure ad esse tanto affine, sia nelle radici dei verbi che nelle forme grammaticali, che difficilmente tale affinità potrebbe essersi prodotta per un caso.

Di certo non si può dire che i sostenitori di questa classificazione di ordine superiore delle lingue si basino esclusivamente su argomentazioni lessicali piuttosto che morfologiche. Ad esempio si possono ricordare molti dei tentativi di Bomhard e Kerns (1994) di ricostruire la morfologia e la sintassi del Nostratico. Parimenti, funzioni ed elementi morfologici formano il soggetto del primo e più lungo volume di Joseph Greenberg Indo-European and Its Closest Relatives (2000). Sicche`, qualsiasi argomentazione critica si muova contro il Nostratico, questa non e` una di quelle.

4. "Il nostratico è una superfamiglia linguistica controversa, che propone collegamenti tra molte famiglie linguistiche eurasiatiche. La natura precisa dei collegamenti è stata oggetto di dibattiti, eppure neanche i sostenitori della teoria sono d'accordo sulle famiglie linguistiche da includere."

Per alcuni aspetti, la situazione non è troppo diversa da quella dei primi studi di indoeuropeistica. Da prima le lingue celtiche non erano state identificate come parte della famiglie delle lingue indoeuropee, mentre l'armeno non fu riconosciuto come indoeuropeo fino agli anni 1880 (quando fu comunque erroneamente interpretato come un dialetto aberrante del persiano), e il licio e il lidio fino alla metà del ventesimo secolo. Anche oggi, ci sono alcune incertezze circa il raggruppamento delle lingue ugro-finniche, per non parlare delle lingue Afro-asiatiche

5. "La proposta di Aharon Dolgopolskij ed altri, che le parole ricostruite per il nostratico rimandino ad una società preagricola nel Medio oriente (come ci aspetterebbe da una lingua antecedente l'indoeuropeo), è stata bollata dalla maggioranza dei linguisti come un ragionamento circolare teso a convalidare il nostratico."

In realtà l'ipotesi che i parlanti proto-nostratico natufiani e zarziani abbiano contribuito a diffondere le culture coinvolte nella rivoluzione del Neolitico, portatrici di nuove tecnologie di caccia (arco e freccie) e la domesticazione del cane, non può essere scartata tanto alla leggera.

7. "È stato suggerito che in assenza di un rapido cambiamento tecnologico (cioè verosimilmente prima dell'ottavo millenio AC), la tendenza dei linguaggi ad evolversi autonomemente sarebbe passata in secondo piano rispetto alla tendenza allo scambio tra lingue diverse (prestiti, creolizzazione). Se le cose stanno così, l'assioma che le lingue cambiano in modo ricostruibile è una presunzione illegittima almeno prima di un certo momento della preistoria e quindi non esiste realmente la possibilità di ricostruire le proto-lingue delle maggiori famiglie linguistiche le quali, si pensa, sono posteriori alla introduzione dell'agricoltura nel Neolitico."

Non si puà negare che il metodo comparativo è stato applicato con successo alle lingue degli Aborigeni australiani. Sebbene in Australia non ci siano stati significativi sviluppi tecnologici dal momento della sua primitiva colonizzazione (60.0000-50.000 AC), gli aborigeni viventi sui sette ottavi dell'Australia usano linguaggi appartenenti alla famiglia relativamente recente Pama-Nyungan, che si pensa vecchia di circa 5.000 anni.

[modifica] Prospettive della teoria Nostratica

Come si è visto sopra, le opinioni in merito al nostratico hanno spaccato la linguistica tra fazioni di sostenitori e antagonisti ed è improbabile che in breve tempo si possa avere una ricomposizione. Contro la teoria nostratica, può essere annoverata la quasi totalità della linguistica anglosassone. A favore si può di certo dire che l'innovazione di solito attecchisce in un ambito ristretto, trovando la forte opposizione del mondo accademico, almeno finché le prove a favore divengono schiaccianti.

Non si può negare che la carenza di credenziali scientifiche di alcuni sostenitori del nostratico ne depone a sfavore, ma d'altra parte alcuni dei più prestigiosi linguisti del ventesimo secolo erano favorevoli al nostratico o teorie affini, quali Holger Pedersen e Joseph Greenberg.

Il solo conforto per coloro che rimangono perplessi di fronte a questo furente dibattito è che la scienza ha sempre modo di autocorreggersi. Il tempo saprà dire se la teoria nostratica è il granello di sabbia che diviene perla, o soltanto un granello di sabbia.

[modifica] Poesia nostratica

Vladislav Illič-Svityč, che fu un notevole nostratista russo, decise di scrivere una poesia usando la sua versione del Proto-Nostratico. La famosa poesia e` la seguente:

Nostratico Russo Traduzione
elHä weei ʕaun kähla Язык - это брод через реку времени, La lingua e` un guado nel fiume del tempo,
aλai palhA-A na wetä он ведёт нас к жилищу умерших; ci porta alla dimora dei nostri antenati;
śa da ʔa-A ʔeja ʔälä но туда не сможет дойти тот, ma non vi potra` mai giungere,
ja-o pele uba wee кто боится глубокой воды. colui che ha paura delle acque profonde.


[modifica] Riferimenti

  • Allan R. Bomhard e John C. Kerns, The Nostratic Macrofamily: A Study in Distant Linguistic Relationship (La macrofamiglia nostratica: uno studio delle relazioni linguistiche a distanza). Berlino, New York, e Amsterdam: Mouton de Gruyter, 1994.
  • Thomas V. Gamkrelidze and Vjačeslav V. Ivanov, Indo-European and the Indo-Europeans, translated by Johanna Nichols, 2 volumes. Berlin and New York: Mouton de Gruyter, 1995. ISBN 3110147289

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