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Malus domestica - Wikipedia

Malus domestica

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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Melo
Stato di conservazione: Sicuro

Melo (Malus domestica)
Classificazione scientifica
Dominio: Eukaryota
Regno: Plantae
Sottoregno: Tracheobionta
Superdivisione: Spermatophyta
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Sottoclasse: Rosidae
Ordine: Rosales
Famiglia: Rosaceae
Genere: Malus
Specie: M. domestica
Nomenclatura binomiale
Malus domestica
Borkh., 1760
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Indice

[modifica] In grassetto corsivo tutte le parti che corrispondono al testo di cui sopra

Il melo (Malus domestica, Borkh. 1760) è una pianta da frutto.

La coltivazione del melo interessa tutti i continenti, ma la produzione mondiale è concentrata per oltre il 70% in Europa e Asia. La produzione mondiale si attesta su 40 milioni di tonnellate, di cui 10 in Europa (EU-25), 10,5 in Asia, 4,5 in America (il melo predilige una fascia temperata fredda, infatti anche quando si parla di America si intende America del nord). In Europa: Polonia oltre 2,2 milioni Francia ed Italia 2 milioni di tonnellate ciascuna, Germania meno di 1 milione.

In Italia: Trentino Alto Adige 800.000 t, Emilia 500.000 t, Veneto 300.000 t, Campania 150.000 t (coltivazione con tecniche particolari, è una melicoltura di nicchia).

[modifica] Storia

Si ritiene che il melo abbia avuto origine in Asia orientale, da dove poi si sarebbe diffuso nell'area Caucasica. In quest'ultima area sarebbero avvenuti incroci naturali tra le varie specie originando diverse varietà ancora oggi esistenti (gruppo delle [[Mele Renette]]). Il melo era già coltivato in Egitto lungo il [[Nilo]], importato dalla [[Siria]], nel [[13 secolo a.C]]. Lo studio pomologico delle cultivar iniziò solo nel periodo rinascimentale.

[modifica] Biologia

L'impollinazione è sia entomofila (eseguita cioè dagli insetti pronubi) che anemofila (azione del vento). In termini biologici i frutti in realtà sono falsi frutti poiché derivano dal concrescimento del ovario e del ricettacolo, sono cioè "pomi" sferoidali o ellissoidali, a volte costoluti con epicarpo variamente colorato (dal verde, al giallo e al rosso più o meno uniforme); la polpa è bianca o bianco-giallastra, di consistenza variabile, dolce, con componenti acidiche e aromatiche di diversa intensità. Il melo fruttifica prevalentemente sulle lamburde e sui brindilli, che portano una gemma mista.

[modifica] Esigenze colturali, allevamento, propagazione

Nella distribuzione territoriale delle cultivar occorre tener presente il soddisfacimento del fabbisogno in freddo, che risulta spesso superiore alle 800 ore. Il melo tollera le basse temperature invernali (fino a circa -24°C),mentre può risentire delle brinate primaverili, soprattutto nelle zone prealpine, nelle quali si pratica l'irrigazione antibrina per salvare le produzioni durante il periodo della fioritura Il melo viene propagato per innesto. Ai franchi, che insieme al paradiso comune e al dolcino comune, ottenuti per seme e che costituivano i portainnesti usati in passato, si sono sostituiti i portainnesti clonali, moltiplicati per via vegetativa (margotta di ceppaia o autoradicazione), e in particolare quelli caratterizzati da una ridotta vigoria o addirittura deboli per ridurre le spese di gestione ed aumentare la qualità della produzione. Attualmente il più diffuso portainnesto utilizzato si chiama M9.

PORTAINNESTI:

  • PARTENDO DA SEME:
    • Malus communis (franco): molto vigoroso ritarda, l'entrata in fruttificazione.
    • Malus baccata: arriva dalla Siberia e ci interessa per caratteristiche di resistenza al freddo.
    • Malus hupehensis: portainnesto clonale ottenuto per autoradicazione.
  • PARTENDO DA CLONI:
Vi è la serie East-Malling (M) e la serie Malling-Merton (MM) resistente all'afide lanigero. I portainnesti clonali usati oggi sono della serie M:
    • M 9 (paradiso giallo di Mets): debole con apparato radicale superficiale, induce precoce entrata in produzione, buona compatibilità anche se nel punto d'innesto si nota un ingrossamento.
    • M 27: molto debole, ha interesse solo per impianti con elevate densità (5000 piante/ha)
Altri della serie M: M 4, M 7, M 16
Quelli della serie MM (numerazione da 100 in poi) sono:
    • MM 101: media vigoria, sensibile al marciume del colletto
    • MM 111: vigoroso, buona resistenza alla siccità per l'apparato radicale profondo, buone produzioni.
Altri portinnesti usati sono: la serie M.A.C.,la serie Budagowski.

Tutti questi portinnesti si propagano per margotta o per propaggine di trincea, ultimamente si ricorre alla talea o alla micropropagazione, la tecnica dell'autoradicazione ritarda la messa a frutto e dà piante vigorose. L'innesto è fatto a gemma dormiente o a marza (intarsio). Un ettaro di meleto produce anche 60 t. Negli ultimi decenni c'è stata una forte evoluzione delle tecniche di piantagione e delle forme di allevamento. Le piante devono essere allevate secondo forme atte a massimizzare la funzionalità del frutteto e non del singolo albero. I vecchi impianti con sesti larghi (6 x 7 m) sono stati sostituiti con quelli a più elevata densità per semplificare le operazioni colturali, una precoce messa a frutto, ed elevata qualità dei frutti. Le forme di allevamento attualmente utilizzate sono la palmetta (libera e anticipata), fusetto, solaxe. Il fusetto è la forma più semplice in quanto è ridotta ad asse centrale sul quale sono inserite le brachette, abbastanza corte, nel numero di 6-8. Fondamentalmente il fusetto si ottiene spuntando l'astone quando questo si mette a dimora. Nei primi 2 anni si eseguono solo tagli di diradamento e interventi di inclinazione delle branche, che si fanno sviluppare irregolarmente lungo il fusto nel tratto compreso fra 70 e 150 cm da terra. Nelle cultivar "standard" sono ritenuti fondamentali gli interventi di piegatura dei germogli, mentre nelle cultivarv "spur" l'inclinazione delle branche può essere ottenuta con l'utilizzo di semplici divaricatori. A partire dal terzo anno le branche vengono raccorciate con intensità inversa alla loro distanza dalla sommità della freccia. Dopo la fase di allevamento le piante vengono alleggerite nella parte apicale con interventi di potatura verde eseguiti prevalentemente in maggio.

[modifica] Dimensioni

Con i portainnesti più deboli l'albero arriva ad una altezza di 2 o 3 metri circa. Con le forme a fusetto la densità d'impianto può raggiungere le 5-6000 piante/ha, le distanze d'impianto sono 2,5 - 4 m tra le file e 0,5 - 1,5 m sulla fila (le distanze minime si usano per le spur). La palmetta è la forma più diffusa per l'allevamento del melo in parete in terreni fertili che raggiungono anche 3 - 4 m. Di solito alla messa a dimora gli astoni sono spuntati a 50-60 cm dal suolo.

Nel primo anno si lasciano vegetare liberamente i germogli che si sviluppano dalle gemme dell'astone, nell'inverno del secondo anno il ramo inserito più in alto viene scelto per costituire il prolungamento del fusto, mentre le 2 branche sottostanti vengono inclinate di 50° rispetto alla verticale. I restanti rami dopo essere stati diradati vengono curvati per evitare competizione con i tre rami detti sopra. Per favorire una corretta formazione dell'albero sono utili la potatura sul verde e l'inclinazione dei rami. Il completamento della struttura scheletrica avviene in due-tre anni dall'impianto. Rispetto al fusetto la potatura è più complicata per cui torna sempre utile l'uso di tutori e strutture di sostegno (pali in cemento e fili in ferro o acciaio) al fine di facilitare legatura e inclinazione delle branche. L'impianto è fatto con 4 m fra le file e 2-3 m sulla fila. Solaxe è invece una forma di allevamento simile al fusetto in cui però non vengono eseguiti i tagli di ritorno e la fruttificazione avviene solo nella parte più esterna della pianta, pianta che non viene più vista con una forma conica tipica del fusetto ideale, ma viene vista con una forma cilindrica. 1° anno: importantissimo è partire con astoni con rami anticipati che partono da 90-100 cm da terra; una volta che la pianta è a dimora si eseguono pochi tagli e alcune piegature, eliminando i concorrenti della cima. 2° anno: pochi tagli e qualche piegatura. 3° anno: non vengono eliminati i competitori della cima, questo funziona da freno della vegetazione. Al limite la cima viene piegata 4° anno: formazione del cono di luce, ovvero vengono puliti i brindilli più corti e più interni, favorendo invece la parte + esterna. 5° anno e successivi: assolutamente da evitare i tagli di ritorno, in questo modo le branche ramificano in modo omogeneo. Ogni pianta può portare anche 12-15 branchette. Solaxe permette, soprattutto nelle zone di melicoltura di pianura, di ridurre di molto il "poco colore" tipico di alcune cultivar che si ottiene nell'ultimo stacco. Nel solaxe, a partire dal sesto anno per evitare l'invecchiamento delle branchette si può eseguire entro la fase della fioritura una pratica di diradamento manuale delle gemme miste e delle lamburde fiorifere chiamata EXTINCION che può variare a seconda della cultivar, a seconda del diametro dei rami e a seconda del numero di gemme a fiore presenti. Per quanto riguarda la potatura di produzione, il melo fruttifica prevalentemente sulle lamburde fiorifere; in alcune cultivar una certa produzione si può avere anche sui brindilli (con gemma apicale mista) e rami misti. I rami a legno non vanno raccorciati ma solo diradati dove risultino fitti o mal disposti. La frutta migliore di solito proviene dalle formazioni più giovani, pertanto la potatura deve assicurare un periodico rinnovamento di tali formazioni. In una pianta ben equilibrata la potatura dovrebbe consistere nell'asportazione di alcuni rami di un anno, raccorciamento delle branche di sfruttamento e delle formazioni fruttifere in via di esaurimento. Con l'introduzione di forme di allevamento contenute e elevate densità d'impianto si è ripristinata la potatura in verde, la potatura primaverile-estiva viene eseguita per eliminare i succhioni che ombreggiano troppo la chioma. Nel melo il diradamento dei frutti si fa solo in quelle cultivar che allegano molto come quelle del gruppo delle GOLDEN DELICIOUS. Quando vi è la necessità si usano diradanti chimici (NAA, NAD, CARBARYL) che generalmente devono essere seguiti da un passaggio manuale). Molte cultivar di melo sono autoincompatibili (i fiori di una cultivar non possono fecondarsi senza la presenza di altre varietà), scarsamente autocompatibili, alcune di esse sono triploidi e producono polline scarsamente germinabile; però bisogna considerare che nel melo non esistono rapporti di interincompatibilità, per cui la scelta degli impollinatori riguarda solo la scelta di cv che fioriscono contemporaneamente e con polline germinabile. Ci sono grossi problemi con la Venturia Inaequalis (ticchiolatura) contro la quale si arriva a fare anche trattamenti 30 volte all'anno.

Gestione del suolo Molto diffusa è la tecnica dell'inerbimento dell'interfilare, che riduce considerevolmente il compattamento del suolo al passaggio delle macchine agricole, associato al diserbo localizzato sulla fila. L'apporto di azoto N deve essere limitato (70-80 kg/ha) specialmente nei frutteti inerbiti, ove l'accumulo di sostanza organica che deriva dallo sfalcio dell'erba potrebbe causare con l'aggiunta di N problemi sulla vegetazione e sulla conservabilità dei frutti. Sono molto importanti anche i macroelementi fosforo (P) e potassio (K) ed i mesoelementi magnesio Mg e calcio Ca (importanti per la successiva conservazione del frutto). La raccolta viene eseguita manualmente direttamente da terra negli impianti ad altezza limitata (allevamento a fusetto, cultivar "spur", impianti ad elevata densità); con scale o con l'ausilio dei carri a piattaforme laterali nel caso degli alberi più sviluppati allevati a palmetta. La resa alla raccolta varia intorno a 100-200 Kg/h per operaio. La raccolta meccanica è utilizzata solo per le mele da industria (sidro). L'epoca di raccolta è individuata con degli "indici di maturazione" (consistenza della polpa, indice rifrattometrico, contenuto in amido), appositamente predetermionati per ogni cultivar.

[modifica] Il frutto: la mela

La mela è il frutto più destagionalizzato (lo troviamo tutto l'anno) ma ciò richiede la presenza di impianti di refrigerazione appositamente predisposti. Dopo la raccolta i frutti sono conservati ad una temperatura compresa tra 0° e 4°C con un'umidità relativa molto alta, dell'85-90% circa per ridurre al minimo le perdite di peso della frutta. Per conservazioni prolungate si ricorre a conservazioni in celle con atmosfera controllata (AC) nelle quali la percentuale di ossigeno viene ridotta dal 21% presente in natura a valori inferiori del 3% in relazione alla varietà. Inoltre l'anidride carbonica (CO2) viene mantenuta al di sopra dell'1% (contro lo 0,03% dell'atmosfera terrestre). Le mele sono destinate prevalentemente al consumo fresco. In Italia l'utilizzazione industriale riguarda la produzione di fette di mela per l'industria dolciaria, per la quale sono idonee le mele delle cultivar Golden Delicious, Rome Beauty, Imperatore. Altre destinazioni industriali sono: produzione di succhi limpidi, molto richiesti nei paesi del nord Europa, creme, fette di mela essiccate, la produzione di sidro e di alcool. Gli obbiettivi del miglioramento genetico riguardano l'ottenimento di piante resistenti alle più importanti patologie (funghi, batteri e fitofagi) come ad esempio la ticchilatura, l'oidio, il colpo di fuoco batterico (Erwinia Amylovora). Si guarda anche all'ottenimento di cv autofertili per garantire delle produzioni costanti nel tempo.

[modifica] Cultivar

Il panorama varietale nazionale , è incentrato essenzialmente sulle cultivar da tavola a maturazione autunnale e invernale, che rappresentano circa il 90% della produzione. Limitata diffusione continuano ad avere le cultivar che maturano in estate che soffrono della concorrenza di pesche, susine ed uva e delle stesse mele invernali frigo conservate e del prodotto fresco che arriva dall'altro emisfero (Cile, Argentina). - Una prima classificazione viene fatta in base al corredo cromosomico: APLOIDI (17 cromosomi) DIPLOIDI (34 cromosomi) TRIPLOIDI (51 cromosomi) Queste ultime sono affette da sterilità citologica. - Si classificano anche in base alla colorazione di fondo della buccia: GIALLE, VERDI e ROSSE Si dice che la colorazione rossa arriva con il freddo. In particolare se la Golden Delicious ha una macchia rossa pallida vuol dire che è stata coltivata in altura. La Golden coltivata in pianura può presentare rugginosità. - Un'altra classificazione è fatta in base al periodo di maturazione: MELE ESTIVE: con maturazione tra luglio ed agosto, raccolte al momento del consumo. Comprendono il 2-3% della produzione con MONDIAL GALA, ROYAL GALA, GALAXY tutte rosse. MELE AUTUNNALI: si raccolgono fra la fine di agosto e la fine di settembre. Comprendono il 70-75% della produzione (solo la GOLDEN DELICIOUS ne fa il 50%) con CLASSIC DELICIOUS (rossa), FLORINA (rossa) e PRIMERA (gialla) resistenti a ticchiolatura. MELE INVERNALI: si raccolgono in ottobre e sono pronte per il consumo a partire da dicembre-gennaio. Comprendono il 22-28% della produzione con ROME BEAUTY e IMPERATORE usate per fare le mele a fette e disidratate per dolci, GRANNY SMITH (verde), ANNURCA (rossa [napoletana]), FUJI (rossa), CRIPPS PINK (nome della varietà, commercializzata come PINK LADY), PINK KISS (commercializzata con il nome di PINK ROSE). Comunque, a prescindere dalla maturazione, a ottobre (PINK LADY esclusa perché si raccoglie a fine ottobre) non devono trovarsi ancora sull'albero perché iniziano le piogge che fanno decadere la qualità del prodotto. - Altro criterio di classificazione riguarda l'habitus vegetativo delle piante: STANDARD: con vegetazione tipica del melo SPUR: con alberi di limitato vigore, portamento compatto, internodi dei rami ravvicinati, molto ricchi di lamburde. INTERMEDI O SEMISPUR: presentano caratteristiche intermedie. - Altre classificazioni riguardano la destinazione del prodotto: Mele da tavola, da industria e da cuocere. In ordine di importanza la cultivar più coltivata è la GOLDEN DELICIOUS (50%), seguita da DELICIOUS (delicious rosse) (20%), ROME BEAUTY - IMPERATORE (12%), JONATHAN (5%), RENETTA DEL CANADA (4%).

'GOLDEN DELICIOUS: di medio vigore, molto produttiva, con rapida messa a frutto e poco alternante. Frutti sferoidali', con buccia gialla a volte con vene di rosso all'insolazione. Polpa bianco-giallastra, di media consistenza, aromatica e dolce. I frutti vengono raccolti nella seconda decade di settembre e la maturazione inizia a fine ottobre. GRUPPO DELICIOUS: (DELICIOUS ROSSE) comprende numerose cultivar derivate da mutazioni gemmarie della STARK DELICIOUS:

  • OREGON SPUR
  • SPUR RED CHIEF
  • EDEN SPUR
  • ELITE
  • CLASSIC DELICIOUS
  • STANDARD EARLY RED ONE
  • TOP RED

Tutte le delicious rosse hanno in comune le caratteristiche del frutto, che è di forma tronco-conica, più o meno allungata, con buccia di colore rosso carminio; la polpa è bianco-crema, mediamente soda, zuccherina, aromatica e poco acidula. La raccolta dei frutti avviene, a seconda delle cultivar, a iniziare da settembre e la maturazione a partire dal mese di ottobre.

GRUPPO IMPERATORE: alberi di media vigoria e molto produttivi; frutti grossi, sferoidali con peduncolo lungo, epicarpo giallo-verdastro e con colorazioni rosse. Polpa bianca, soda, succosa, zuccherina, acidula. La raccolta avviene da ottobre e la maturazione dai primi di gennaio. Parte della produzione è deviata all'industria.

JONATHAN: alberi di medio vigore, autoincompatibile; frutti appiattiti, asimmetrici, con buccia sottile, estesamente soffusa di rosso, polpa bianco-crema, succosa. I frutti sono raccolti a inizio settembre e a fine mese sono maturi.

GRUPPO RENETTE: la più conosciuta è la RENETTA DEL CANADA, che presenta alberi di medio vigore, produttivi ma incostanti essendo una cultivar triploide e perché il polline germina poco. I frutti sono sferoidali, gialli e molto ricchi di lenticelle molto visibili. La polpa bianco-giallognola, tenera, acidula e aromatica. La raccolta inizia a settembre e i frutti che sono facilmente conservabili, cominciano a maturare dal mese di ottobre.

ANNURCA: vecchia cultivar campana, con alberi vigorosi, autoincompatibile e molto alternante. Frutti rossi quasi per intero, polpa bianca, soda, dolce-acidula. La raccolta è a ottobre ma le mele sono consumate a dicembre dopo che hanno assunto la caratteristica colorazione.

MELE GALA: alberi di medio vigore con portamento assurgente e di produttività medio-elevata. I frutti sono medio-piccoli, con buccia giallo-chiara striata di rosso; polpa bianca, croccante e ottima come qualità. La raccolta inizia a settembre e i frutti si consumano poco dopo. Le cultivar più note sono: ROYAL GALA, MONDIAL GALA, GALA MUST

GRANNY SMITH: di origine australiana, molto vigorosa con limitato fabbisogno in freddo. Frutti sferoidali, verdi con lenticelle evidenti, polpa soda, croccante, di colore bianco-verdastro, succosa e molto acidula. La raccolta avviene a metà ottobre e il consumo inizia da metà dicembre.




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