Magister equitum
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Il Magister Equitum (lat. maestro dei cavalieri) nella Repubblica Romana era un grado militare che veniva assegnato, e tolto, da un dittatore. L'incarico cessava comunque al momento in cui cessava l'incarico del dittatore.
Il magister equitum era il principale collaboratore del dittatore, il suo luogotenente.
La scelta del magister equitum era di norma lasciata al dictator, almeno che un Senatus consultum non specificasse, come success in alcuni casi, il nome della persona che doveva essere nominata.
Il dictator non poteva rimanere senza un magister equitum che lo supportasse e consequentemente se il primo magister equitum o moriva o usciva dalla carica per altro motivo se ne doveva nominare un altro al suo posto.
Al magister equitum veniva assegnato l'imperium di un pretore, e di conseguenza era soggetto solo all'imperium del dictator, ma in caso di assenza del dittatore, era il suo rappresentante ed aveva quindi gli stessi poteri del dittatore. L'imperium del magister equitum non era considerato superiore a quello di un console, ma, come già visto, a quello di un pretore. Per questa si considerava necessario che la persona che doveva essere nominata magister equitum avesse già ricoperto questa carica, anche se ci sono state eccezioni.
Di conseguenza il Magister Equitum aveva le stesse insigne del pretore: la toga praetexta e la scorta di sei littori.
Il magister equitum fu inizialmente, come indica il nome, il comandante della cavalleria, mentre il dictator comandava le legioni, cioè la fanteria.
Il primo a ricoprire questa carica fu Spurio Cassio Vecellino nel 494 a.C., durante la dittatura di Tito Larcio Flavo. Il magister equitum più famoso fu probabilmente Marco Antonio, che coprì questa carica durante la prima dittatura di Giulio Cesare. L'ultimo a ricoprire questa carica fu Marco Emilio Lepido, nominato anche egli da Cesare nel 46, 45 e nel 44 a.C..
[modifica] Tardo impero
Carica istituita da Costantino I; comandava la cavalleria imperiale.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Fonti
- Liv. III 2; VI 39; VIII 17; IX 38; XXII 57
- Polyb. III 103, 106
- Cic. de Leg III 3;
- Dion Cass. XLII, 21, 27
- Barthold Georg Niebuhr: Storia di Roma (Römische Geschichte bis 241 v. Chr. 1811–1832)
- William Smith: Dictionary of Greek and Roman Antiquities, Boston 1870. [1]
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