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Luigi Petroselli - Wikipedia

Luigi Petroselli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Luigi Petroselli (Viterbo, 1 marzo 1932 - Roma, 7 ottobre 1981) è stato uno dei sindaci di Roma più amati nonostante la brevità del suo mandato interrotto dopo solo due anni dalla sua improvvisa morte.

[modifica] Biografia

Dopo le elementari frequenta il seminario, che lascia per passare al Liceo Classico statale, iscrivendosi poi alla Facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università di Roma.

Gli anni del Liceo sono gli anni della maturazione della scelta e dell’impegno politico come parte rilevante della sua vita.
Inizia a diffondere l’Unità, si iscrive alla Federazione Giovanile Comunista Italiana, è protagonista tra i compagni di scuola di animati dibattiti politici, soprattutto nel periodo dell’aspro confronto per le elezioni politiche del 18 aprile 1948.

Nel 1950, a diciotto anni, si iscrive al PCI, inizia a lavorare in Federazione e dopo appena un anno lo troviamo attivista provinciale del partito, alla testa delle lotte contadine per l’assegnazione delle terre incolte e mal coltivate.
E’ nel corso di una di queste lotte, l’occupazione della tenuta “Colonna” di Bomarzo, svoltasi dal 30 settembre al 2 ottobre 1951, che “l’agitatore Petroselli Luigi, esponente del Comitato provinciale della Terra di Viterbo” viene arrestato, il 30 settembre, e trattenuto in prigione per quaranta giorni. Sarà condannato a 10 mesi di prigione.
Studente e funzionario del partito dal 1951, nel 1952 entra nel Comitato Federale.

All’inizio degli anni ’50, insieme alle specifiche responsabilità di direzione politica, inizia la sua attività di corrispondente de l’Unità.
All’inizio del 1954 lo troviamo nella Segreteria della Federazione e responsabile della Stampa e propaganda. Dopo il Congresso provinciale del 24-25/4/1954 assume la responsabilità dell’Organizzazione che manterrà fino alla partenza per il servizio militare.
Nel marzo 1961, Petroselli è eletto nel Comitato direttivo della Federazione. Nello stesso periodo entra a far parte del Comitato Regionale del PCI. All’inizio del 1962 viene proposto ed eletto Segretario della Federazione comunista viterbese.

Ai suoi molteplici impegni di direzione politica si affianca anche l’esperienza pubblica, istituzionale, con l’elezione a consigliere comunale nella città di Viterbo, dal 1960 al 1979, e al Consiglio provinciale dal 1965 al 1970. Nel 1966, all'XI Congresso nazionale, è eletto nel Comitato centrale del PCI.

Nell’agosto ’68, non appena diffusa la notizia dell’ingresso dei carri armati del patto di Varsavia a Praga, non aspetta un attimo, convoca subito gli organismi dirigenti per esprimere una ferma condanna, prima della presa di posizione ufficiale del PCI. Rimane Segretario della Federazione fino al febbraio del 1969 quando sarà chiamato a Roma a dirigere il Comitato regionale del Lazio al posto di Enrico Berlinguer, eletto vicesegretario al XII Congresso.

Guida il partito di Roma, innovando profondamente nei metodi di direzione, negli anni della politica di grande respiro democratico e unitario di Berlinguer, costruendo un progetto per il governo democratico della metropoli, coinvolgendo i lavoratori, i ceti medi, gli intellettuali per un profondo cambiamento nella organizzazione sociale e civile della città.

via Luigi Petroselli
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via Luigi Petroselli

Nel 1976 Petroselli è capolista per il PCI al Comune di Roma e supera in preferenze l’on. Andreotti.
Si costituisce la Giunta di sinistra con alla guida Giulio Carlo Argan. Dopo le dimissioni di Argan, il 27 settembre 1979 Petroselli è eletto Sindaco di Roma.
Dopo le elezioni del 1981, nelle quali raccoglie 130.000 voti di preferenza, è rieletto Sindaco il 17 settembre.

Il nome di Luigi Petroselli è indissolubilmente legato ad una irripetibile, intensa e feconda stagione della storia politica e amministrativa della Capitale d’Italia. Dal risanamento delle borgate ai parchi archeologici, dalla metropolitana ai servizi sociali per gli anziani, per i bambini, per i disabili.

Petroselli si impegnerà insieme ad Antonio Cederna nella realizzazione del progetto per il ripristino dei Fori e dell’area archeologica centrale. Il “grigio funzionario di partito”, venuto dalla gavetta di Viterbo diventò, insieme a Cederna, il protagonista del Progetto Fori. Favorevoli furono soprattutto i cittadini di Roma, che parteciparono in massa a quelle straordinarie occasioni determinate dalle prime chiusure domenicali della via dei Fori Imperiali e alle visite guidate ai monumenti archeologici. Con determinazione e rapidità, Petroselli mise mano fattivamente all’attuazione del progetto, provvedendo all’eliminazione della via del Foro Romano, che da un secolo divideva il Campidoglio dal Foro Repubblicano, e all’unione del Colosseo – sottratto all’indecorosa funzione di spartitraffico – all’Arco di Costantino e al tempio di Venere e Roma. Si realizzò allora la continuità dell’area archeologica, liberamente percorribile, dal Colosseo al Campidoglio.

La sua salute però non è buona; già nel 1972 era stato colpito da una trombosi che lo aveva lasciato leggermente claudicante. La sua breve e intensa esistenza si spezzerà all’improvviso al termine di un appassionato e lucido intervento al Comitato Centrale del PCI, il 7 ottobre 1981.

La città gli ha intitolato un tratto di una delle sue vie storiche più trafficate, fra il Teatro di Marcello e Santa Maria in Cosmedin.

[modifica] Bibliografia

  • De Lucia, Vezio; Giovagnoli, Angela, Appunti per una biografia di L.Petroselli
Predecessore: Sindaco di Roma (categoria) Successore:
Stemma di Roma
Giulio Carlo Argan 1979 - 1981 Pierluigi Severi
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