Il serpente (Pieter Paul Rubens)
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"Il serpente di bronzo" è un dipinto ad olio su tela di cm 186,4 x 264,5 realizzato tra il 1638 ed il 1639 dal pittore Pieter Paul Rubens.
È conservato alla National Gallery di Londra.
Questo quadro raffigura un episodio biblico contenuto nel Libro dei Numeri.
Durante la peregrinazione degli israeliti sotto la guida di Mosè, essi si ribellarono arrivando a parlare male del Signore, che per punirli mandò loro dei serpenti velenosi.
Spaventati chiesero perdono, allora Mosè costruì un serpente di bronzo mettendolo in cima al suo bastone salvando così le persone morse dai serpenti.
Il serpente di Mosè era chiamato Nehushtan. Tutto iniziò quando Mosè per convincere Faraone della provenienza delle sue parole da Dio, buttò per terra il suo bastone e questo si trasformò in serpente. Faraone chiamò i suoi maghi che ripeterono l'incantesimo, ma, a prova della superiorità del Dio di Mosè, il serpente del patriarca mangiò i serpenti dei maghi di Faraone. L'aspetto "bastone magico" ha poi generato molte leggende creando un proprio filone. L'aspetto "serpente" invece ritorna quando Mosè, incattivito dall'infedeltà del popolo per cui ha penato tanto, manda dei serpenti di fuoco a uccidere gli idolatri. Impietosito fa forgiare un serpente di bronzo: chiunque viene morsicato da serpenti di fuoco si può salvare solo se guarda verso il serpente di Mosè. Col passare degli anni però il serpente diventa un idolo e nè i sacerdoti, nè i re, nè i profeti riescono a eradicarne il culto. Solo re Ezechia di Giuda (716 a.C.-687 a.C.), con gran coraggio, distrugge tutti gli idoli e anche il Nehustan, il serpente di Mosè. Probabilmente all'ultimo ci ha ripensato, poiché l'arcivescovo Arnolfo intorno al 1000 . lo portò a Milano da uno dei suoi viaggi e ancora adesso si trova nella basilica di sant'Ambrogio, dov'è posto su di una colonna, al lato sinistro della navata centrale. Come ai tempi di Ezechia e ancora adesso, Nehustan guarisce i malanni. Alla fine dei tempi scenderà dalla colonna per raggiungere la valle di Giosafat, il luogo dell'Ultimo Giudizio.
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National Gallery – Sito Ufficiale