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Fossò - Wikipedia

Fossò

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Stub Comuni
Questa voce fa parte dei comuni della regione Veneto ancora da sviluppare ed andrebbe ampliata seguendo il progetto Comuni.


Wikipedia:WikiProject/Progetto geografia/Antropica/Comuni Fossò
Portale:Portali Visita il [[Portale:{{{portale}}}|Portale {{{portale}}}]]
Stato: Italia
Regione: Veneto
Provincia: Venezia
Coordinate:
Latitudine: 45° 23′ 0′′ N
Longitudine: 12° 3′ 0′′ E
Mappa
Altitudine: m s.l.m.
Superficie: 10 km²
Abitanti:
5.922
Densità: 592 ab./km²
Frazioni:  
Comuni contigui: Campolongo Maggiore, Camponogara, Dolo, Sant'Angelo di Piove di Sacco (PD), Stra, Vigonovo
CAP: 30030
Pref. tel: 041
Codice ISTAT: 027017
Codice catasto:  
Nome abitanti:  
Santo patrono:  
Giorno festivo:  
Comune
Posizione del comune nell'Italia

Fossò è un comune di 5.922 abitanti della provincia di Venezia.

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


Il comune di Fossò si trova a circa 12 km da Padova e da Piove di Sacco e a circa 35 km da Venezia, nella zona denominata Riviera del Brenta. Nel 1761 viene costruita la nuova imponente chiesa parrocchiole dedicata a san Bartolomeo. Ma nel paese rivierasco permane comunque la chiesa del '700 che recentemente è stata restaurata. Dopo mesi di lavoro e con un cospicuo investimento di denaro, infatti, la bellissima Chiesa del 1700 ha trovato una nuova vita.

I lavori di restauro, terminati a settembre 2005, hanno portato alla luce i resti della prima Chiesa, costruita nel 1335. Sono stati rimessi a nuovo, con il restauro, il grande affresco di fine ‘700, che si trova sul soffitto della navata, e che si ipotizza sia opera dell’abilissimo “frescante” Giambattista Canal, nipote del famoso Giovanni Antonio Canal detto il Canaletto. Inoltre nuova luce ha ritrovato anche la tela della gloria di San Bartolomeo e le due tele, che per il momento si trovano ancora nella chiesa arcipretale, ma che dovrebbero essere portate all’interno della chiesa del ‘700, di “San Lorenzo” opera di Antonio Vason e quella dedicata ai santi Luigi e Gaetano opera del 1800 di Alessandro Longhi. L’organo è ancora in fase di restauro mentre le statue di san Pietro e san Paolo hanno trovato la loro originaria collocazione nelle nicchie della facciata principale. A Fossò esisteva fino agli anni '60 il palazzo Pisani, che divenne poi Muneratti, e che fu distrutto da un incendio ma che è stato sede dell'agenzia vescovile.



[modifica] Storia di Fosso'

Il comune di Fossò si stende in una fertilissima area pianeggiante, nella zona della "Riviera del Brenta" tra Padova e Venezia. Il toponimo può essere fatto derivare da "Fossadum", riferito ad un probabile ramo minore del Brenta. E' ignota la ragione che determinò il formarsi del primo agglomerato di Fossò, poiché il più antico documento esistente consente soltanto d'appurarne l'esistenza all'alba del XI secolo: si tratta della conferma data nel 1025 dall'imperatore Corrado di Salico riguardo all'acquisizione effettuata da Bono, abate di Sant'Ilario, di più poderi ("massaricias") dislocati in varie località fra cui Fossò. Un atto di compravendita di terreni, di poco posteriore (1073) rileva inoltre che il paese è già formato, attribuendogli il titolo di "villa" e specifica che è posto nella giurisdizione della "pieve" di Sermacia, cioè Vigonovo. La qualifica di villa comporta l'implicita affermazione che Fossò avesse già allora una chiesa, benché sia necessario arrivare al 1130 per trovare la prima citazione certa: risale a quell'anno infatti una conferma data da S. Bellino, vescovo di Padova, ai canonici della città di beni e diritti loro pertinenti, comprendendovi la "cappella" di San Bartolomeo in Fossò. Più documenti rilevano che nei secoli dal XII al XV Fossò fu soggetta a Padova benché, limitatamente alla seconda metà del XIII secolo, alcuni diritti giurisdizionali fossero appannaggio del del casato dei Delesmanini, signori di Mirano. Valutazioni basate sul numero dei "fuochi" censiti nel 1281 da Padova, fanno desumere che allora la popolazione si aggirasse attorno alle 300 unità; ciononostante sembra che il paese avesse una certa importanza poiché "imposizioni" sancite dagli statuti cittadini gli avevano assegnato quote superiori rispetto a quelle delle località vicine: ad esempio l'alto numero dei carri per il vettovagliamento dell'esercito richiesto nel 1234. Estraneo alle principali direttrici di marcia del tempo,fu appena sfiorato dalle pressoché continue guerre che allora Padova ebbe a sostenere; solo nel 1380 fu teatro di uno scontro che portò all'affondamento in un ramo minore del Brenta di 9 barche cariche di rifornimenti per le truppe veneziane impegnate contro le padovane milizie dei Carraresi.

Passato nel XV secolo sotto il dominio della Repubblica di Venezia, sino al XIX secolo visse l'esistenza tranquilla dei piccoli centri agricoli. L'evento maggiore fu il completamento nel 1761 di una nuova chiesa parrocchiale dedicata a San Bartolomeo e destinata a sostituire la precedente, consacrata nel 1355 stando ad una lapide traslata nella sagrestia dalla sua facciata. Va rilevato che le spese per l'illuminazione (luminarie) dei 3 altari della chiesa erano sostenute da 3 confraternite (fraglie), sorte a cavallo dei secoli XVI e XVII, attive sino a non molti anni fa. Va pure ricordato che sulla chiesa vantavano diritti il Capitolo dei canonici e la mensa vescovile padovana che a Fossò aveva molte proprietà. Era ancora esistente, fino agli anni '60, il palazzo Pisani, poi Muneratti, già sede dell'agenzia vescovile, distrutto da un incendio.

Nel 1797 giunge in Italia Napoleone Bonaparte che, con il Trattato di Campoformido, mette fine alla gloriosa Repubblica di Venezia e con l'avvento del napoleonico Regno d'Italia nel 1806 furono creati i comuni di Fossò e Sandon, che vennero assegnati al Dipartimento del Brenta (l'attuale provincia di Padova), per essere poi trasferiti l'anno dopo al Dipartimento dell'Adriatico (provincia di Venezia). Con la disfatta di Napoleone e la conseguente pace di Vienna, nel 1815 il Veneto passò sotto l'Austria e il comune di Sandon fu unito a Fosso', divenendone sua frazione. Incerta è l'origine del nome di Sandon: generalmente viene fatto derivare da un'imbarcazione a fondo piatto, un tempo diffusa nella zona, ma la cartografia più antica riporta la località come "San Don", facendo pensare anche ad un'origine diversa. Il dominio austriaco dura fino al 1866, anno in cui anche Fossò aderisce al Regno d'Italia. Da allora la sua storia si identifica con quella della Nazione.

Dal secondo dopoguerra il comune di Fossò ha avuto un buon sviluppo economico, che ha favorito anche l'espansione urbanistica e l'incremento della popolazione del capoluogo, tanto che nel 1957 si è resa necessaria la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale. L'attuale sviluppo ha trasformato il comune, un tempo essenzialmente agricolo, in un'area prettamente industriale, artigianale e commerciale che convive con un'agricoltura moderna e razionale.

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