Erich Priebke
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Erich Priebke (Hennigsdorf, 29 luglio 1913) Capitano delle SS durante la seconda guerra mondiale in Italia, dove partecipò alla pianificazione ed alla realizzazione della strage delle Fosse Ardeatine.
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[modifica] Carriera nella Gestapo
Aderì al Partito Nazista dei Lavoratori Tedeschi nel 1933, segnalandosi come un membro estremista e fanatico. Queste caratteristiche piacquero a Heinrich Himmler, che lo fece entrare nelle SS e che aiutò la sua carriera nell'apparato militare tedesco fino al grado di capitano delle SS (SS-Hauptstrumführer).
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale soggiornò in Italia, dove insieme ad altri militari tedeschi partecipò al cordinamento delle tattiche e le strategie che il Terzo Reich avrebbe dovuto adottare nella penisola. Nel 1942 divenne capo della sezione di Brescia della Gestapo: in questo ambito si distinse per l'aggressività e l'insensibilità con cui trattò gli italiani.
L'anno successivo si trasferì a Roma sotto il comando di Herbert Kappler, che in seguito Priebke considererà come un maestro. Dopo l'attentato che i Gruppi d'azione patriottica (o GAP) fecero ai danni di una compagnia del battaglione "Bozen" in via Rasella, il 23 marzo 1944, Kappler lo coinvolse nell'organizzazione delle esecuzioni di 335 ostaggi, da fucilare (in risposta ai 33 tedeschi morti) alle Fosse Ardeatine.
[modifica] La Fuga
Dopo la sconfitta della Germania, Priebke fuggì in Argentina, attraverso la stessa rete di contatti creati e gestiti da padre Krunoslav Draganović e con la collaborazione attiva del Vaticano, detta Ratline, che permise la fuga nei paesi latinoamericani ai criminali come Adolf Eichmann, Klaus Barbie ed altri ancora, e più precisamente a San Carlos de Bariloche, un paesino che si trova vicinissimo alle Ande. Riuscì quindi a sfuggire ai processi per crimini di guerra e, anche se i servizi segreti israeliani per molto tempo gli diedero la caccia, non fu mai scoperto.
[modifica] L'arresto e la condanna
Nel maggio 1994 il giornalista statunitense Sam Donaldson intervistò Priebke in Argentina per conto dell'emittente ABC. Le autorità italiane inoltrarono la richiesta di estradizione a quelle argentine. Estradato in Italia, nel novembre 1995, venne rinchiuso nel carcere militare "Forte Boccea" di Roma. Il governo, guidato da Lamberto Dini, chiese ed ottenne il rinvio a giudizio di Priebke per crimini di guerra.
Priebke fu quindi imputato di concorso in violenza con omicidio continuato in danno di cittadini italiani per i fatti accaduti presso le Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944. Il 1 agosto 1996, il Tribunale militare dichiarò di non doversi procedere ...omissis... essendo il reato estinto per intervenuta prescrizione e ordinò l'immediata scarcerazione dell'imputato. [1]
La sentenza non fu mai eseguita anche a causa delle molte critiche ricevute, sia in Italia sia all'estero, dalle comunità ebraiche che si sentivano offesi dall'assoluzione di quello che loro reputano "un aggressivo e pericoloso criminale di guerra".
La Corte di Cassazione annullò quella sentenza, rendendo così obbligatorie nuove udienze (e quindi nuove accuse) per Priebke. Egli fu prima condannato a 15 anni, poi ridotti a 10 per motivi di età e di salute; poi, nel marzo 1998, la Corte d'Appello militare lo condannò all'ergastolo, insieme all'altro ex ufficiale delle SS Karl Haas. La sentenza è stata confermata nel novembre dello stesso anno dalla Corte di Cassazione e, a causa dell'età avanzata dell'imputato, gli sono stati concessi gli arresti domiciliari.
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