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Elisabetta Farnese - Wikipedia

Elisabetta Farnese

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Elisabetta Farnese
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Elisabetta Farnese

Elisabetta Farnese, conosciuta anche come Isabel de Farnesio o Isabella Farnese (Parma, 25 ottobre 1692 - Aranjuez, 11 luglio 1766), fu regina di Spagna dal 1714.

[modifica] Note Biografiche

Elisabetta era figlia di Odoardo II Farnese, principe di Parma, e di Dorotea Sofia di Neuburg. Non era una bella donna perché il suo viso fu deturpato dai segni di un vaiolo infantile, tuttavia era piacente. Aveva un carattere fermo e deciso ed ambizioso; gli autori dell'epoca ne elogiarono anche la perspicacia e l’intelligenza. La rigida educazione cui la sottopose la madre non ne modificò gli aspetti caratteriali.

Il suo personaggio, al pari di altre sue antenate, entrò nel gioco diplomatico della famiglia Farnese, quasi come merce di scambio. Grazie all’opera persuasoria dell'Abate Giulio Alberoni ed alle trame della Camarera Mayor del re di Spagna, Marie-Anne de la Trémoille des Ursins, nel 1714 andò in sposa a Filippo V di Spagna, recentemente rimasto vedovo di una principessa di Savoia.
Le nozze vennero celebrate a Parma, con la consueta sontuosità farnesiana, il 25 agosto. Il papa, come pegno per la sua simpatia verso la Spagna, sua futura patria, le conferì la Rosa d'Oro. La regina fu accompagnata in Spagna dall'Alberoni stesso. Durante il viaggio, forse ispirata anche dal cardinale, maturò la decisione di allontanare la des Ursins in modo da essere l'unica ad avere un ascendente sul re. Con questa manovra la Spagna si affrancò dall'influenza francese.

Nei primi anni di regno fu molto ben consigliata dall’Alberoni e dal patrigno Francesco Farnese, duca di Parma. Grazie ai loro consigli riuscì a dominare il carattere indeciso del marito, che non contestò mai alcuna sua decisione, dando un notevole peso politico alla Spagna del XVIII secolo. Nel frattempo, per volontà farnesiana, l'Alberoni assurse alla dignità cardinalizia e, nel 1716 fu nominato primo Ministro.

L'influenza della regina sul re portò la politica spagnola a volgersi verso gli antichi possedimenti spagnoli in Italia e culminò nell’invasione della Sardegna e della Sicilia. Elle credette talmente tanto in questa politica che, quando i francesi avanzarono oltre i Pirenei, si mise in prima persona alla testa di una divisione spagnola.

Ma la quadruplice alleanza tra Francia, Austria, Inghilterra ed Olanda, mise fine alle sue ambizioni. L'esercito spagnolo fu sconfitto dai francesi e la flotta fu affondata dagli inglesi. Il prezzo della pace furono il sacrificio dell'Alberoni e l’evacuazione della Sicilia. Nel 1720 con la Pace dell’Aia si stabilì anche che il Ducato di Parma e Piacenza, in caso di mancanza di eredi farnesiani sarebbe passato a Carlo, figlio di Elisabetta.

Nel 1724 Filippo V, stanco e disgustato, abdicò in favore del figlio e si ritirò nel palazzo di La Granja, ma la fortuna assistette Elisabetta ancora una volta. Sette mesi più tardi il suo figliastro morì, così convinse Filippo a riprendere il potere e riuscì a dirigere ancora una volta la politica spagnola, specialmente nell’ultimo periodo, quando il re perse gran parte delle sue facoltà mentali. Dopo la morte di Filippo, a cui Elisabetta sopravvisse per 20 anni, ascese al trono il loro primogenito.

Nel 1732 Carlo prese possesso di Parma e Piacenza, ma due anni dopo, nel 1734, dopo la Battaglia di Velletri prese possesso di Napoli. È proprio a questo periodo che risale il trasferimento dei beni farnesiani da Parma a Napoli. Dopo il 1734 i diritti che i precedenti trattati avevano assegnato a Carlo tornarono ad Elisabetta, che fu nominata “Legittima Sovrana e Duchessa di Parma e Piacenza”. In una pausa della sovranità sul ducato di Carlo Emanuele III di Savoia, l'8 novembre 1745, ella ricevette l’omaggio dovutole dalle mani del marchese di Castellar.

Nel 1746 morì Filippo V e salì al trono il figlio Ferdinando, quindi Elisabetta si ritirò a vita privata a Sant'Ildefonso, ma senza smettere di brigare in favore dei suoi figli. Con la Pace di Aquisgrana del 1748 Filippo di Borbone ebbe la corona ducale di Parma. Inoltre, Filippo, sposò anche Luisa Elisabetta di Francia, figlia del re. Alla morte di Ferdinando, nel 1759, nell’attesa del ritorno in Spagna di Carlo, divenne reggente del Regno.

Gli ultimi anni della sua vita li passò ad Aranjuez, dove si dedicò ad opere di carità e divenne protettrice dei gesuiti. Morì l'11 luglio 1766, ormai vecchia e quasi cieca. Federico II di Prussia, che conosceva bene i suoi contemporanei disse di lei: “Il cuore energico di un romano, la fierezza di uno spartano, la pertinacia di un inglese, l’astuzia di un italiano, la vivacità di un francese concorsero a formare questa donna singolare. Ella cammina audacemente al compimento dei suoi disegni; non vi è cosa che sappia sorprenderla, nessuna che sappia arrestarla.”

[modifica] Figli di Elisabetta Farnese e Filippo V

[modifica] Bibliografia

  • Emilio Nasalli Rocca, I Farnese, dell’Oglio editore, 1969
  • Giovanni Drei, I Farnese. Grandezza e decadenza di una dinastia italiana, La Libreria dello Stato, Roma 1954
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