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Edgar Morin - Wikipedia

Edgar Morin

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Edgar Morin è un filosofo e sociologo francese, nato a Parigi l'8 giugno 1921. Il suo vero nome è Edgar Nahoum. Noto per l'approccio transdisciplinare grazie al quale ha superato i confini tra varie discipline, trattando un'ampia gamma di argomenti.

Indice

[modifica] I primi anni

Da ragazzo, Morin amava la lettura, il cinema, l'aviazione ed il ciclismo. Iniziò i suoi studi filosofici con una trattazione dei vari tipi di illustrazione del XVII secolo. Si legò al socialismo ai tempi del Fronte Popolare francese e della Guerra civile spagnola. Nel 1940, quando i tedeschi invasero la Francia, Morin fuggì a Tolosa dove si dedicò ad aiutare gli esuli e ad approfondire il marxismo. Prese parte alla resistenza e aderì al Partito Comunista Francese nel 1941. Prese parte alla liberazione di Parigi nell'agosto del 1944 e l'anno seguente sposò Violette Chapellaubeau. I due si trasferirono a Landau dove Morin era tenente nell'esercito di occupazione francese della Germania.

Nel 1946 tornò a Parigi e abbandonò la carriera militare, proseguendo le attività nel partito comunista. Per la sua posizione critica il rapporto col partito venne deteriorandosi fino alla sua espulsione nel 1951, seguita alla pubblicazione di un articolo su Le Nouvel Observateur (all'epoca noto come France-observateur). Lo stesso anno fu ammesso al Centre National de Recherche Scientifique (CNRS, Centro Nazionale della Ricerca Scientifica) su raccomandazione di vari intellettuali.

[modifica] Sviluppo filosofico

Morin entrò al CNRS nel campo dell'antropologia sociale, nell'area della cinematografia, aderendo al surrealismo pur senza abbandonare il socialismo. Condivideva le idee di Franco Fortini e Roberto Guiducci: fondò e diresse la rivista Argumentos (1954-1962), ispirata alla rivista italiana Argomenti, di Fortini. Nello stesso periodo prese parte alle proteste contro l'intervento francese in Algeria. Nel 1959 venne pubblicato il suo libro Autocritique.

Nel 1960, Morin viaggiò per l'America Latina, visitando Brasile, Cile, Bolivie, Perù e Messico. Venne profondamente impressionato dalla cultura indigena e afro-brasiliana. Tornato in Francia, pubblicò L'Esprit du Temps.

A partire dal 1965 fu coinvolto in un ampio progetto multidisciplinare, finanziato dalla Délégation Générale à la Recherche Scientifique et Technologique (DGRST) a Plozevet. Passò il 1965 portando avanti ricerche, assieme ai suoi collaboratori, vivendo a Poulhan. Due anni dopo, quando i risultati delle ricerche vennero resi noti, Morin venne etichettato come 'eretico' dal DGRST per la natura transdisciplinare del suo lavoro. Questo contribuì alla sua crescente avversione per l'ambiente accademico parigino, e così passò un tempo sempre maggiore lavorando lontano dalla capitale.

Nel 1968 Morin sostituì Henri Lefébvre all'Università di Nannterre. Fu coinvolto nelle rivolte studentesche che inizavano a scoppiare in quel periodo. Nel maggio 1968 scrisse una serie di articoli per Le Monde tentando di comprendere quella che chiamava "La Comune studentesca". Seguì da vicino la rivolta studentesca, scrivendo una seconda serie di articoli per Le Monde intitolata "La rivoluzione senza volto.

Nel 1969 Morin trascorse un anno al Salk Institute a La Jolla, California. Lì entrò in familiarità con la rivoluzione negli studi di genetica iniziata con la scoperta del DNA; queste influenze culturali contribuirono alla sua visione combinante cibernetica, teoria dell'informazione e teoria dei sistemi.

Nel 1983 pubblicò De la nature de l’URSS che approfondì la sua analisi del comunismo sovietico e anticipò la perestroika di Mikhail Gorbačëv.

[modifica] La "riforma del pensiero"

L'autore ha dedicato gran parte della sua opera ai problemi di una "riforma del pensiero", affrontando le questioni centrali che pone alla base delle sue riflessioni sull'umanità e sul mondo: la necessità di una nuova conoscenza che superi la separazione dei saperi presente nella nostra epoca e che sia capace di educare gli educatori ad un pensiero della complessità.

Morin sostiene che "la cultura, ormai, non solo è frammentata in parti staccate, ma anche spezzata in due blocchi": da una parte la cultura umanistica "che affronta la riflessione sui fondamentali problemi umani, stimola la riflessione sul sapere e favorisce l’integrazione personale delle conoscenze", dall’altra, la cultura scientifica che "separa i campi della conoscenza, suscita straordinarie scoperte, geniali teorie, ma non una riflessione sul destino umano e sul divenire della scienza stessa". A ciò va aggiunta la sfida sociologica: "l’informazione è una materia prima che la conoscenza deve padroneggiare e integrare", una conoscenza "costantemente rivisitata e riveduta dal pensiero", il quale a sua volta "è oggi più che mai il capitale più prezioso per l’individuo e la società". L’indebolimento di una percezione globale conduce all’indebolimento del senso della responsabilità, poiché ciascuno tende a essere responsabile solo del proprio compito specializzato, così come all’indebolimento della solidarietà, poiché ciascuno percepisce solo il legame con la propria città: "la conoscenza tecnica è riservata agli esperti" e "mentre l’esperto perde la capacità di concepire il globale e il fondamentale, il cittadino perde il diritto alla conoscenza".

Secondo Morin è necessario raccogliere queste sfide attraverso la riforma dell’insegnamento e la riforma del pensiero: "è la riforma di pensiero che consentirebbe il pieno impiego dell’intelligenza per rispondere a queste sfide e che permetterebbe il legame delle due culture disgiunte. Si tratta di una riforma non programmatica ma paradigmatica, poiché concerne la nostra attitudine a organizzare la conoscenza". Per spiegare questo concetto Morin richiama una frase di Montaigne: "E’ meglio una testa ben fatta che una testa ben piena". Egli perciò distingue tra "una testa nel quale il sapere è accumulato e non dispone di un principio di selezione e di organizzazione che gli dia senso" e una "testa ben fatta", che comporta "un’attitudine generale a porre e a trattare i problemi; principi organizzatori che permettano di collegare i saperi e di dare loro senso".

Secondo Morin, una "testa ben fatta", mettendo fine alla separazione tra le due culture, consentirebbe di rispondere alle formidabili sfide della globalità e della complessità nella vita quotidiana, sociale, politica, nazionale e mondiale.

[modifica] Opere Principali

  • 1951, L’Homme et la mort
  • 1969, La Rumeur d’Orléans
  • La Méthode (6 volumi)
    • 1977, La Nature de la nature
    • 1980, La Vie de la vie
    • 1986, La Connaissance de la connaissance
    • 1991, Les Idées
    • 2001, L’Humanité de l’humanité
    • 2004, L'Éthique complexe
  • 1970, Journal de Californie
  • 1973, Le paradigme perdu: la nature humaine
  • 1981, Pour sortir du siècle XX
  • 1982, Science avec conscience
  • 1983, De la nature de l’URSS
  • 1990, Introduction à la pensée complexe
  • 1993, Terre-patrie
  • 1994, Mes démons
  • 1994, La Complexité humaine
  • 1997, Comprendre la complexité dans les organisations de soins
  • 1999, L’Intelligence de la complexité
  • 1999, Relier les connaissances
  • 1999, La Tête bien faite
  • 2000, Les Sept savoirs nécessaires à l'éducation du futur
  • 2001, Journal de Plozévet, Bretagne
  • 2002, Pour une politique de civilisation
  • 2002, Dialogue sur la connaissance. Entretiens avec des lycéens
  • 2003, La Violence du monde
  • 2003, Éduquer pour l’ère planétaire, la pensée complexe comme méthode d’apprentissage dans l’erreur et l’incertitude humaine
  • 2003, Les Enfants du ciel: entre vide, lumière, matière
  • 2004, Pour Entrer dans le siècle XXI

[modifica] Pubblicazioni in lingua italiana

  • Il paradigma perduto (1973), Milano, 1974.
  • Il metodo (1977), 3. voll., Milano, 1983, 1987 (II).
  • La vita della vita, Milano, 1987.
  • Pensare l'Europa (1987), Milano, 1988.
  • I miei demoni, Meltemi, Roma, 1999
  • Amore, poesia, saggezza, Armando, Roma, 1999
  • La testa ben fatta. Riforma dell'insegnamento e riforma del pensiero, Raffaello Cortina, Milano, 2000
  • Introduzione a una politica dell'uomo, Meltemi, Roma, 2000
  • Educare gli educatori. Una riforma del pensiero per la democrazia cognitiva, EdUP, 2002

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