Disturbo dell'identità di genere
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Il disturbo dell'identità di genere (spesso abbreviato in DIG), detto anche disforia di genere, è una condizione in cui una persona ha una forte e persistente identificazione nel sesso opposto a quello biologico o comunque a quello assegnato anagraficamente alla nascita. Il DIG è indipendente dall'orientamento sessuale[1] e non va confuso con esso[2]: infatti una transessuale da maschio a femmina (MtF) può essere eterosessuale o lesbica, così come un transessuale da femmina a maschio (FtM) può essere eterosessuale o gay. Alcuni studi hanno trovato un rapporto fra orientamento sessuale e soggetto con transessualismo primario o secondario, tuttavia la stessa definizione di transessualismo primario o secondario può essere discutibile[3]
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[modifica] Diagnosi
Il DIG è catalogato fra i disturbi mentali del DSM-IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali). Tuttavia viene definito autenticamente transessuale (per l'ottenimento del consenso per il cambio di sesso) solo chi non ha psicopatologia associata, in altre parole, chi non ha un disturbo mentale. Secondo Peggy Cohen-Kettenis, questa contraddizione è dovuta più che altro a motivi pratici: ad esempio, se non fosse classificato come disturbo mentale nel DSM-IV, le compagnie assicurative di diversi Paesi non coprirebbero le spese di trattamento. Questo problema sta venendo discusso riguardo alla stesura della prossima edizione del manuale, il DSM-V (previsto per il 2011).
Il disturbo dell'identità di genere, secondo il DSM-IV, viene identificato se si presentano tutti questi criteri: [1]
- Il soggetto si identifica in maniera intensa e persistente con individui di sesso opposto (a quello anagrafico)
- Questa identificazione non deve essere semplicemente un desiderio di qualche presunto vantaggio culturale derivante dall'appartenenza al sesso opposto (a quello anagrafico).
- Deve esserci l'evidenza di una condizione di malessere persistente o di estraneità riguardo al proprio sesso anagrafico.
- L'individuo non deve presentare una condizione di intersessualità (es. sindrome di insensibilità agli androgeni o iperplasia surrenale congenita)
- Deve esserci un disagio clinicamente significativo o compromissione in ambito sociale, lavorativo e nelle relazioni interpersonali.
[modifica] Incidenza
Fonti diverse indicano stime diverse sul numero di individui con distrurbi dell'identità di genere:
- 1 su 10-12.000 nati maschi e 1 su 30.000 nati femmine [2] [3]
- 1 su 30.000 nati maschi e 1 su 100.000 nati femmine [4] [5]
[modifica] Note
- ↑ http://ftminfoline.tripod.com/glossario.htm#os
- ↑ http://www.crisalide-azionetrans.it/editoriale19.html
- ↑ http://www.arcitrans.it/cultura02_03.htm
[modifica] Collegamenti esterni
- (IT) Relazione di Peggy Cohen-Kettenis (docente di psicologia presso la Vrije Universiteit di Amsterdam e responsabile del Gruppo sui Disturbi dell'Identità di Genere del Dipartimento di Psicologia del Centro Medico della stessa Università).
- (IT) Disturbi dell'identità di Genere
- (EN) Studio sull'incidenza - di Lynn Conway