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Destino - Wikipedia

Destino

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Nota disambigua - Se stai cercando altri significati, vedi Destino (disambigua).

Con destino o fato ci si riferisce all'insieme di tutti gli eventi inevitabili che accadono in una linea temporale. Può essere concepito come l'irresistibile potere o agente che determina il futuro, sia in termini generali che di singolo individuo. Il concetto è basato sul credo che esista un ordine naturale prefissato nell'universo.

Indice

[modifica] Diversi concetti di fato e destino

Il destino può essere visto come preordinato dal Divino (ad esempio, il concetto protestante di predestinazione) o derivato dalla volontà umana.

Nella grecia antica, il 'Fato' era invicincibile e persino gli dei vi dovevano sottostare, come proclamò la Sibilla nell'Oracolo di Delfi.

Il Fato può essere personificato come un dio od una dea. Nella cultura greca è personificato dalle tre Moire (chiamate Parche dai Romani). Una dea senza scrupoli, Nemesis, rappresentava la cieca distribuzione della fortuna per gli antichi greci come Omero, con intenzioni né buone né cattive, ma semplicemente in proporzione a seconda dei suoi desideri. Al tempo delle monarchie ellenistiche, dopo la morte di Alessandro Magno, l'immagine di Tyche con sul capo una corona di mura cittadine, rappresentava le fortune di una città, che cercava di preservare la propria esistenza nella violenza caotica del periodo dei diadochi.

Nella mitologia norrena, le Moire avevano la loro controparte nelle tre Norne. Il destino finale di tutti gli esseri viventi è il Ragnarök, la battaglia che persino Odino dovrà affrontare alla fine del mondo.

Molte altre mitologie e racconti illustrano l'inutilità di qualsiasi tentativo di sfuggire al fato.

[modifica] Il Destino nella letteratura e nel teatro

Il destino è una fonte di ironia in letteratura; i personaggi possono agire senza realizzare il proprio destino, del quale però gli spettatori o i lettori sono già al corrente. Questa forma di ironia è importante nella tragedia greca, come lo è nel teatro di Schiller, nella Forza del destino di Verdi, o in Thornton Wilder The Bridge of San Luis Rey, o con la conoscenza di Macbeth del suo stesso destino, che non preclude però affatto una conclusione tragica. Il tema comune in queste opere è un protagonista che non riesce, per quanto ardentemente si sforzi, a sfuggire ad un destino già fissato.

[modifica] Divinazione del destino

Nella maggioranza delle culture il proprio destino può essere conosciuto solo per tramite di uno sciamano, un profeta, una sibilla o un veggente. Nella Dinastia Shang, in Cina, venivano lanciati steli di millefoglie o intagliate ossa di tartaruga, molti secoli prima che I Ching fossero codificati. Si scagliavano frecce per leggere il destino, dalla Tracia alla pagana Mecca.


Il destino è comunemente considerato come fato, una sequenza fissa di avvenimenti che sono inevitabili e invariabili, e il futuro è conoscibile tramite mezzi di divinazione. Ciò ha portato a un misconoscimento del concetto di divinazione come profezia, attraverso le concezioni pratiche di auto-determinazione di persone individuali e di un futuro che resti sconosciuto. Nella divinazione, il destino prende un significato diverso dal suo uso comune.

Nonostante i due termini siano usati in modo intercambiabile, il fato e il destino sono due oggetti distinti. L'uso moderno definisce il fato come un potere o un agente che predetermina e ordina il corso degli avvenimenti, e che aggiunge un'aurea di sortilegio e di oscurità. La definizione di fato consiste nel fatto che se gli eventi sono ordinati o "predecisi", se sono messi in opera da una forza o intelligenza che ci trascende, che agisce su di noi, spesso per il peggio ("la giuria decretò della sua sorte") Il fato è usato in riferimento ad una finalità di eventi per come si sono svolti, e la stessa finalità è proiettata nel futuro per diventare la inevitabilità di quello svolgimento. Il fato ha anche una associazione morbosa con le finalità in forma di "fatalità". Il destino o fato usato nel tempo passato è "il lotto di ognuno" e comprende la somma degli eventi che concludono come una conseguenza predeterminata. (ex. "era destinata ad essere leader", "era destinata ad essere impiccata"). Il fato è una conseguenza determinata da un agente esterno che agisce su una persona o su una entità; ma col destino l'entità participa attivamente alla conseguenza di un progetto che è direttamente correlato a sé stesso. La Partecipazione accade in tutta coscienza.

Nella pratica divinatoria il destino non ha alcuna delle connotazioni negative del fato. Il destino ha la stessa radice di "destinazione": destinare, dirigere qualcosa verso una data meta ("è destinata a diventare un capo"). Senza una voluta partecipazione del soggetto non c'è destino. Il destino non può essere costretto ad agire su qualcuno; se si viene costretti dalle circostanze, allora si tratta di fato. Per esempio, si consideri una scena del film Whale Rider (Colei che cavalcava le balene, nella versione italiana La ragazza delle balene), quando le balene si sono arenate sulla spiaggia e Paikea sale su quella più grande e la bacia con delicatezza. Aveva raggiunto uno stato di consapevolezza in cui un messaggio che lei aveva assorbito dalla mitologia del suo popolo, che aveva memorizzato, cantato, rappresentato in una danza sul palcoscenico, si era trasferito dall'inconscio al livello della coscienza, dove aveva preso forma grazie al mito di Colei che cavalcava le balene. Fino a quel momento il pubblico aveva nutrito dubbi sul fatto che lei potesse essere il capo; le circostanze sembravano avverse; ma in quel momento lei sapeva di essere il capo e conosceva il suo destino. Gli eventi, per come si erano svolti, l'avevano guidata in quel posto e in quel momento. La sua prossima azione venne compiuta in piena consapevolezza: era quello che un capo deve fare, era quello che aveva fatto colei che per prima aveva cavalcato le balene.

"Perché le balene si sono arenate? Lo hanno fatto a suo vantaggio? Perché lei le ha chiamate?" Questo è il fato: gli eventi oggettivi, le possibilità e i limiti predisposti prima di noi, le circostanze a cui siamo legati e che cadono al di fuori del nostro controllo e qualche volta anche al di là della nostra comprensione per come accadono, e tuttavia sono parte del nostro destino in quanto gli danno forma. Il fato è il contesto nel quale diamo forma al nostro destino. "Perché ha cavalcato la balena ed è diventata il capo?". Questo è il suo destino, quello che lei ha deciso che sarebbe stato, prendendo direttamente parte agli avvenimenti. Lei ha indirizzato le circostanze verso uno sviluppo stabilito e così facendo ha determinato le circostanze future. Prendendo parte al nostro destino, noi diamo forma al fato.

[modifica] Altri termini

Il termine equivalente a destiny (destino) nell'inglese antico era doom, come nel Domesday Book, il censimento dell'Inghilterra condotto dai Normanni nel 1086 d.C.. Doom ha in seguito assunto i connotati sinistri del cataclisma universale della fine dei tempi ("Sorte avversa", "Giudizio universale").

[modifica] Note

  • Cornelius, Geoffrey, C. (1994). "The Moment of Astrology: Origins in Divination", Penguin Group, parte della serie di Arkana Contemporary Astrology.
  • La parola "Kismet" (raro, "Kismat") deriva dal termine arabo "qismah" ed è entrata nell'uso inglese tramite la parola turca "qismet" che significa sia "la volontà di Allah" sia "parte assegnata dal fato". In inglese, il termine è sinonimo di "Fate" o "Destiny".

La parola "Kismet" viene spesso usata insieme ad "happenstance" ("coincidenza") per stabilire una dicotomia tra ciò che è stabilito dal fato e ciò che avviene per puro caso, in circostanze fortuite. Per esempio, "Dopo che Bob si era rotto il braccio in un incidente e aveva incontrato la bella infermiera che sarebbe diventata sua moglie, non sapeva se ringraziare il fato ("Kismet") o il caso ("Happenstance"). Tutto quello che sapeva era che dopo molti anni bui il suo mondo era nuovamente diventato un posto pieno di luce.

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