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Crêuza de mä - Wikipedia

Crêuza de mä

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Crêuza de mä (1984) è l'undicesimo album registrato in studio di Fabrizio De André.

Crêuza de mä
Artista Fabrizio De André
Tipo album Studio
Pubblicazione 1984
Durata 33 min 29 sec
Dischi 1
Tracce 7
Genere Cantautori
Etichetta Ricordi
Produttore
Registrazione
Note L'album e la canzone Crêuza de mä si aggiudicano la Targa Tenco.

Risuonato e riarrangiato da Pagani nel 2004.

Premi
Dischi di platino
Dischi d'oro
Fabrizio De André - cronologia
Album precedente
Album dell'indiano (1981)
Album successivo
Le nuvole (1990)
Si invita a seguire lo schema del Progetto Musica


Indice

[modifica] Il disco

Tutte le canzoni, scritte e composte da De André e da Mauro Pagani (ex PFM), sono interpretate in dialetto genovese (in realtà un genovese antico e ricco d'influenze mediteranee, infatti il disco ebbe difficoltà di comprensione linguistica persino tra gli stessi genovesi): si tratta di una scelta che andava, nel 1984, contro tutte le regole del mercato discografico e che - contro tutte le aspettative - ha segnato il successo di critica e di pubblico del disco, che ha, infatti, indubbiamente segnato una svolta nella musica italiana.

Al centro dei testi e dei suoni del disco ci sono il mare e il viaggio: temi che le canzoni descrivono la perfezione anche grazie a contributi audio dal vivo registrati al porto di Genova, al mercato del pesce, ecc.) e all'utilizzo di strumenti etnici originali della Sardegna e della Liguria.

L'album ha in un certo senso preceduto la moda, anche a livello internazionale, della world music. David Byrne dei Talking Heads ha citato questo album come il miglior disco degli anni ottanta.

Il titolo dell'album e della canzone principale fa riferimento alla crêuza, termine che in dialetto genovese significa sentiero o mulattiera di mare, cioè un elemento urbanistico simile al caratteristico caruggio del centro storico genovese, ma qui riferibile prevalentemente al tipico paesaggio costiero ligure, ricco di passaggi tra la spiaggia ed il primo entroterra.

L'album sarà reinterpretato nel 2004 da Mauro Pagani, rinnovandone l'arrangiamento e aggiungendo quel tocco di esotismo che caratterizza la sua musica: oltre alle tracce sottocitate, contenute nel disco originale, in 2004 Creuza de mä sono contenute Al Fair, introduzione vocalizzata, nello stile dei canti sacri della Turchia, Quantas Sabedes, Mégu Megùn, contenuta nel disco di De André Le nuvole e Nuette, opere mai pubblicate a nome "De André".

[modifica] Lista tracce

  1. Crêuza de mä
  2. Jamin-a
  3. Sidún
  4. Sinàn capudàn pascià
  5. Â pittima
  6. Â duménega
  7. D'ä mê riva

Testi di Fabrizio De André e musiche di Mauro Pagani.

[modifica] Le canzoni

[modifica] Crêuza De Mä

È la canzone d'apertura e da il titolo all'album. La Crêuza De Mä nel genovesato sarebbe una mulattiera, una strada collinare che solitamente delimita i confini di proprietà e porta verso il mare, la traduzione esatta è infatti "mulattiera di mare". Il pezzo, considerato tra le più alte espressioni artistiche di Fabrizio De Andrè e dell'intera canzone d'autore italiana, è interamente in dialetto genovese antico (come del resto l'intero album). Il testo è incentrato sulla figura dei marinai e sulle loro vite da eterni viaggiatori e racconta il ritorno dei marinai a riva dopo la nottata passata al largo a pesca, De Andrè parla magistralmente delle loro sensazioni, di questo eterno andare e venire.

[modifica] Jamin-a

Tra le canzoni più "spinte" e sensuali di Fabrizio De Andrè, è un vero e proprio inno o elogio di una prostituta, Jamin-a appunto, e del suo fare l'amore in modo travolgente, quasi insaziabile. Voglia d'amore che però racchiude qualcosa di più elevato e spirituale, come se l'unirsi dei due corpi sottintenda qualcosa di più d'un semplice atto fisico.

[modifica] Sidún

Brano di eccezionale bellezza, una delle perle artistiche di Fabrizio De Andrè. Il testo, poetico e struggente, mostra lo strazio di un padre di fronte alla morte violenta, in guerra, del proprio figlioletto e può essere considerato un bellissimo inno contro la stupidità e l'inutilità di tutte le guerre. Il titolo richiama la città di Sidone, più volte distrutta e ricostruita a causa delle guerre nel corso dei secoli e chiaro esempio dell'inutilità della guerra.

[modifica] Sinàn Capudàn Pascià

Il pezzo narra la storia, vera, di un marinaio della flotta di Genova, chiamato Cigala, catturato dai Mori durante uno scontro navale e in seguito diventato Gran Visir per aver salvato la vita al sultano col nome di Sinan Capudan Pascia.

[modifica] Â pittima

 pittima rappresentava nell'antica Genova la persona a cui i privati cittadini si rivolgevano per esigere i crediti dai debitori insolventi. Il compito della pittima era di convincere, con metodi più o meno leciti, i debitori a pagare. Ancora oggi a Genova la parola pittima è sinonimo di persone insistente, noiosa, appiccicosa.

[modifica] Â duménega

Il brano racconta in maniera ironica il "rito" della passeggiata domenicale che il comune di Genova concedeva un tempo alle prostitute, per tutta la settimana relegate a lavorare in un quartiere della città prestabilito. De Andrè racconta le scenate dei cittadini al passaggio di queste prostitute e descrive le reazioni dei vari personaggi, da chi gli grida dietro qualsiasi epiteto salvo poi frequentarle durante la settimana fingendosi quindi finto moralista a chi, come il proprietario del molo, è felice di tutto quel ben di Dio a passeggio che porta tanti soldi nelle casse del Comune favorendo la ristrutturazione del molo stesso (ricordiamo che il Comune di Genova era solito dare in appalto le case di tolleranza e con i ricavi sembra riuscisse a coprire per intero gli annuali lavori portuali).

[modifica] D'ä mê riva

Il brano chiude idealmente il discorso sull'eterno viaggiare dei marinai aperto ad inizio album con "Crêuza De Mä". Qui infatti vediamo un marinaio al momento della ripartenza per un nuovo viaggio salutare con un triste canto d'addio l'innamorata che lo guarda dal molo e la sua città, Genova.


Discografia di Fabrizio De André
Album originali - Volume I (1967) · Tutti morimmo a stento (1968) · Volume III (1968) · La buona novella (1970) · Non al denaro, non all'amore né al cielo (1971) · Storia di un impiegato (1973) · Canzoni (1974) · Volume VIII (1975) · Rimini (1978) · Album dell'indiano (1981) · Crêuza de mä (1984) · Le nuvole (1990) · Anime salve (1996)

Antologie - Tutto Fabrizio De André (1966) · Nuvole barocche (1969) · Fabrizio De André (Antologia blu) (1986) · Mi innamoravo di tutto (1997) · Opere complete (1999) · In direzione ostinata e contraria (2005)

Live - In concerto-Arrangiamenti PFM (1979) · In concerto-Arrangiamenti PFM Vol. 2° (1980) · 1991 Concerti (1991) · In concerto (1999) · In concerto vol.2 (2001)


Tributi - Canti randagi (1995) · Äia da respiâ - Genova canta De André (1999) · Faber (2003) · Mille papaveri rossi (2003) · Non più i cadaveri dei soldati (2003)

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