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Aminatou Haidar - Wikipedia

Aminatou Haidar

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Aminatou Haidar dopo il rilascio
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Aminatou Haidar dopo il rilascio

Aminatou Ali Ahmed Haidar anche Aminattou e Haminatou (nata nel 1967) è una attivista per i diritti umani Saharawi, attivista politica ed è scomparsa nel periodo (1987-91). È residente a El Aaiún nel Sahara Occidentale. Ha due figli (Muhammad and Hayat) ed è divorziata. È diplomata, baccalaureato, in Letteratura moderna.


Indice

[modifica] Imprigionamento

È stata incercerata nella "Prigione nera" di El Aaiún il 17 giugno 2005, dopo essere stata arrenstata in ospedale dove era ricoverata per essere curata per le lesioni inflitte dalla polizia in una dimostrazione durante la Intifada non violenta per l'indipendenza. Fu torturata durante l'interrogatorio. Amnesty International ha espresso una forte preoccupazione sulla situazione dei prigionieri Saharawi in Marocco e nei territori occupati del Sahara Occidentale, e specificamente ha mostrato interesse per Aminatou Haidar, evidenziando il timore per i suoi diritti per un equo processo e adottandola come prigioniero di coscienza [1].


[modifica] Detenzione e sentenza, 2005

Il 14 dicembre 2005, Aminatou Haidar fu condannata a 7 mesi di prigione da una corte marocchina a El-Aaiún. Amnesty, che ha inviato un osservatore ad assistere al processo, con forti critiche immediate e confermando che Aminatou Haidar e gli altri processati godevano dello status di prigioniero di coscienza[2]. Partì una campagna internazionale[3] per il rilascio di Aminatou Haidar a più livelli[4] compreso il Parlamento Europeo.

Il Parlamento Europeo ha inoltre richiesto il suo rilascio immediato nell'ottobre 2005[5]. In seguito a questa azione è stata candidata al Premio Sakharov.

[modifica] Rilascio dalla prigione, 2006

Aminatou Haidar a Tindouf
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Aminatou Haidar a Tindouf

Il 17 gennaio 2006, Aminatou Haidar è stata rilasciata dopo sette mesi di prigione alla fine della condanna[6]. Il ruolo simbolico che ha assunto Aminatou Haidar ha spinto molti Saharawi a dimostrazioni in seguito alla liberazione[7]. Appena liberata ha dichiarato: la gioia è incompleta senza il rilascio di tutti i prigionieri politici Saharawi, e senza la liberazione di tutti i territori della patria ora sotto occupazione degli oppressori[8]. La forte sovraesposizione mediatica e il supporto dato da associazioni e singoli politici dei paesi occidentali ha permesso l'espatrio ad Aminatou Haidar che sta svolgendo il ruolo di ambasciatore itinerante della RASD con contatti ufficiali con i governi e le associazioni. Ha ricevuto in Spagna il Premio Juan Maria Bandres 2006 per la difesa del diritto d'asilo e la solidarietà con i profughi, conferitole dalla Commissione spagnola di aiuto ai rifugiati (CEAR) e in Italia il Premio Marenostrum 2006 per la sezione Solidarietà. È cittadina onoraria di Napoli.

Le autorità marocchine nell'agosto 2006 hanno negato il passaporto ed il diritto all'espatrio ai figli di Aminatou Haidar, Hayat e Mohamed Kassimi, come forma di pressione per la sua attività di ambasciatrice itinerante [9]

Il 15 novembre 2006 è rientrata a El Aayun dove ha compiuto il primo atto di disobbedienza civile. Le autorità aeroportuali hanno invitato a scendere i cittadini marocchini pregando di rimanere a bordo gli stranieri. Aminatou Haidar è rimasta da sola a bordo dichiarando di essere cittadina Saharawi costretta al possesso temporaneo di passaporto marocchino. In concomitanza con l'evento osservatori straanieri sono stati fermati dalla polizia, come il magistrato italiano Nicola Quatrano, in missione per verificare l'evoluzione del conflitto, rilasciato solo dopo l'atterragio della Haidar.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Fonti interattive

  1. il rapporto di Amnesty sui prigionieri di coscienza Saharawi (in inglese)
  2. Amnesty International: relazione sul processo di dicembre 1985 (in inglese)
  3. campagna dell'ARSO (francese, inglese, spagnolo)
  4. proposta di 178 membri del Parlamento Europeo
  5. risoluzione del Parlamento Europeo (ottobre 2005)
  6. Il rilascio del 19 gennaio 2006
  7. Le manifestazioni per il rilascio
  8. Le sue dichiarazioni al rilascio
  9. Il rifiuto all'espatrio per i figli

[modifica] Collegamenti esterni

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