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Wonder Woman - Wikipedia

Wonder Woman

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Wonder Woman
Vero nome: Diana Prince
Nome originale: Wonder Woman
Creatore/i: William Moulton Marston
Editore: DC Comics
Prima apparizione: All Star Comics n. 8 (1941)
Prima apparizione italiana:
Stato attuale: Attivo
Abilità: Volo, super-forza, super-velocità, sensi acuiti, invulnerabilità, rigenerazione e resistenza alla magia.
Alleanze: JLA
Parentele conosciute: Regina Ippolita (madre, deceduta), Donna Troy (sorella), Helena Kosmatos (sorella adottiva), Antiope (zia), Ippolito (cugino)
DC Comics
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«Il miglior rimedio per rivalorizzare le qualità delle donne è creare un personaggio femminile con tutta la forza di Superman ed in più il fascino di una donna brava e bella.»
(William Moultom Marston)

Wonder Woman è un personaggio dei fumetti creato da William Moultom Marston nel 1941, pubblicato dalla DC Comics.

Wonder Woman è unanimemente considerata una delle tre icone di base dell'intero universo fittizio della DC Comics, insieme con Batman e Superman.

Indice

[modifica] Le vicissitudini editoriali

Teorico del femminismo, Marston, come asserì poco prima della sua morte, avvenuta nel 1947, e come si può leggere in apertura, creò il mito di Wonder Woman per dare un simbolo alle donne, un modello che fosse in grado di portare avanti con forza le loro idee ed il loro mondo. Ammantata dei colori della bandiera statunitense, il personaggio fa il suo esordio sul n.8 di All Star Comics (1941), per poi diventare uno dei personaggi più inarrestabili di tutta l'editoria a fumetti di genere supereroico.

Il suo esordio e la sua carriera sono, poi, uniche ed incredibili soprattutto perché la maggiorparte degli eroi dei fumetti e dei pulp magazine di quel periodo erano incentrati intorno alla figura di un maschio forte ed avventuroso, pronto a salvare la fanciulla di turno e a mostrare muscoli e cervello fuori della norma. In maniera abbastanza incredibile Wonder Woman divenne, ben presto, la protagonista di ben quattro testate: una a sé intitolata, Wonder Woman, che esordì nell'estate del 1942, quindi sul già citato All Star Comics e su Sensation Comics, dove venivano pubblicate principalmente le avventure della Justice Society, nei cui ranghi era entrata nel corso del n. 12 di ASC; e infine sulle pagine di Comics Cavalcade, pubblicazione trimestrale dove era possibile leggere anche le avventure di Flash e Lanterna Verde.

Il personaggio supera la crisi che negli anni cinquanta colpisce l'industria dei comics a causa della ben nota crociata del dr.Wertham (Seduction of the innocent, 1954) che accusa i fumetti di minare l'integrità morale dei giovani lettori. In particolare Wonder Woman, con i suoi vestiti ed i suoi modi disinibiti, era ritenuto un pessimo esempio per le fanciulle del paese e le situazioni sull'Isola Paradiso al limite dell'omosessualità. La creazione di severe regole da parte della Comics Code Authority, unite al fatto che già dal 1947 Marston era morto lasciando le redini della serie ad altri scrittori più tradizionali, causò una involuzione qualitativa e l'abbandonano del femminismo convinto. É di questi oscuri decenni la creazione di Wonder Girl, dell'aereo invisibile e di altre situazioni assurde o romantiche che si allontanarono dallo spirito originario del personaggio.

A partire dal 1968 gli autori Mike Sekowsky, Dennis O'Neil e Dick Giordano rivitalizzarono la serie cambiando radicalmente lo status del personaggio che alla fine degli anni sessanta risultava totalmente anacronistico. Wonder Woman perde tutti i suoi poteri, abbandona il costume tradizionale ed assume l'identità di Diana Prince. Grazie all'aiuto di un nuovo personaggio, I Ching, si addestra nelle arti marziali e affronta tutta una serie di avventure che, pur in uno stile totalmente diverso, ritrovano l'antico spirito del personaggio. L'esperimento avrà successo e la serie di Wonder Woman sfugge ancora una volta alla chiusura, ma durerà fino al 1973 quando i poteri e il costume saranno ripristinati e le storie riprenderanno quelle della Golden Age, riscritte e ridisegnate.

Cambiamenti, però, arriveranno nuovamente: con il n.329 di Wonder Woman del 1986, il matrimonio con Steve Trevor chiudeva l'era di Diana Prince per aprire quella della principessa Diana.

Dopo Crisi sulle Terre infinite, infatti, la serie ricominciò dal numero 1 la pubblicazione delle avventure di Wonder Woman, che venne affidata alle cure di George Perez, il quale prese al volo l'occasione per rivoluzionare non poco il personaggio, legandolo sempre più alla sua tradizione greca. Questo arco di storie (una sessantina o poco più) sono probabilmente le migliori mai realizzate sul personaggio, grazie alle quali Perez dimostrò tutta la sua bravura non solo come disegnatore, ma anche come narratore.

[modifica] In Italia

Sostanzialmente una pubblicazione continua sul personaggio si ha solo con nell'era post-Crisis, quando sulle pagine di Justice League, la rivista che presentò le avventure dell'esilarante JLI di Giffen-De Matteis-Maguire, la Play Press pubblicò la prima ventina di numeri del ciclo di Perez (primi anni novanta).
Successivamente venne presentata parte dell'arco narrativo di John Byrne in un'altra pubblicazione Play Press che conteneva anche le avventure di Catwoman.
In seguito la serie di Wonder Woman è stata pubblicata sempre dalla Play Press in volumi per fumetteria scritti e disegnati prima da Phil Jimenez, degno erede del maestro Perez, e poi sceneggiati da Greg Rucka.

[modifica] Le origini

Molto più che con altri personaggi, come Superman e Batman, la rivoluzione di Crisis ha avuto i maggiori effetti, probabilmente perché la serie è stata ideata e realizzata da uno dei cartoonist della catastrofica maxi-serie (anche se Wolfman collaborò ai testi del primo numero).

L'unico punto in comune tra le due incarnazioni è l'appartenenza alle Amazzoni, il gruppo militare composto da sole donne che rappresenta l'unico indizio di un possibile primo movimento femminista nell'antichità.

[modifica] Diana Prince

Ippolita, la regina delle Amazzoni dell'Isola Paradiso, prega Afrodite di farle dono di una figlia. La dea, allora, decise di dare la vita ad una statuina, che Ippolità ribattezzò Diana. Alcuni anni più tardi la giovane lascia l'Isola Paradiso quando, sulle sue coste, cade Steve Trevor, pilota degli Stati Uniti d'America durante una battaglia nel corso della seconda guerra mondiale. Insieme al fidanzato e ad Etta Candy e alle sue Holiday Girls, Diana combatté contro i nazisti, per poi continuare a vivere le sue avventure con Steve alla conclusione della guerra. Nel 1959 vengono, per la prima volta, modificate le origini del personaggio, eliminando, però, solo quegli episodi avvenuti durante la guerra e facendo, così, una distinzione tra la Wonder Woman di Terra-2 (quella che combatté la guerra) e quella di Terra-1.

[modifica] La principessa Diana

Crisi sulle Terre infinite, invece, portò all'azzeramento quasi totale della continuity narrativa, dando a Perez la possibilità di rinarrare completamente le origini di Wonder Woman, iniziando sin dalla sua nascita.

Le Amazzoni, il solito gruppo militare composto da sole donne, viene sterminato dalle truppe di Ercole, che abusano anche del loro corpo fino ad ucciderle. Gli dei dell'Olimpo, allora, decidono di riportarle in vita come loro paladine grazie alla loro devozione, destinandole in una introvabile isola, l'Isola Paradiso, che come Avalon è nascosta da magiche mura invalicabili (o quasi).

Dopo alcuni secoli, trascorsi a consolidarsi, proteggere le coste dai pochi umani capaci di superare le barriere e l'interno dai mostri contenuti in una grotta al centro dell'isola, Ippolita, loro regina, vede nascere in sé sempre più forte il desiderio di avere una figlia. Prima di essere uccisa da Ercole, infatti, ella attendeva la nascita di una bambina. Ancora una volta, come già nell'era pre-Crisis, corre in aiuto Afrodite, che le concede la possibilità di veder nascere una figlia che altrimenti non sarebbe mai nata.

Diana, così, cresce nell'Isola Paradiso, apparentemente unica bambina in un intero mondo di adulte (successivamente venne introdotta Donna Troy, che si scoprì essere, in realtà, una sorta di clone astrale di Diana, creato per non far crescere sola la piccola Diana), imparando l'arte, la cultura e le tecniche di combattimento e, soprattutto, unica tra tutte a non portare ai polsi i bracciali metallici, simbolo del violento ed intollerante mondo degli uomini.

A questo punto, anche a causa del suo giovanile spirito di intraprendenza, Diana deve superare le opposizioni della madre per diventare la rappresentante delle Amazzoni nel mondo dell'uomo: Perez, in questo modo, la trasforma da un simbolo del femminismo, ad un possibile campione della pace e della giustizia, lei che è nell'animo una delle più grandi guerriere del mondo. Le storie di Perez, infatti, spesso si reggono su questa dualità di Diana, che da un lato è mossa dal desiderio di portare la pace nel mondo, e dall'altra si muove con il suo addestramento militare. Dotata dei sandali di Hermes, che le consentono di attraversare la barriera tra i due mondi e di volare, della tiara d'oro con la stella al centro, simbolo del suo essere principessa, e del lazo d'oro forgiato da Efesto che costringe, chi lo tocca, a dire sempre la verità, Diana smette le vesti di Amazzone per indossare un costume cucito da sua madre in attesa che, nel suo popolo, sorgesse una campionessa in grado di indossarlo: un corpetto rosso con un'aquila stilizzata sul davanti, ed un paio di mutandoni blu con stelle bianche, il tutto completato dai classici stivali rossi.

Questa volta, però, il costume ha anche una sua origine: ispirato a Diana Trevor, aviatrice schiantatasi sull'Isola Paradiso alcuni decenni prima, non ha più alcun legame diretto con gli Stati Uniti, ispirandosi piuttosto agli stemmi che la donna portava con sé. Tra l'altro in queste storie che raccontano la genesi del costume, fa anche la sua prima apparizione l'armatura che si vedrà indossare a Diana durante Venga il tuo regno di Waid e Ross.

A questo punto, con questa conoscenza, questo costume ed un paio di braccialetti di un materiale luccicante come l'argento ma molto più resistente, Diana è pronta a fare il suo ingresso nel mondo degli uomini: la sua prima apparizione ufficiale nel mondo degli uomini è contro i mastini di Darkseid durante la saga Legend.

A questo punto Diana inizia ad affrontare tutta una serie di avversari, primi fra tutti gli stati dell'ONU che non vedono di buon occhio la sua crociata pacificatrice. Aiutata da Steve Trevor, ora un aviatore di mezza età, e da Etta Candy, che sposerà dopo pochi numeri dall'inizio della nuova serie, ma anche da Julia Kapatelis, professoressa dell'Università di Boston, e da Mindy Mayer, la sua manager, inizia ad entrare con sempre maggiore prepotenza nel nostro mondo, attirando, però, l'attenzione di numerosi nemici, molti dei quali sono una rivisitazione in chiave mitologica degli eroi classici della golden age.

Da allora, Diana ha attraversato molti momenti difficili, dalla distruzione dell'Olimpo da parte di Apokolips, fino alla sua stessa morte, unico mezzo per essere accolta tra le divinità dell'Olimpo come loro pari (durante quel periodo fu la madre a prenderne il posto nel mondo degl'uomini e tra le fila della JLA), e quindi il suo ritorno giusto in tempo per affrontare Mageddon e da lì molte altre crisi, fino a quella definitiva della morte della madre durante la guerra contro Imperiex.

[modifica] Altri media

  • L'incarnazione del personaggio più nota in altri media è quella che diede l'attrice Lynda Carter nell'omonima serie televisiva prodotta dalla Warner Bros. e trasmessa dal canale CBS dal 1976 al 1979. In Italia la serie è stata trasmessa su Italia 1 e l'attrice era doppiata da Eva Ricci.
  • Wonder Woman appare in versione animata nelle serie I Superamici e Justice League. A doppiarla in italiano sono rispettivamente Milena Albieri e Cinzia Massironi, cugina della nota attrice e doppiatrice Marina.

[modifica] Curiosità

  • Nelle storie recenti scritte da Greg Rucka la princepessa amazzone è diventata vegetariana.

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