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Tecnica edilizia romana - Wikipedia

Tecnica edilizia romana

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La tecnica edilizia dell'antica Roma definisce l'insieme delle modalità utilizzate dai Romani per la costruzione degli edifici in muratura.

Le tecniche di costruzione variarono considerevolmente con il tempo (in particolare una tappa fondamentale fu l'invenzione del cementizio agli inizi del II secolo AC) e spesso furono adattate nei diversi luoghi a seconda dei materiali da costruzione più facilmente disponibili. Qui si tratta, in particolare, delle tecniche utilizzate in epoca romana nella città di Roma e nelle sue immediate vicinanze.

Indice

[modifica] Tecniche edilizie

  • Opera poligonale (opus siliceum): diffusa nell'Italia centrale, tra il VI e il I secolo AC, consiste nella sovrapposizione di massi in pietra non lavorati, anche di notevoli dimensioni, senza ausilio di malta.
  • Opera quadrata (opus quadratum): consiste in blocchi squadrati in forma parallelepipeda e di altezza uniforme, che vengono messi in opera in filari omogenei con piani di appoggio continui. In ambito romano la tecnica viene utilizzata già a partire dal VI secolo AC e si affinò progressivamente, con una maggiore regolarità del taglio e una disposizione più articolata dei blocchi. L'uso continua anche dopo l'introduzione del cementizio per tutta l'età imperiale, affiancato alle altre tecniche. Vedi anche: Pietre da costruzione nella Roma antica.

[modifica] Opera cementizia e paramenti

  • Opera cementizia (opus caementicium): murature costituite in cementizio, ossia malta (calce con sabbia o pozzolana) mescolata a pietre (caementa).

L'opera cementizia costituisce generalmente solo il nucleo della muratura, rivestita all'esterno con un paramento costruito contemporaneamente al muro stesso. Oltre a veri e propri blocchi dell'opera quadrata, i paramenti possono, quindi, essere costituiti da materiali diversi, collegati da malta. A seconda del paramento si distinguono:

  • opera incerta (opus incertum): paramento costituito da pietre di forma irregolare con faccia in vista più o meno piana, utilizzato soprattutto dagli inizi del II secolo AC fino a poco dopo la metà del I secolo AC.
  • opera reticolata (opus reticolatum): paramento costituito da piccole piramidi tronche a base quadrata in pietra ("tufelli" o cubilia), con la punta inserita nel cementizio e disposte in diagonale a formare un reticolo, utilizzata soprattutto a partire dalla prima metà del I secolo AC e fino all'epoca giulio-claudia. Con la variante dell'"opera quasi reticolata".
  • opera laterizia (opus testaceum e opus latericium): paramento costituito, inizialmente, da tegole smarginate e, poi, da mattoni o laterizi, di forma triangolare, con la punta inserita nel cementizio, utilizzata dalla fine del I secolo AC e per tutta l'età imperiale.
  • opera mista (opus mixtum): paramento costituito da opera reticolata, con ammorsature in opera laterizia agli angoli ed agli spigoli, utilizzata soprattutto nel II secolo DC.
  • opera listata (opus vittatum): paramento costituito da ricorsi alternati di laterizi e di piccoli blocchi in tufo (detti nuovamente "tufelli"), utilizzata soprattutto dagli inizi del IV secolo DC. In modo analogo all'opera mista, a volte con ammorsature in laterizio negli spigoli ed agli angoli.

[modifica] Pavimenti

Va, infine, citato il cosiddetto "cocciopesto", costituito da malta mescolata con frammenti di terracotta o laterizi frantumati, utilizzato per i pavimenti e per il rivestimento di vasche e cisterne, a causa delle sue proprietà impermeabili. Quest'ultimo viene spesso confuso con l'opus signinum il quale è invece un'opera per grossi impegni statici ed è caratterizzato da una struttura compressa della muratura e non da una particolare composizione chimica.[1]

[modifica] Note

  1. cfr. C.F. Giuliani, L'edilizia nell'antichità, Carocci, 1990
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