Stornelle
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Stornelle Canti lirico monostrofici tipici della Romagna. La stornella presenta un modulo di quattro versi di endecasillabi con temi di vario tipo. Un tempo i cantori più bravi si sfidavano cantando a turno una stornella alla volta, in alternanza, con regole precise basate sulla conduzione dei testi e sulle rime da "attaccare" alle precedenti, fino a quando uno dei due non avesse finito gli argomenti, perdendo la sfida. Questo canto è testimoniato nelle ricerce etnografiche almeno fin dall'Ottocento (Placucci, Pergoli) e poi nel Novecento (ad esempio Pratella), nel secondo dopoguerra si hanno le prime raccolte con registrazione magnetofonica e le successive analisi musicali (entrambe, in primo luogo, effettuate da Tullia Magrini, col supporto di Giuseppe Bellosi, esperto di dialetto romagnolo) hanno evidenziato il carattere assolutamente arcaico e unico per l'Europa (presente in altre limitate zone che si affacciano sul Mediterraneo) di questi canti che presentano uso di scale modali e mobilità modale. Una delle ultime cospicue raccolte di stornelle con registrazione dalla viva voce di anziani testimoni di questo canto popolare, è stata effettuata negli anni Ottanta del Novecento da Fabio Lombardi nella vallata del Bidente (Forlì).
[modifica] Bibliografia
- Fabio Lombardi, Canti e strumenti popolari della Romagna bidentina. Canzoni, ninne-nanne, filastrocche, balli, canti di nozze, stornelle, urli, bovare, strumenti e altro ancora, in una memorabile raccolta dei canti e della musica popolare della valle del Bidente. In appendice: Le trascrizioni musicali , Cesena, Ponte Vecchio, 2000 (ISBN 88-8312-087-6)
- Tullia Magrini & Giuseppe Bellosi, Vi do la buonasera. Studi sul canto popolare in Romagna. Il repertorio lirico, Bologna, CLUEB, 1982 (ISBN 8849102569)