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Pietra della Lessinia - Wikipedia

Pietra della Lessinia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La Pietra della Lessinia, già conosciuta come Pietra di Prun, è una pietra che si presenta a strati con uno spessore totale di circa 8 metri. La più pregiata è localizzata sul Monte Loffa

Indice

[modifica] La localizzazione

È presente in tutta la Lessinia ed è leggermente diversa da sito a sito, come numero e come tipo di strati. Attualmente le cave, preare in lingua locale, sono a cielo aperto, nel passato erano presenti cave a forma di miniera specialmente in zona di Prun e di Torbe.

[modifica] La Pietra del Monte Loffa

Ha 72 strati, tutti con il loro nome e un uso già previsto. È ricca di fossili ed è stato uno dei primi siti studiati da Louis Agassiz. Anni fa, in assenza delle tecnologie odierne, le preare venivano sfruttate con la tecnica dei 4 livelli. Quattro livelli di pietra al fine di avere sempre nella cava strati diversi a disposizione.

Strati della Pietra della Lessinia sul Monte Loffa
Posizione Nome Spessore Colore
1 Stelàr de la lòva rossa 6 cm. rossiccio
2 Lòva rossa 20 cm. rossiccio
3 Grondin de la lòva bianca 4 cm. bianco
4 Grondin de la lòva bianca 4 cm. rosso
5 Lòva bianca 15 cm. bianco
6 Stelàr rosso 6 cm. rosso
7 Stelàr rosso 5 cm. rosso
8 Stelàr rosso 5 cm. rosso
9 Stelàr de sìmo 5 cm. rosso
10 Bianchèta 9 cm. bianco latte
11 Stelàr soto la bianchèta 6 cm. rossastro
12 Lastina del meòn 7 cm. rosso
13 Meòn de simo 25 cm. rosso
14 Meònsèl 20 cm. rosa chiaro
15 Stelàr del marsèto 20 cm. rosa chiaro
16 Stelàr del marsèto 6 cm. rosa chiaro
17 Marsèto 9 cm. rosa chiaro
18 Mezéta del dopiòn 13 cm. rossastro
19 Lastina del dopiòn 6 cm. rossastro
20 Stelàr del dopiòn 6 cm. rosso
21 Lasta bastarda 9 cm. rossastro
22 Lasta bastarda 10 cm. rosso
23 Stelàr del pél 10 cm. rosso
24 Làsta grisa 11 cm. rosso
25 Stelàr de la làsta grisa 8 cm. rosso
26 Làsta de l'àra 10 cm. rosso
27 Sòto àra 9 cm. rosa
28 Rosson 13 cm. rosso
29 Lasta de scòrso 13 cm. rosa
30 Stelàr del biancòn 6 cm. rosa
31 Stelàr del biancòn 7 cm. rosa
32 Stelàr del biancòn 7 cm. rosa
33 Grondin 5 cm. rosa
34 Lasta del Grondin 11 cm. rosso
35 Stelàr del biancòn 6 cm. rosso
36 Stelàr del biancòn 10 cm. rosso
37 Biancòn 14 cm. bianco
38 Bianconsèl 14 cm. bianco
39 Lasta del biancòn 14 cm. rosa
40 Seciàr rossa 10 cm. rosa
41 Lasta del seciàr 10 cm. rossiccio
42 Lasta del seciàr 10 cm. rossiccio
43 Stelàr de la stopègna 4 cm. rossiccio
44 Stelàr de la stopègna 5 cm. rossiccio
45 Stelàr de la stopègna 6 cm. rossiccio
46 Stelàr de la stopègna 6 cm. rossiccio
47 Stelàr de la stopègna 5 cm. rossiccio
48 Stelàr de la stopègna 5 cm. rossiccio
49 Stelàr de la stopègna 5 cm. bianco
50 Stopègna 10 cm. bianco
51 Rossòn 12 cm. rosso
52 Rossétta 10 cm. rosso
53 Lasta da coèrti 7 cm. rosa
54 Lasta da coèrti 7 cm. rosa
55 Pelòsa 12 cm. rosa chiaro
56 Sémbala 10 cm. rosa chiaro
57 Bianchéta 8 cm. bianco
58 Rabiòsa 8 cm. bianco
59 Quadrèto 19 cm. bianco
60 Zentil 8 cm. bianco
61 Meséta de fondo 16 cm. biancastro
62 Sotomeséta 4 cm. rossiccio
63 Sotomeséta 6 cm. grigio
64 Sotomeséta 6 cm. rosso
65 Sotomeséta 4 cm. rosso
66 Seciaron 27 cm. bianco
67 Pelòsa de fondo 13 cm. biancastro
68 Còrso del pèl 22 cm. rosa
69 Lasta del mazàl 10 cm. biancastro
70 Mazàl 35 cm. biancastro
71 Pedòn 20 cm. rosso
72 Còrso ultimo 18 cm. bianco

[modifica] Il suo utilizzo

Si può definire un uso storico locale ed un uso non locale. L'uso locale affonda nella storia e nella preistoria. Le case locali, un tempo, venivano costruite in pietra e legno strutturale. Una parte degli strati ricavano il nome proprio dall'utilizzo. Alcuni esempi: le Laste da coèrti erano destinate ai tetti, sostenute da travi naturali fatte da tronchi di conifere e i secchiai venivano ricavati dagli strati chiamati seciaròn. Le case erano prevalentemente a più piani, una cucina a terra con laste come pavimento, un camino più o meno elaborato fatto con pietre di grosso spessore, la parte esterna tutta in pietra e gli interni ai piani superiori in legno. Spesso i confini fra proprietà venivano delimitati da lastame di piccolo o medio spessore. Prevalentemente a Verona e in quasi tutte le città della pianura padana, oltre che per l'edilizia, la Pietra della Lessinia veniva usata per le pavimentazioni dei marciapiedi o per le zone destinate al traffico pedonale. Sin dal medioevo era trasportata via terra fino all'Adige, dove, in porti specializzati seguiva vie d'acqua. La difficoltà del trasporto la poneva in condizioni di utilizzo meno comune rispetto ad altri marmi.

Oggi a livello internazionale la Pietra della Lessinia è usata in maniera prevalente in esterni.

[modifica] Mario Botta

Mario Botta è un utilizzatore della pietra della Lessinia come elemento fondamentale in alcune sue opere. Fa parte di quella parte di architetti in cui la pietra é strumento per dare carattere alle costruzioni. La pietra della Lessinia è elemento fondamentale in almeno tre opere, la più importante, dove la scelta fu un ripiego é la Sinagoga Cymbalista e Centro dell'eredità Ebraica di Tel Aviv, altri due edifici religiosi sono la Chiesa di Seriate e la Facciata della Chiesa di Genestrerio in Canton Ticino.

[modifica] Sinagoga Cymbalista e Centro dell'eredità Ebraica di Tel Aviv

Sinagoga Cymbalista e Centro dell'Eredità Ebraica a Tel Aviv, Israele (1996-1998)
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Sinagoga Cymbalista e Centro dell'Eredità Ebraica a Tel Aviv, Israele (1996-1998)

Progettata e realizzata, 1996-1998, dall'architetto ticinese Mario Botta all'interno dell'Università di Tel Aviv. In questo caso l'uso della Pietra della Lessina ne ha permesso la realizzazione dopo anni di discussione sull'uso del materiale e sulla localizzazione di un edificio religioso all'interno dell'Università. Era nell'intenzione di Botta usare del marmo di Hebron come in molti monumenti in Israele, ma il divieto di utilizzo di materiali ottenuti dai territori occupati da parte del rettore dell'Università, Hebron è in Cisgiordania nell'area della Amministrazione Nazionale Palestinese, ha imposto altre soluzioni. Botta, che ha usato più volte la Pietra della Lessinia nelle sue opere, valutò l'equivalenza fra le due pietre e risolse il problema dei veti. Affermò, in tono semiserio, che questa pietra e la Lessinia meritavano il Nobel per la Pace per aver messo d'accordo ebrei laici ed ultraortodossi, israeliani e palestinesi.

[modifica] Carlo Scarpa

Carlo Scarpa è stato un grande utilizzatore di pietra nelle sue opere compresi gli allestimenti e le ristrutturazioni museali. Due opere sono legate in particolar modo alla Pietra della Lessinia. La ristrutturazione di Castelvecchio a Verona, in cui l'uso della pietra locale era una naturale conseguenza delle edificazioni precedenti, Nel negozio Olivetti a Venezia l'utilizzo del lastame è stato preponderante rispetto agli altri materiali, ma si è fuso con l'utilizzo di materiali usati nella storia di Venezia. Una terza opera in cui la pietra è importante, ma non viene usata la nostra è la sede della Banca Popolare di Verona, da segnalare per un particolare che lo accomuna a Mario Botta, la preoccupazione di inserire le loro opere nell'ambiente e a volte a servizio dello stesso. Una sensibilità comune ad un grande dell'architettura a cui si rifanno spesso come modello di ispirazione, Frank Lloyd Wright.

[modifica] Paolo Portoghesi e il recupero dei villaggi di pietra

Paolo Portoghesi amico e spesso ispirato dalla scuola di Scarpa, afferma che la Pietra della Lessinia è l'unico materiale in Italia che ha costretto gli utilizzatori a piegarsi alle sue caratteristiche. Le sue parole La Pietra della Lessinia ha una sua virtualità creativa che ha suggerito agli scalpellini e ai muratori il modo in cui fare le case e non c’è nessun altro posto in Italia con una grammatica architettonica costruita sul materiale. Sarà probabilmente guidata da lui il recupero della contrada Valle vicino e poco a nord di Camposilvano. Una struttura ideale per riportare a vita il Villaggio di Pietra. La scelta della contrada Valle è quella di avere edifici mai manomessi o ristrutturati dalla loro edificazione, sono in parte crollati dopo lo spopolamento della zona. Sono 450 metri quadrati che potrebbero diventare, nelle intenzioni della Comunità montana della Lessinia, proprietaria del complesso, un centro studi di architettura in convenzione con più università. La caratteristica degli edifici della contrada è particolare, il tetto non è totalmente di lastame, ma misto e con una pendenza notevole. Ai lati e la canna fumaria in pietra ed resto in canna palustre. A livello di singola università è da anni impegnata quella di Innsbruck col professor Joachim Moroder che da molti anni organizza corsi e campi estivi con l'obiettivo di studiare questa particolare architettura (con censimenti, rilievi e progetti teorici di recupero), per poterla riproporre in chiave moderna. Il progetto di recupero permetterà anche alla Videomarmoteca, una associazione di produttori di continuare lo studio delle vecchie tecniche di costruzione oltre a verificare nuovi utilizzi che siano suggeriti dalle caratteristiche uniche della pietra (un esempio l'uso in Israele da parte di Mario Botta). Riprendendo le parole di Filiberto Semenzin presidente di Videomarmoteca: Abbiamo la necessità di trasmettere la peculiarità del materiale che lavoriamo e trasformiamo attraverso la ricerca. Gli architetti riescono invece a orientare il mercato attraverso l’utilizzo della pietra stessa. In pratica l'obiettivo è rovesciare, in senso positivo, l'affermazione di Paolo Portoghesi, da un condizionamento locale sulle forme di costruzione ad una scelta architettonica in più dove questi condizionamenti non ci sono.

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