Petronio Massimo

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Petronio Massimo ritratto su un aureo.

Petronio Massimo, (Petronius Maximus) (397- 31 maggio 455), fu imperatore romano d'Occidente, tra il 17 marzo e il 31 maggio dell'anno 455.

Nato intorno al 397 da una famiglia senatoriale romana, rivestì diverse cariche importanti nell'amministrazione imperiale (notarius, comes sacrarum largitionum, cioè ministro delle finanze, prefetto del pretorio per la prefettura d'Italia e prefectus Urbi, ossia governatore della città di Roma. Fu console nel 433 e nel 443, e intorno al 445 ottenne il rango di patricius.

Durante il regno del suo predecessore Valentiniano III fu promotore, secondo alcuni storici, della fine del generale Ezio, ucciso per mano dell'imperatore nel 454 e, pochi mesi dopo, sembra non fosse estraneo all'assassinio dello stesso imperatore il 16 marzo del 455, secondo alcune fonti per vendicarsi del fatto che gli avesse portato via la moglie.

Dopo la morte di Valentiniano III si proclamò suo successore con l'appoggio del Senato, senza tuttavia essere riconosciuto dall'imperatore d'Oriente Marciano. Per consolidare il proprio potere sposò Licinia Eudossia, vedova di Valentiniano III e contemporaneamente fece sposare il figlio Palladio, che associò al trono conferendogli il titolo di cesare, con la figlia di Valentiniano ed Eudossia, Eudocia, già promessa in sposa a Unerico, figlio del re dei Vandali, Genserico.

Secondo alcuni storici, fu la stessa imperatrice Eudossia che attribuendogli l'assassinio di Valentiniano III, chiamò in aiuto Genserico. Alla notizia che questi si preparava ad attaccare Roma Petronio Massimo tentò di abbandonare la città, come molti dei suoi cittadini, ma venne ucciso durante la fuga il 31 maggio, dopo appena settanta giorni di regno. Due giorni dopo iniziò un breve assedio che si concluse con il sacco di Roma dei Vandali, durato circa quattordici giorni: Eudossia e le figlie Placidia ed Eudocia, furono prese in ostaggio dal re vandalo e, come inizialmente previsto, l'anno successivo Eudocia sposò Unerico.