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Perché io non sono cristiano - Wikipedia

Perché io non sono cristiano

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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«Io sono fermamente convinto che le religioni, come sono dannose, così sono false. Il danno arrecato da una religione è di due specie: uno dipende dalla natura generica della fede, l'altro dalla natura particolare dei dogmi accettati»
Perché io non sono cristiano
Titolo originale: Why I Am Not a Christian:
And Other Essays on Religion and Related Subjects
Autore: Bertrand Russell
Anno (1a pubblicazione) : 1957
Genere: saggistica
Sottogenere: filosofia
EDIZIONE RECENSITA
Anno: 2003
Editore: TEA
Traduzione:
Collana: Saggistica TEA
Pagine: 214
ISBN: ISBN
Progetto Letteratura

Perché io non sono cristiano (Why I Am Not a Christian: And Other Essays on Religion and Related Subjects) è una raccolta di saggi del filosofo e matematico britannico Bertrand Russell nel quale egli spiega perché non è un cristiano e dibatte altri temi religiosi. Il saggio (Why I Am Not a Christian) che da titolo al libro fu originariamente un discorso tenuto il 6 marzo 1927 nella sala municipale di Battersea con la sponsorizzazione del ramo sud-londinese della National Secular Society, successivamente venne pubblicato quello stesso anno in forma di pamphlet e quindi raccolto con altri saggi per formare il libro.

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«...non sono cristiano: in primo luogo perché non credo in Dio e nell'immortalità; e in secondo luogo, perché Cristo, per me, non è stato altro che un uomo eccezionale.»

Le posizioni antireligiose di Russell furono oggetto di forti critiche e di pesanti ostracismi. Famoso, ad esempio, è il caso dell'incarico al City College di New York che destò l'ira dei fanatici clericali del tempo e che diede inizio ad una violentissima campagna di diffamazione e intimidazione.

Per approfondire, vedi la voce Come fu vietato a Bertrand Russell l'insegnamento al "City College" di New York.



Indice

[modifica] Argomenti per giustificare l'esistenza di Dio

Secondo Russell la Chiesa cattolica, per contrastare i liberi pensatori che incominciavano a sostenere che la mera ragione poteva dubitare dell'esistenza di Dio, stabilì che l'esistenza di Dio potesse essere provata razionalmente.

[modifica] Argomento della causa prima

Sovente si procede a ritroso per dimostrare che tutto ha un unico principio e che quindi tale principio non può essere che Dio (causa prima della creazione).

La domanda è scorretta infatti «se tutto deve avere una causa anche Dio deve averla. Se niente può esistere senza una causa, allora perché il mondo sì e Dio no?»

Presso gli indù esiste una credenza che racconta come il mondo sia appoggiato sopra un elefante, che a sua volta appoggia su di una tartaruga. «Alla domanda: "e la tartaruga dove poggia?" l'indù rispose: "vogliamo cambiare discorso?"»

[modifica] Argomento della legge naturale

Vi è confusione tra leggi umane e leggi naturali. Solo per le prime è necessario un legislatore, le seconde, invece, descrivono semplicemente come avvengono i fenomeni. Non è corretto dedurre che tutto avvenga per ordine superiore e quand'anche lo ammettessimo, la domanda successiva sarebbe: «Perché Dio stabilì proprio queste cosiddette leggi naturali e non altre?»

[modifica] Argomento del fine delle cose

Ogni cosa appare preordinata, pare che al mondo tutto esista per una finalità: quella di garantirci l'esistenza.

Voltaire commentava la cosa dicendo che in effetti la forma del naso è dovuta alla necessità di portare gli occhiali.

[modifica] Argomento morale

Questo argomento venne introdotto da Kant ed è noto in molte varianti. Una versione recita: «non esisterebbero "giusto" e "ingiusto" se non esistesse Dio»

Delle due l'una: o Dio non conosce la differenza tra giusto e ingiusto e quindi essendo origine di entrambe Dio non è onnisciente oppure conosce questa differenza e, in quanto origine di ingiustizie, Dio non è buono.

[modifica] Difetti nell'insegnamento di Cristo

Trascurando che di Gesù ben poco si conosce e che molti dubitano della sua stessa esistenza storica, ci sono diversi passi negli stessi Vangeli tutt'altro che felici che quindi non depogono a favore della sua «saggezza».

[modifica] L'imminenza dell fine del mondo

Gesù era certo che la sua seconda venuta, nella gloria celeste, si sarebbe compiuta prima della morte dei contemporanei: «Voi non avrete visitato le città d'Istraele prima che il Figlio dell'uomo sia venuto» e poi «Ci sono alcuni qui presenti che non gusteranno la morte, fino a che non abbiano veduto il Figlio dell'Uomo venire nel suo regno» e ancora «Non preoccupatevi del domani», ecc.

[modifica] Il problema morale

Chiunque sia dotato di un poco di umanità non può credere nel castigo eterno. Invece non solo Gesù ne predicava l'esistenza ma arrivava persino a scagliare le sue invettive contro coloro che non l'ascoltavano: «Serpenti, progenie di vipere, come sfuggirete al castigo dell'inferno?», «Chi pecca contro lo Spirito Santo non sarà perdonato né in questo mondo né in quello futuro», «Il Figlio dell'Uomo invierà i suoi angeli, ed essi raduneranno tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente. Ivi vi sarà pianto e stridor di denti»,...

Il paragone con Budda o Socrate è umiliante, infatti questo, anche in punto di morte, usò molta dolcezza con tutti (avversari compresi).

Il carattere collerico e a volte infantile di Gesù è denunciato anche dalla parabola del fico: «Egli ebbe fame; e vedendo di lontano un fico fronzuto andò a vedere se vi fosse anche un frutto; ma essendosi avvicinato, non vi trovò che foglie; perché non era la stagione dei fichi. E Gesù prese e disse al fico: "Nessuno mangi più del tuo frutto"... E Pietro... gli disse: "Maestro, il fico che tu maledicesti è seccato."»

[modifica] La religione

La religione secondo Russell è, come per Lucrezio, una sorta di malattia frutto di indicibili sofferenze per l'umanità. Non appena un insegnamento diventa religione vi è una schiera di professionisti che si arroga il diritto di interpretarlo correttamente e, in virtù di tale potere, si organizzano in forma di casta privilegiata. Inoltre dato che la verità è immutabile e assoluta queste caste sono fonte di oppressione e oscurantismo opponendosi ad ogni forma di progresso che ne possa incrinare il potere.

Nonostante la saggezza e l'umanità di Budda il clero buddista del Tibet ha portato all'esasperazione l'oscurantismo, la tirannide e la crudeltà. La Chiesa cristiana si oppose a Galileo e Darwin e ancor oggi (negli anni 1930) si oppone a Freud.

[modifica] Il fondamento della religione

Il fondamento della religione risiede nella paura e nel desiderio naturale di avere un alleato. Paura dell'ignoto, paura della morte, paura dell'insuccesso, ecc.

[modifica] Cristianesimo e sesso

L'atteggiamento dei cristiani è dannoso non solo in fatto di condotta sessuale ma anche per quanto riguarda la conoscenza dei problemi inerenti al sesso; infatti nel primo caso la Chiesa ha avversato in tutti i modi la conoscenza dell'Ars amandi, lotta contro le politiche di controllo delle nascite e instilla l'idea che il sesso sia per se peccato; nel secondo caso trasformando il sesso in un tabù ne ha determinato un approccio distorto e morboso.

[modifica] L'intolleranza

I cristiani sono soliti denunciare i martiri e le persecuzioni cui sono stati sottoposti. Il mondo classico era estremamente tollerante riguardo le convinzioni religiose dei popoli; in realtà le persecuzioni furono il frutto delle posizioni politiche dei cristiani (i quali vennero sin da subito identificati come impulsores turbolentes).

Gi ebrei, al contrario, possedevano una fede intollerante per cui, forse per il timore di essere assorbiti da altri popoli, disprezzavano le altre religioni e propagandavano l'assoluta verità del loro Dio.

Le persecuzioni "religiose" furono una novità introdotta dal cristianesimo tanto che da Costantino al XVII secolo la storia del cristianesimo è storia di intolleranza. Mai nessun cristiano fu perseguitato nell'impero romano pagano quanto lo fu dai suoi correligionari nei secoli successivi.

Oggi sicuramente il cristianesimo è diventato più mite e tollerante; ma questo stemperamento del carattere intransigente e fanatico della fede cristiana, è dovuto a generazioni di liberi pensatori che, dal Rinascimento in poi, hanno mutato la società grazie al loro spirito libero e indipendente. Questo, però, li ha posti in forte contrasto con la Chiesa che quindi li ha banditi e perseguitati.

Una volta un trisavolo di Russell, osservando lo spessore della lava dell'Etna, giunse alla conclusione che il mondo dovesse essere ben più antico rispetto a quanto la Bibbia affermava (4004 a.C.). I suoi studi vennero considerati una offesa alla "vera" religione e per tale motivo fu bandito dalla vita pubblica e dalla società delle contea. Ovviamente, se fosse stato un uomo di più umili condizioni, il castigo sarebbe stato ben più grave.

Non è merito del cristiano se non è ancora immerso nelle tenebre dell'ignoranza e del fanatismo. Il merito va ascritto a quei liberi pensatori che tanto pagarono per fare breccia nell'ortodossia di una fede intollerante.

[modifica] Bibliografia

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