Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria
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Con la denominazione di Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria si sono identificati due diversi partiti politici italiani.
[modifica] Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (1943-1947)
Denominazione assunta dal Partito Socialista Italiano (PSI) nel 1943, a seguito della fusione con il Movimento di Unità Proletaria (MUP) di Lelio Basso. Il partito manterrà questa denominazione sino al 1947, quando riacquisterà la dicitura PSI per evitare che se ne appropri il nuovo partito fondato da Giuseppe Saragat (PSLI).
[modifica] Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (1964-1972)
Il 12 gennaio 1964, dalla scissione dal PSI della corrente di sinistra, si costituisce il nuovo Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP), guidato da Tullio Vecchietti (che ne diviene il segretario) e i cui maggiori esponenti sono Lelio Basso, Vittorio Foa, Lucio Libertini, Emilio Lussu, Francesco Cacciatore detto Cecchino e Dario Valori, oltre ai toscani Silvano Miniati, Guido Biondi, Mario Brunetti, Aristeo Biancolini, Pino Ferraris, Daniele Protti, Dante Rossi e i sindacalisti Elio Giovannini, Antonio Lettieri e Gastone Sclavi.
Aderirono allo PSIUP tutti quei militanti socialisti che non sopportavano il governo di centro-sinistra formato da socialisti (PSI) e democristiani (DC) e che invece erano d'accordo per una alleanza di sinistra con il Partito Comunista Italiano.
Il PSIUP riporta un buon risultato alle elezioni politiche del 1968, in occasione delle quali riesce a raccogliere i consensi della contestazione studentesca; mentre alle elezioni del 1972 non ottiene il quorum in nessuna circoscrizione e non elegge alcun rappresentante in Parlamento. A tale proposito circolava all'epoca una battuta che alludeva alla scarsa longevità politica del partito, e che interpretava ironicamente la sigla PSIUP come "Partito Scomparso In Un Pomeriggio". Il 13 luglio 1972 il PSIUP delibera il proprio scioglimento. La maggioranza dei suoi esponenti, come L. Libertini, D. Valori, T. Vecchietti, confluisce nel PCI. La minoranza riformista, rappresentata da Giuseppe Avolio, Nicola Corretto e Vincenzo Gatto, aderisce al Partito Socialista Italiano; mentre la minoranza di sinistra, guidata da V. Foa e S. Miniati, si dichiara per la continuità del partito e, dopo un periodo di attività politica con il nome di "Nuovo PSIUP", nel dicembre del 1972 si fonde con la sinistra del MPL, costituendo il Partito di Unità Proletaria (PdUP).