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Paolo Carosi - Wikipedia

Paolo Carosi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Una formazione della Lazio del 1966-67 - Paolo Carosi è il primo in piedi a sinistra
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Una formazione della Lazio del 1966-67 - Paolo Carosi è il primo in piedi a sinistra

Paolo Carosi detto il "Barone" (Tivoli, Roma, 8 aprile 1938) è un ex calciatore italiano che giocava nel ruolo di centrocampista.

[modifica] Cenni biografici

Iniziò nelle giovanili del Tivoli approdando alla Lazio nel 1958 appena ventenne. Il suo esordio in serie A avvenne il 19 aprile 1959 in una sfortunata partita interna contro l'Alessandria (2-0 per i grigi). Due stagioni in qualità di riserva, quindi l'inserimento stabile in prima squadra proprio in coincidenza con l'anno della prima retrocessione dei biancocelesti nel campionato cadetto. Un anno amaro per i capitolini in cui, però, vennero alla ribalta alcuni pilastri insostituibili nella Lazio degli anni '60. Carosi era tra questi: gran temperamento, rendimento eccezionale. Giocava mediano, con spiccata propensione alla copertura. Il soprannome "Barone" venne proprio dal suo "stile" di gioco fatto di interventi sempre decisi. Nel novembre del 1962 venne trasferito all'Udinese, ma al termine del campionato tornò alla Lazio dove rimase fino al termine della stagione 1967-68 quando passò al Catania. Appesi gli scarpini al chiodo, il "Barone" tornò alla Lazio per muovere i primi passi da allenatore. Per cinque anni guidò la formazione Primavera, portandola ad una delle più belle imprese del settore giovanile biancoceleste: lo scudetto del 1975-76. In quella squadra maturarono elementi del calibro di Giordano, Manfredonia, Agostinelli, Di Chiara, Montesi e De Stefanis. Dopo aver partecipato e superato a pieni voti il "Supercorso" di Coverciano, Paolo Carosi lasciò il mondo dei giovani per intraprendere la difficile strada di tecnico dei "professionisti". Dopo le prime positive esperienze ad Avellino e Fiorentina il ritorno nella capitale, con l'amata Lazio. Chinaglia, allora presidente dei capitolini, lo chiamò al capezzale di una squadra sull'orlo della serie B. E' la 13° giornata del campionato 1983-84 e con un girone di ritorno fantastico il "Barone" riuscì nella difficile impresa di centrare la salvezza. L'ovvia conferma al timone del vascello laziale si tramutò nel giro di un paio di mesi in un siluramento doloroso e tuttora incomprensibile. Eliminata dalla Coppa Italia e con un inizio di campionato non proprio esaltante (due sconfitte con Fiorentina e Udinese), la squadra, sicuramente indebolita in sede di campagna acquisti e con gli schemi ancora da assimilare, avrebbe comunque avuto tutto il tempo per recuperare il terreno perduto. Chinaglia però decise di dare il benservito al tecnico tiburtino, sostituendolo con Lorenzo prima e con il duo Lovati-Oddi poi. La scelta si rivelò scellerata e la squadra affondò irrimediabilmente concludendo il campionato con soli 15 punti e retrocedendo in serie B. L'anno successivo, come allenatore del Monza, Carosi si prese la più atroce delle rivincite, guidando i brianzoli alla conquista dell'Olimpico e facendo sprofondare la Lazio ad un passo dalla serie C.

[modifica] Curiosità

Carosi, ultimo a destra, con i compagni Castelletti e Zanetti
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Carosi, ultimo a destra, con i compagni Castelletti e Zanetti

Un singolare aneddoto della storia di Paolo Carosi è riferito alla 4° giornata del campionato 1966-67. Si giocava a San Siro, Milan-Lazio e l'arbitro Angonese, con i rossoneri in vantaggio per 2 a 1, fischio la fine dell'incontro con due minuti di anticipo. L'allenatore biancoceleste Mannocci ed alcuni giocatori si resero conto della svista arbitrale e protestarono vibratamente mentre altri, tra cui il "Barone" Carosi rientrarono mestamente negli spogliatoi. Angonese, accortosi dell'errore, richiamò in campo le due squadre. Carosi, che era già sotto la doccia, si rivestì in fretta e tornò in campo, sollecitato dalle preghiere di compagni ed avversari. Non si riallacciò neanche gli scarpini e non tornò nella sua posizione abituale (tanto mancavano la miseria di due minuti), stazionando a metà campo. Ricevette un pallone innocuo e, vedendo il compagno di squadra Bagatti libero, gielo porse di precisione: l'attaccante con uno spunto irresistibile trafisse il portiere avversario. Risultato finale: Milan-Lazio 2-2 !

[modifica] Statistiche

Il suo bilancio con la Lazio è il seguente: come calciatore 195 presenze complessive (176 in campionato, 19 in Coppa Italia) e 3 gol (tutti in campionato); come allenatore 25 presenze (20 in campionato e 5 in Coppa Italia). Ha guidato la squadra Primavera della Lazio alla conquista dello scudetto di categoria 1975-76.

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