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Mohamed Abdelaziz - Wikipedia

Mohamed Abdelaziz

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Abdelaziz in bianco al centro, a Tifariti nel 2005
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Abdelaziz in bianco al centro, a Tifariti nel 2005

Mohamed Abdelaziz (محمد عبد العزيز) (nato nel 1948, è il Segretario Generale del Fronte Polisario e il presidente in esilio della Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD).

[modifica] Biografia

Mohamed Abdelaziz è nato nella città saharawi di Smara nel 1948, iniziando gli studi nella città natale. Nel 1968, fonda con altri il Movimiento Nacional de Liberación Saharaui guidato da Mohamed Sidi Brahim Basiri. Fu il primo movimento quead utilizzare la lotta armata contro il colonialismo spagnolo. Nel 1973 diventa uno dei fondatori del Frente Por la Liberación de Saguia El Hamra y Río de Oro (il Fronte Polisario), divventando uno dei membri dell'ufficio politico.

Nel 1974 al secondo congresso del Fronte Polisario, fu nominato, sempre all'interno dell'ufficio politico, responsabile della organizzazione politica clandestina del Fronte. Dal disimpegno spagnolo (1976) fino al 1978 dirige una regione militare durante la guerra contro il Marocco e la Mauritania.

Il 30 agosto del 1978, alla fine del terzo congresso del Fronte Polisario, fu eletto Segretario Generale del movimiento, rimpiazzando Mahfud Ali Beiba, che aveva assunto il posto di Segretario Generale ad interim dopo la morte di El Ouali Mustafa Sayed. Abdelaziz fu eletto anche presidente della Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD). Ad oggi mantiene entrambe le cariche dopo otto elezioni consecutive.

Sta coordinando la scrittura della prima costituzione della RASD. Vive nei campi dei rifugiati saharawi di Tindouf, en Algeria.

[modifica] Profilo politico

Viene considerato un nazionalista laico. Ha condotto il Polisario e la RASD verso un compromesso politico con la legalità internazionale, soprattutto firmando e sostenendo il piano delle Nazioni Unite (Piano Baker) nel 2003. Attraverso la sua guida politica il Fronte ha modificato l'iniziale impostazione moderatamente socialista, proponendo un Sahara Occidentale organizzato secondo i principi della democrazia liberale e parlamentare, includendo espressamente un accento alla democrazia multipartica (attualmente nella fase di transizione è presente solo un partito) e l'economia di mercato. Per questo, ha trovato appoggio anche da parte dei paesi occidentali, Stati Uniti e i paesi dell'Unione Europea, fino ad adesso senza aver raggiunto gli obiettivi principali.


Ha condannato regolarmente il terrorismo, ha portato il Polisario dal 1991 alla guerra limpia che è attualmente l'unica resistenza che applica in pieno principi non violenti. Pone una particolare attenzione nel portare solidarietà ai popoli ed ai governi oggetto di attentati terroristici compreso il popolo ed il governo marocchino dopo l'attentato di Casablanca.

Una minoranza del Fronte Polisario lo critica per aver impedito riforme e per la sua scelta radicale nel proseguire la via diplomatica, nonostante che sia per ora non fruttuosa, rifiutando il ritorno alla lotta armata. Nel 2005 ha portato il Fronte ad intensificare l'azione non violenta nei territori occupati iniziando quella che si chiama l'intifada non violenta e incrementando i contatti diplomatici con stati ed organizzazioni al fine di ottenere in tempi rapidi il referendum di autodeterminazione previsto dalle Nazioni Unite. Fra i nuovi ambasciatori itineranti spicca la figura di Aminatou Haidar.

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