Lingua in pericolo
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Una lingua in pericolo (o lingua in via di estinzione) è una lingua di cui sopravvivono così pochi locutori che è in pericolo di non essere più utilizzata. Ad esempio, molte lingue native americane negli Stati Uniti si sono estinte a causa di politiche nel 19° secolo e nel primo 20° secolo che ne scoraggiavano o ne vietavano l'uso. Una lingua morta (o lingua estinta) è una lingua che non ha locutori nativi.
[modifica] Identificare le lingue in pericolo
Anche se non esiste una soglia definita per identificare una lingua in via di estinzione, tre criteri principali sono usati come linee guida:
- il numero di locutori attualmente in vita.
- l'età media dei locutori nativi e/o fluenti.
- la percentuale della generazione più giovane che acquisisce fluenza con la lingua in questione.
Ad esempio, la lingua ainu è in via di estinzione in Giappone con solo circa 300 locutori nativi, di cui 15 usano attivamente la lingua, e pochi giovani acquisiscono fluenza in essa. Una lingua potrebbe anche essere dichiarata in pericolo se ha 100 locutori, ma i locutori hanno tutti più di 90 anni, e nessun giovane la impara.
Alcune lingue, come quelle indonesiane possono avere decine di migliaia di locutori ma essere in pericolo peché i bambini non le stanno più imparando, o i locutori stanno passando alla lingua nazionale Indonesiana (o una varietà locale di Malay) al posto delle lingue locali.
In contrasto, una lingua con solo 100 locutori si potrebbe considerare molto vitale se è la lingua primaria di una comunità, ed è la prima (o l'unica) lingua di tutti i bambini in quella comunità.
[modifica] Cause
Le cause dell'omogenizzazione linguistica includono i traffici globali, Internet, la stampa, ed i media televisivi.
[modifica] Il dibattito sulle lingue in via di estinzione
Alcuni linguisti sostengono che almeno 3000 delle 6000-7000 lingue del mondo si perderanno prima del 2100. Esistono due posizioni di base sulle implicazioni di ciò.
Una posizione sostiene che ciò è problematico e che l'estinzione linguistica dovrebbe essere prevenuta, anche a costi significativi. Vengono citate diverse ragioni, tra cui:
- un numero enorme di lingue rappresenta un territorio vasto e ampiamente inesplorato su cui linguisti, cognitivisti e filosofi possono tracciare le piene capacità ed i limiti della mente;
- le lingue incarnano conoscenze locali di culture e sistemi naturali delle regioni dove vengono parlate
- le lingue servono come prova per capire la storia umana. [1]
La posizione dell'altrà estremità dello spettro è che ciò non è problematico ed infatti dovrebbe essere incoraggiato. Meno lingue implicano comunicazioni migliori e più chiare fra la maggioranza dei locutori. Il costo economico di una miriade di lingue separate, e dei loro traduttori, è enorme. Una società potrebbe risparmiare molto denaro progettando e pubblicizzando un prodotto in una sola lingua, e con un solo set di istruzioni. La posizione più estremistica è che tutte le lingue dovrebbero lasciare il passo ad una singola lingua globale, creando così la massima efficienza economica evitando addirittura tutti i costi associati con le differenze linguistiche.