Web - Amazon

We provide Linux to the World


We support WINRAR [What is this] - [Download .exe file(s) for Windows]

CLASSICISTRANIERI HOME PAGE - YOUTUBE CHANNEL
SITEMAP
Audiobooks by Valerio Di Stefano: Single Download - Complete Download [TAR] [WIM] [ZIP] [RAR] - Alphabetical Download  [TAR] [WIM] [ZIP] [RAR] - Download Instructions

Make a donation: IBAN: IT36M0708677020000000008016 - BIC/SWIFT:  ICRAITRRU60 - VALERIO DI STEFANO or
Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions
Julio César Abbadie - Wikipedia

Julio César Abbadie

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Attenzione – L'utente AttoRenato (de gustibus) ha chiesto di verificare che questa voce non costituisca una violazione di copyright perché probabile copia di materiale già pubblicato altrove e dunque non originale. Se puoi, contribuisci adesso a verificarne la compatibilità con la licenza GFDL (vedi Aiuto:Copyright per maggiori dettagli). La voce è stata inserita nella categoria "Da controllare per copyright". Per eventuali note usa la pagina di discussione.

Questa voce è da wikificare

Questa voce riguardante un argomento di calcio necessita di essere "wikificata", ovvero formattata secondo gli standard di Wikipedia (vedi l'elenco delle voci da wikificare). Modifica questa voce (anche se non sei esperto di calcio) seguendo le linee guida di Wikipedia e poi rimuovi questo avviso. (voce segnalata nel mese di ottobre 2006) Vedi anche: Portale calcio

Julio César Abbadie Canelones-Montevideo (Uruguay) 7-9-1930

II nome è quello di un imperatore romano, 'spagnolizzato' in Julio Cesar. È nato il 7 settembre, lo stesso giorno del Genoa, dell'anno 1930, a Canelones, presso Montevideo. Era una domenica. Da questi primi dati si evince che il suo destino era predeterminato: un condottiero, legato per sempre al Genoa e necessariamente eroe della domenica. La madre era spagnola, il papà francese, lui , di conseguenza , creolo, bianco di pelle e destinato a non poter essere tesserato come oriundo. La sua prima squadra fu il nero-giallo Peñarol, la più italiana delle squadre uruguayane, in quanto fondata da emigrati di Pinerolo, da cui prese il nome. Ala dell'Uruguay ai mondiali '54 dove segna pure due gol, il Genoa l'acquista (vincendo l’agguerrita conconrrenza di Milan e Juventus) due anni dopo dal Peñarol (dove sostituiva Schiaffino) tra l'entusiasmo dei tifosi. L’acquisto avvenne grazie anche all’intervento finanziario di Arnaldo Piaggio. 36 milioni di lire al club e 10 al giocatore, stando alle cronache dell’epoca. Abbadie era nel pieno della maturità umana e sportiva. Dopo essere giunto a Genova esordì con la maglia rossoblu non nella partita, che tutti definiscono storica, con la Roma, bensì una settimana prima. La prima volta in assoluto che vestì la casacca rossoblu fu in un'amichevole dell'anno 1956/57 contro l'Udinese, che vinse per 3-2. Era appena sposato, aveva 26 anni ed era arrivato a Genova da appena 3 giorni. Nonostante la sconfitta con l'Udinese , dopo 10 minuti Abbadie aveva fornito due assist eccezionali e propiziato un rigore. Si era presentato! Giocatore di grande talento, estroso, funambolico, le sue ubriacanti fughe in dribbling sulla fascia finiscono con cross da fondo campo, che sono pennellate di classe. Un paio di stagioni ad altissimo livello non fanno fare però ai rossoblù il salto di qualità, per la mediocrità complessiva della squadra. Nei suoi due primi campionati (1956/57 e 1957/58) salvò letteralmente il Genoa dalla retrocessione. Nel primo campionato l'ultima gara che disputò fu contro il Napoli. Non avrebbe dovuto giocare per uno stiramento, ma era tanto importante che venne fatto scendere in campo egualmente. Infatti fu determinante nell'ultimo passaggio a Corso, autore del goal-vittoria, con il quale il Genoa si salvò. Intanto il mercato si muoveva. Capace di risolvere alcune partite letteralmente da solo, ad onta dei solo 4 gol messi a segno, Roma e Juventus iniziarono a fargli la corte ma la dirigenza rossoblu nicchiava. Fra i tifosi si era fatto strada un motto che recitava: "vendete la lanterna, ma non Abbadie". Nel campionato successivo, 1957/58, arrivarono in rinforzo Barison e Frignoni. Con l'allenatore Frossi, Abbadie giocava come punta. Avrebbe segnato, quell'anno,13 goals. Poi esplose Barison, ma un ipotetico attacco Barison-Abbadie non fu possibile a vedersi. Abbadie, infatti, fu colto da pleurite, dovette soggiornare in montagna a Champoluc. Tornò a febbraio, guarito, ma assai lontano dal passo del campionato. Quando fu pronto, si infortunò Barison: scherzi del destino! L'unico piccolo neo che gli venne attribuito fu forse una certa incostanza nel rendimento. Ma quando decideva di fare la partita, di essere determinante, non ce n'era davvero per nessuna. Devastante per la capacità di fornire assist, ancor più che come realizzatore. Una delle sue migliori partite (ed è questa forse una delle ragioni per le quali è così caro ai genoani) fu il derby del 1° novembre del 1957 (unica vera soddisfazione del torneo 1957-58). 3-1, fu il risultato finale: Samp in vantaggio con Firmani, poi uno stratosferico Julio Cesar prese per mano il Grifone e mandò in rete Firotto, Corso e Leoni. Al punto che, il giorno dopo, molti giornali, nei loro titoli cubitali, riferivano che Abbadie, il "Pardo" come era stato battezzato, aveva da solo sconfitto la Sampdoria. Bruno Righi, uno dei più famosi giornalisti sportivi di quei tempi, scrisse a proposito della presunta discontinuità dell’uruguaiano: “I suoi risvegli sono veri e propri soprassalti” Da qui iniziò il declino del suo destino calcistico, che poi, però, visse un'impennata in tarda età. Non raggiunse mai l'intesa con Calvanese, per l'acquisto del quale era stato ceduto (secondo le disposizioni dell'epoca) l'argentino Leopardi e che, almeno nel Genoa, rese assai poco. Fu un triste addio ai tifosi che l'avevano tanto amato e apprezzato, quello di Abbadie, che riuscì ad esprimere, nel corso di questo torneo, solo qualche sprazzo della sua classe. Totalizzò 95 presenze e 24 reti in maglia rossoblu. L'’ltima fu il 29 maggio del 1960 Genoa-Palermo 1-1. Chiuderà la parentesi italiana al Lecco. In riva al lago giocò quasi due anni, per un anno salvando i blu-celesti (celesti come il cielo, blu come il lago), nel secondo anno retrocedendo con una squadra che aveva all'interno altri campioni come Lindskog. Tuttora i lecchesi sono soliti affermare che in allora la sola presenza di Abbadie valse il costo del biglietto. A 32 anni suonati giunse nuovamente in Uruguay dove concluse la sua grande carriera con la maglia del Peñarol, quella con cui era cresciuto. I suoi assist fecero la fortuna di attaccanti quali Spencer e Joya. Si tolse la soddisfazione di vincere con essa la Taca dos Libertadores (l'equivalente della Coppa dei campioni sudamericana) e la Coppa Intercontinentale (contro la vittoriosa della Coppa dei Campioni, il Real Madrid). Lo vide tutto il mondo. L'anno successivo scese a Marassi per un'amichevole con il Genoa. Giocò pochi minuti dopo tre giorni di festeggiamenti fra i tifosi. Venne anche convocato per i Mondiali del ‘66 in Inghilterra, ma dovette dare forfait per un stiramento muscolare. Giocò fino a quarant'anni totalizzando ben 8 titoli nazionali. Il Periodo italiano è stato l’esatto spartiacque. Abbadie fa parte a pieno titolo della storia e dell'immaginario rossoblu, dall'alto di una classe cristallina che gli consentiva di ricoprire indistintamente i ruoli di attacco e di centrocampo. Oltre essere stato un grandissimo del Peñarol, lo fu anche con la sua nazionale, giungendo alle semifinali nel Mondiale '54. Con la nazionale uruguagia Abbadie giocò 55 volte e mise a segno 24 gol. Non fece in tempo per essere protagonista della clamorosa vittoria del '50, quando i suoi connazionali fecero piangere i duecentomila del Maracanà e un paese intero, portando via il titolo ai verdeoro in casa propria. C'era però quattro anni dopo, e fu protagonista di una delle più belle partite della storia del pallone, in semifinale contro l'Ungheria. Quattro a due per i danubiani dopo i tempi supplementari, dopo infinite emozioni, giocate di grandissimo livello, sorprese. Una gara che si è tramandata come termine di paragone, come iperbole. Qualcosa di molto simile a Italia-Germania 4-3 del Messico '70.


Esordio in A 16-9-1956 Genoa-Roma 1-1

Genoa A 1956-57 (29p 4g) A 1957-58 (33p 13g) A 1958-59 (13p 4g) A 1959-60 (20p 3g) Lecco A 1960-61 (30p 5g) A 1961-62 (15p 2g)

1,79m 76kg

Sport
Progetto: Sport | Portale: Sport | Categoria: Sport | Sport di squadra | Sport individuali | Calcio
Altre lingue
Our "Network":

Project Gutenberg
https://gutenberg.classicistranieri.com

Encyclopaedia Britannica 1911
https://encyclopaediabritannica.classicistranieri.com

Librivox Audiobooks
https://librivox.classicistranieri.com

Linux Distributions
https://old.classicistranieri.com

Magnatune (MP3 Music)
https://magnatune.classicistranieri.com

Static Wikipedia (June 2008)
https://wikipedia.classicistranieri.com

Static Wikipedia (March 2008)
https://wikipedia2007.classicistranieri.com/mar2008/

Static Wikipedia (2007)
https://wikipedia2007.classicistranieri.com

Static Wikipedia (2006)
https://wikipedia2006.classicistranieri.com

Liber Liber
https://liberliber.classicistranieri.com

ZIM Files for Kiwix
https://zim.classicistranieri.com


Other Websites:

Bach - Goldberg Variations
https://www.goldbergvariations.org

Lazarillo de Tormes
https://www.lazarillodetormes.org

Madame Bovary
https://www.madamebovary.org

Il Fu Mattia Pascal
https://www.mattiapascal.it

The Voice in the Desert
https://www.thevoiceinthedesert.org

Confessione d'un amore fascista
https://www.amorefascista.it

Malinverno
https://www.malinverno.org

Debito formativo
https://www.debitoformativo.it

Adina Spire
https://www.adinaspire.com