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Isola delle Rose - Wikipedia

Isola delle Rose

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Progetto stati Isola delle Rose / Insulo de la Rozoj
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Isola delle Rose - Bandiera
Isola delle Rose - Stemma
(dettaglio) (dettaglio)
Motto: sconosciuto

Informazioni
Nome completo: Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose
Nome ufficiale: Esperanta Respubliko de la Insulo de la Rozoj
Lingua ufficiale: Esperanto
Capitale: Isola delle Rose  (1 ab. / 1968)
Politica
Governo: Repubblica presidenziale
Capo di stato: Giorgio Rosa
Capo di governo: Giorgio Rosa
Indipendenza: 22 giugno 1968
Ingresso all'ONU: non avvenuto
Area
Totale: 0,0004 (400 m²) (non è considerata la superficie delle acque territoriali) km²
Pos. nel mondo: sconosciuto°
% delle acque: sconosciuta %
Popolazione
Totale: sconosciuta ab.  (1968)
Pos. nel mondo: sconosciuto°
Densità: 2,5 ab./km²
Geografia
Continente: Europa
Fuso orario: UTC +1
Economia
Valuta: Mill (al plurale Mills) tradotto in Esperanto: Milo (al plurale Miloj).
Energia: sconosciuta  kW/ab.
Varie
TLD: non esistente
Prefisso tel.: sconosciuto
Sigla autom.: non esistente
Inno nazionale: sconosciuto
Festa nazionale: 22 giugno Festa dell’Indipendenza

L'Isola delle rose, nota anche come Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose (in lingua esperanto Esperanta Respubliko de la Insulo de la Rozoj) fu una micronazione di breve durata, ubicata su una piattaforma artificiale, nel Mare Adriatico, a 6,27 miglia nautiche (equivalenti a 11,612 chilometri) al largo della costa italiana di Bellaria-Igea Marina, in provincia di Rimini, all’altezza di via Michele Rosa (coordinate: 44° 10' 48" Nord; 12° 36' 00" Est), quindi 500 metri fuori dalle acque territoriali italiane. Confinava a nord-ovest, nord-est e sud-est con acque internazionali, a sud-ovest con le acque territoriali italiane.

Da un controllo con GPS, però, tali coordinate risultano essere a sole 5,66 miglia nautiche (circa 10,475 kilometri) dal bagnasciuga, in posizione perpendicolare.

Si ricorda che nel 1968 l’Italia aveva il limite delle acque territoriali a 6 miglia nautiche (11,112 kilometri), fissato con il Codice della Navigazione approvato con il Regio Decreto n° 327 del 30 marzo 1942. Con la Legge n° 359 del 14 agosto 1974 il limite fu portato a 12 miglia nautiche (22,224 kilometri).

Indice

[modifica] Denominazione

L’entità statale che si costituì sulla piattaforma artificiale prese il nome, in esperanto, di Libera Teritorio de la Insulo de la Rozoj (in italiano Libero Territorio dell’Isola delle Rose), trasformatosi poi in, Esperanta Respubliko de la Insulo de la Rozoj (Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose).

Da notare che il termine di Rosoj ("rose" in esperanto), si pensa, fu mutuato dal cognome di Giorgio Rosa, che fu il progettista e costruttore della piattaforma artificiale, nonché l’ideatore ed ispiratore dell’entità statale sovrana ed indipendente, anche se lo stesso Rosa disse che l’ispirazione per il nome fu tratto dall’idea di un giardino di fiori in mezzo al mare.

[modifica] Simboli della Repubblica

[modifica] Stemma

L’Isola delle Rose si dotò di uno stemma, rappresentante tre rose rosse, con gambo verde fogliato, raccolte sul campo bianco di uno scudo sannitico.

Da notare che lo stemma fu riprodotto sul bordo superiore dei foglietti filatelici e riprende gli stessi colori (verde, bianco e rosso) della bandiera italiana.

[modifica] Bandiera

L’Isola delle Rose si dotò di una bandiera di colore arancione caricata al centro dello Stemma della Repubblica.

[modifica] Inno

Non si conosce se l’Isola delle Rose abbia mai utilizzato un inno.

[modifica] Motto

Non si conosce se l’Isola delle Rose abbia mai utilizzato un motto.

[modifica] Lingua ufficiale

L’Isola delle Rose adottò come propria lingua ufficiale l'esperanto, per sancire nettamente la propria sovranità ed indipendenza dalla Repubblica Italiana, nonché per ribadire il carattere internazionale della nuova Repubblica.

Il Rosa non era un esperantista, e fu consigliato per la scelta della lingua esperanto come lingua ufficiale, da un esperantista bolognese: padre Albino Ciccanti, attivissimo a Rimini. Ricordiamo che dal 18 al 23 settembre 1965 si svolse a Rimini il 36° Congresso Nazionale della FEI, la Federazione Esperantista Italiana. Questo evento dovette essere la molla comunicativa per la scelta (orientata da un attento marketing) della lingua ausiliaria internazionale esperanto.

L’altro unico esempio di adozione dell’esperanto come lingua ufficiale di una micronazione si ebbe con il progetto di adozione per il territorio libero di Moresnet, che si sarebbe dovuto trasformare nello Stato Esperantista Indipendente di Amikejo.

[modifica] Moneta e francobolli

[modifica] Valuta

L’Isola delle Rose si dotò di una divisa monetaria: il Mill (al plurale Mills), che fu tradotto in esperanto come Milo (al plurale Miloj). Dovrebbe esserci anche un valore Ros, equivalente a 1.000 Mills/Miloj.

Il valore del Mill, all’epoca, doveva essere corrispondente a quello della Lira italiana, quindi un cambio 1:1 alla pari, presumendolo dal fatto che il minor valore di francobolli per posta ordinaria era di 30 Mills ed in Italia di 30 Lire italiane. Tale tesi è avvalorata, anche, dal fatto che i foglietti con 10 valori da 30 Mills, equivalenti, quindi, a 300 Mills erano venduti a 300 Lire italiane ed i singoli francobolli da 30 Mills affrancati su busta annullati con timbro e data a 150 Lire italiane.

[modifica] Monete e cartamonete

L’Isola delle Rose non emise mai, in conio e/o in stampa, monete e/o cartamonete, anche se c’era l’intenzione di battere monete commemorative.

[modifica] Francobolli

L’Isola delle Rose emise un certo numero di francobolli (due serie in quattro emissioni):

  • 1° EMISSIONE / 1° SERIE (presumibilmente dal 22 giugno 1968 al 15 agosto 1968): 1 valore da 30 Mills, con l’emittente in lingua esperanto Posto de la L.T. de la Insulo de la Rozoj (Posta del L.T. dell’Isola delle Rose), rappresentante la piattaforma e la posizione geografica dell’isola;
  • 2° EMISSIONE / 1° SERIE (presumibilmente dal 22 giugno 1968 al 15 agosto 1968): 1 valore da 30 Mills, con l’emittente in lingua esperanto Posto de la L.T. de la Insulo de la Rozoj (Posta del L.T. dell’Isola delle Rose), rappresentante la piattaforma e la posizione geografica dell’isola, con una sbavatura sulle lettere "L.T.";
  • 3° EMISSIONE / 1° SERIE (presumibilmente dal 16 agosto 1968 al 16 luglio 1969): 1 valore da 30 Mills, con l’emittente in lingua esperanto Posto de la L.T. de la Insulo de la Rozoj (Posta del L.T. dell’Isola delle Rose) – in esilio – rappresentante la piattaforma e la posizione geografica dell’isola, con una sbavatura sulle lettere "L.T." e con un sovraimpresso timbro a mano quadrato di gomma, con inchiostro nero, con la dicitura in esperanto Milita Itala Okupado (Occupazione Militare Italiana);
  • 4° EMISSIONE / 2° SERIE (presumibilmente dal 17 luglio 1969): 3 valori da 30, 60 e 120 Miloj (in esperanto), con l’emittente in lingua esperanto Poŝto Esperanta Respubliko Insulo Rozoj (Posta Repubblica Esperantista Isola Rose) – in esilio – rappresentante l’esplosione dell’isola, con una fascetta nera di lutto e la dicitura in latino Hostium rabies diruit opus non ideam (La rabbia del nemico distrusse l’opera non l’idea), la stampa risulta essere un po’ sfocata.
Francobolli delle quattro emissioni dell’Isola delle Rose.
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Francobolli delle quattro emissioni dell’Isola delle Rose.
Foglietto di francobolli della 1° emissione dell’Isola delle Rose.
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Foglietto di francobolli della 1° emissione dell’Isola delle Rose.

I francobolli erano stampati su carta filigranata in foglietti da 10 valori (2 righe da 5 valori). I singoli foglietti con 10 valori da 30 Mills, equivalenti, quindi, a 300 Mills erano venduti a 300 Lire italiane ed i singoli francobolli da 30 Mills affrancati su busta annullati con timbro e data a 150 Lire italiane.

L'annullo postale aveva l'iscrizione Verda Havlag. La parola Verda in esperanto ha il significato di "verde", mentre la parola Havlag non è parola della lingua esperanto, ma sembra danese. C’è però l’ipotesi che possa essere una parola composta derivante da un maccheronico esperanto:

  • Haveno (porto) – ma il tema dovrebbe essere "Haven-" e non già "Hav-";
  • Lag (lago) – ma la parola "Lag" manca del suffisso "-o" proprio dei sostantivi, cioè dovrebbe essere Lago.

Le tre parole (contratte in due) hanno dei significati logici:

  • Verda = "verde", è il colore tradizionale che il movimento esperantista ha assunto poiché esso è simbolo di speranza;
  • Haveno = "porto", indica l’approdo che la piattaforma realmente fungeva a oltre 10 chilometri dalla costa;
  • Lago = "lago", poiché l’approdo era nello specchio d’acqua sottostante la piattaforma delimitato dai nove piloni, a mo’ di lago.

[modifica] Storia

[modifica] Dall'idea all'Indipendenza (1964 / 22 giugno 1968)

Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Regno Unito impiantò molte piattaforme artificiali marine fuori dalle acque territoriali, situate nel Mare del Nord in corrispondenza degli estuari del Tamigi e del Mersey, per proteggere, con batterie contraeree, i suoi centri industriali. Dopo la guerra queste strutture furono abbandonate e, all’inizio degli anni sessanta, molte stazioni radiofoniche pirate ne presero possesso, irradiando le loro trasmissioni dall’"estero" verso il Regno Unito. Forse tutti questi eventi ispirarono la costituzione dell’entità indipendente dell’Isola delle Rose.

La storia inizia nel 1964 quando l’ingegnere italiano Giorgio Rosa (nato a Bologna giovedì 7 maggio 1925, iscritto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bologna al n° 1032) ebbe il permesso di verificare empiricamente un suo brevetto per la costruzione di piattaforme artificiali marine modulari. La prima piattaforma, tuttavia, fu spazzata via da una tempesta sabato 13 febbraio 1965. Nel 1967 Rosa posizionò nello stesso punto una nuova piattaforma, costruita in un cantiere di Pesaro e trasportata in galleggiamento, via mare, fino al luogo di ancoraggio. La piattaforma era sostenuta da nove possenti piloni d’acciaio, riuniti in tre gruppi, piantati sul fondale marino che in quella zona non superava i 2 metri, e riempiti di cemento armato. La piattaforma aveva un solo piano ed una superficie utile di 400 m². Lo sviluppo della piattaforma doveva testare la possibilità di una crescita modulare. Problemi finanziari ed ingegneristici bloccarono tuttavia il progetto e la relativa ricerca. Successivamente si pensò di impiantare sulla piattaforma una serie di attività commerciali: un ufficio postale, un negozio di souvenir, un piccolo albergo, un ristorante, un bar ed un nightclub, furono però realmente resi attivi solo il ristorante e l’ufficio postale. L'intenzione di aprire un casinò off-shore fu la causa primaria delle attenzioni delle autorità italiane. Si è favoleggiato anche di una radio-pirata che sarebbe stata la prima in Italia, ma ciò che sembrava un’antenna era in realtà la trivella di perforazione per l’acqua dolce che fu trovata in una falda a 280 metri sotto il fondale.

L’isola artificiale dichiarò l’indipendenza sabato 22 giugno 1968, con Giorgio Rosa come presidente, coadiuvato da un Ministro dell'Interno, uno degli Esteri, uno dell’Industria e Commercio e uno delle Comunicazioni. La notizia fu resa pubblica con una conferenza stampa solo due giorni dopo, lunedì 24 giugno 1968.

[modifica] Dall'indipendenza all'occupazione militare italiana (22 giugno 1968 / 16 agosto 1968)

L'estate riminese del 1968 vide grande traffico marino dalla costa italiana verso l'Isola delle Rose e viceversa, destando crescente preoccupazione da parte delle forze dell'ordine italiane che vi assistevano impotenti. Le azioni di Rosa furono viste dal governo italiano come uno stratagemma per raccogliere i proventi turistici senza il pagamento delle relative tasse, supponendo che l’Isola delle Rose fosse in acque territoriali italiane. Presto la Repubblica Italiana dispose un pattugliamento di motovedette della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto vicino la piattaforma, impedendo a chiunque, costruttori compresi, di attraccarvi, di fatto ottenendo un blocco navale. In quel momento l’Isola delle Rose aveva soltanto un abitante stabile: Pietro Bernardini che, dopo aver naufragato nel Mare Adriatico durante una tempesta, raggiunse la sicurezza della piattaforma dopo 8 ore in mare; successivamente egli prese in affitto la piattaforma per un anno.

[modifica] Dall'occupazione militare italiana alla distruzione (16 agosto 1968 / 23 luglio 1969)

Se era o meno il motivo reale dietro la Micronazione del Rosa, il governo italiano rispose rapidamente e con durezza: 55 giorni dopo la dichiarazione d’indipendenza, venerdì 16 agosto 1968, un gruppo di quattro carabinieri ed alcuni ispettori delle imposte atterrarono sull’isola e ne presero possesso, senza alcun atto di violenza, con un’azione ai limiti del diritto internazionale. Il governo della Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose inviò telegrammi di protesta anche al governo italiano, per protestare “la violazione della relativa sovranità e la ferita inflitta sul turismo locale dall’occupazione militare”, ma fu ignorato. Mercoledì 23 luglio 1969, con parere contrario dei legittimi proprietari, che fecero opposizione al T.A.R.Tribunale Amministrativo Regionale - dell’Emilia Romagna prima ed al Consiglio di Stato poi, sommozzatori della Marina Militare Italiana (del G.O.S. – Gruppo Operativo Subacquei appartenente al COM.SUB.INComando Subacqueo Incursori) distrussero con l’esplosivo la piattaforma artificiale, eseguendo la sentenza del Consiglio di Stato di giovedì 17 luglio 1969; la proprietà si rifece al Tribunale Internazionale dell’Aja, ma, poi, cedette e dell'Isola delle Rose e di ciò che si favoleggiava attorno, nessuno ne parlò più. L’affondamento, ed il successivo smantellamento, decretando la fine, anche fisica, della Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose, anche se per qualche tempo il Governo operò in esilio.

Le pretese di sovranità, indipendenza e di diritti internazionali acquisiti dai proprietari della piattaforma, erano quasi tutti infondati, in quanto i cittadini italiani anche fuori dall'Italia devono sottostare alle leggi statali (questo in estrema sintesi si evince dal saggio sulla “Rivista di Diritto Internazionale” del 1968). L'isolotto, inoltre, fu accusato di “intralcio alla navigazione”.

[modifica] Fonti

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