Invasione della Savoia del 3 febbraio 1834
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Il 3 febbraio 1834 si registrò un tentativo di invasione della Savoia da parte di alcune centinaia di fuoriusciti italiani, rinforzati da elementi polacchi e francesi. Loro intenzione era di abbattere la restaurazione post napoleonica.
La spedizione, finanziata da Giuseppe Mazzini (centomila lire) con fondi raccolti tra patrioti italiani e dalla principessa Cristina Trivulzio Belgioioso (ventimila lire), nota anche come la nobile rivoluzionaria, era guidata dal Generale Girolamo Ramorino, che era scappato dal Piemonte dopo il fallimento dei moti del 1821 a cui aveva partecipato.
L'azione prevedeva l'invasione della Savoia da quattro direttrici: Saint-Julien, Seyssel, Laissaud e Les Échelles. Il Ramorino ben presto si rese conto dell'impossibilità di riuscita dell'impresa e diede ordine alle sue truppe di ritirarsi, ma non poté contattare la colonna che, proveniente da Grenoble, puntava su Les Échelles.
Questi ultimi, comandati dal Tenente Benedetto Alemanni (un altro ufficiale coinvolto nei moti del 1821), giunti nella cittadina di Les Échelles conquistarono, dopo una sparatoria, la locale stazione dei Carabinieri comandata dal Brigadiere Ricciardi che cadde prigioniero insieme a due suoi sottoposti. Uno di questi (Feliciano Bobbio) nella notte riuscì a scappare ed a raggiungere il presidio di Pont Beauvoisin sede della guarnigione comandata dal Tenente Colonnello Adriano d'Onnier.
Questi, radunati tutti gli unomini disponibili (5 Carabinieri e 40 Cavalleggeri) si portò immediatamente a Les Échelles ricacciando in Francia gli invasori che lasciarono sul campo 3 morti e 2 prigionieri: l'avvocato lombardo Angelo Volentieri ed il francese Giuseppe Borel che il 15 febbraio furono condannati a morte ognominiosa ed il 27 fucilati.
Da ricordare che durante i fatti del 3 febbraio il carabinere Giovanni Battista Scapaccino, caduto nelle mani dei ribelli, a soli 32 anni preferì morire piuttosto che abiurare il giuramento di fedeltà al Re come gli veniva intimato. Per questa ragione gli fu concessa la Medaglia d'Oro al Valor Militare, la prima nell'Albo dell'Esercito Italiano.
Analogo riconoscimento fu conferito al Tenente Colonnello Adriano d'Onnier.
Ai carabinieri Feliciano Bobbio (che aveva messo in allarme il presidio di Pont Beauvoisin) e Carlo Gardino (che, trovandosi la strada sbarrata da un accampamento di rivoltosi, aveva spronato il suo cavallo attraversandolo sotto il fuoco del nemico, portando a compimento la sua missione) ottennero la Medaglia d'Argento al Valor Militare e la promozione a Brigadiere soprannumerario.
[modifica] Fonti
- "Virtù militari dei Carabinieri", articolo commemorativo dell'evento