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Il grande dittatore - Wikipedia

Il grande dittatore

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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Titolo originale: The Great Dictator
Lingua originale: {{{linguaoriginale}}}
Paese: USA
Anno: 1940
Durata: 126'
Colore: B/N
Audio: sonoro
Ratio: {{{ratio}}}
Genere: commedia
Regia: Charlie Chaplin
Soggetto: Charlie Chaplin
Sceneggiatura: Charlie Chaplin
Produzione: {{{nomeproduttore}}}
Art director: {{{nomeartdirector}}}
Animatori: {{{nomeanimatore}}}
  • Charlie Chaplin: barbiere ebreo/Adenoid Hynkel
  • Jack Oakie: Benzino Napaloni
  • Reginald Gardiner: Schultz
  • Henry Daniell: Garbitsch
  • Billy Gilbert: Herring
  • Grace Hayle: signora Napaloni
  • Carter De Haven: ambasciatore
  • Paulette Goddard: Hannah
  • Maurice Moskovich: signor Jaeckel
  • Emma Dunn: signora Jaeckel
  • Bernard Gorcey: signor Mann
  • Paul Weigel: signor Agar
  • Richard Alexander: camicia bruna
  • Chester Conklin: un cliente
  • Robert O. Davis: ufficiale tedesco
  • Eddie Dunn: inventore
  • Eddie Gribbon: camicia bruna
  • Lynn Hayes
  • Hank Mann: camicia bruna
  • Esther Michelson
  • Nita Pike
  • Lucien Prival: ufficiale
  • Leo White: barbiere
  • Florence Wright: segretaria bionda
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Episodi:
Fotografia: Karl Struss, Roland Totheroh
Montaggio: Willard Nico
Effetti speciali:
Musiche: Charlie Chaplin, con adattamento di Meredith Willson
Scenografia: J. Russell Spencer
Costumi: {{{nomecostumista}}}
Trucco: {{{nometruccatore}}}
Sfondi: {{{nomesfondo}}}
Si invita a seguire lo schema del Progetto Film


Il grande dittatore è un film diretto, prodotto e interpretato da Charlie Chaplin.

La sua prima edizione risale al 15 ottobre del 1940, nel pieno della seconda guerra mondiale. Rappresenta una forte satira del fascismo e prende di mira direttamente Adolf Hitler e il movimento nazista tedesco.

Il grande dittatore, per alcune sue peculiarità, deve essere considerato un evento straordinario.

Indice

[modifica] La genesi del film

Intanto è il primo film sonoro di Chaplin poiché ormai da un decennio la tecnica del muto era stata soppiantata dal parlato. Tuttavia il personaggio del vagabondo Charlot non necessitava di audio, essendo la pantomima il suo linguaggio universalmente compreso e riconosciuto. Ne consegue che Il grande dittatore segna la morte del vagabondo, l’ultima sua apparizione. La sua anima poetica, angelica, ingenua, benché tenace, non ha più posto in un mondo oppresso dalle macchine, dal materialismo e, nel frangente, dall’odio demoniaco.

Il secondo straordinario aspetto è rappresentato dalla sfida coraggiosa lanciata dal film, e da uno dei pochi uomini liberi dell’epoca, al più straordinario, folle e terrificante protagonista degli avvenimenti ad esso contemporanei: Hitler, il coetaneo di Chaplin (quattro giorni dividono anagraficamente la nascita dei due) che stava trascinando il mondo verso il periodo più nero e doloroso della storia del secolo.

La grande somiglianza fisica tra i due uomini, Chaplin e Hitler, consentì al primo di imbastire una satira grottesca del secondo (qualcuno sostenne che Hitler copiò i baffetti di Charlot per richiamarne la simpatia), o almeno questo fu l’input iniziale, unitamente al desiderio di esprimere il proprio disappunto per la piega che stavano prendendo gli avvenimenti, presagendo un futuro doloroso per l’umanità, senza mai immaginare fino in fondo la portata dell'agghiacciante follia hitleriana che presto avrebbe sconvolto il mondo. Dopo la fine della seconda guerra mondiale Chaplin ebbe a dire che se all’epoca della lavorazione del film avesse conosciuto la realtà del nazismo e le atrocità dell’olocausto, probabilmente non se la sarebbe sentita di realizzare un film che si prendesse gioco di quei criminali.

La parodia dunque ispirò fin dall’inizio il film, che è straordinariamente comico, per noi spettatori contemporanei ai quali è stata risparmiata la tragica esperienza della guerra e la sua distruzione. L'imitazione risulta perfetta, nei toni e negli atteggiamenti, nel discorso alla folla tenuto dal führer Adenoid Hynkel, discorso completamente improvvisato e girato in un'unica scena. Come rimane fissata indelebilmente nella storia del cinema la scena deliziosa e intensa nella quale il dittatore danza con il mappamondo sulla musica del preludio del Lohengrin di Richard Wagner.

La verità era anche che Chaplin si immedesimava completamente nei suoi personaggi, egli "era" coloro che interpretava e dunque ne subiva psicologicamente la caratterizzazione, nel caso specifico malvagia. A detta dei suoi collaboratori, quando Chaplin indossava il costume di Hynkel, anche il suo modo di rapportarsi con loro cambiava ed assumeva sfumature aggressive e prepotenti.

La parodia, però, era destinata ad avere anche un'impronta politica. Anzi, fu proprio l’introduzione della tecnica del sonoro a consentire a Chaplin di trasmettere al mondo il suo pensiero e l’inequivocabile presa di posizione contro la follia nazista, affidando al discorso finale([1]) del barbiere ebreo l’utopia anarchica della liberazione dell’uomo da ogni forma di sudditanza e sfruttamento e dunque la speranza in un mondo migliore, che sarà però smentita dal precipitare degli eventi successivi.

Questa presa di posizione parve ad un certo punto pregiudicare l’esito della lavorazione del film allorché alcune frange della società americana di tendenza filo-nazista, in un periodo in cui anche la politica americana era improntata al non interventismo e alla preservazione della non belligeranza con la Germania, gli fecero pervenire poco velati messaggi di disapprovazione e suggerimenti a soprassedere.

La stessa scelta del luogo di presentazione della pellicola al pubblico fu oggetto di ponderata scelta. Si puntó su New York, meno influenzata dal clima fascistizzante con cui anche l’America doveva fare i conti.

La realizzazione del film fu accompagnata dallo sfiorire del rapporto sentimentale tra Chaplin e Paulette Goddard, splendida protagonista nonché sua terza moglie, in procinto di chiedere il divorzio.

Durante la lavorazione, nel dicembre del 1939, Chaplin fu anche raggiunto dalla comunicazione della morte improvvisa dell’amato Douglas Fairbanks, che soltanto un mese prima gli aveva fatto visita sul set. Egli ne fu sconvolto e la perdita del "solo vero amico che abbia mai avuto", come ebbe a dire stesso, rimarrà una ferità mai rimarginata.

Nel film c'è una scena che raffigura Hitler e la moglie di Mussolini che in Italia non può essere madata in onda.

[modifica] Trama

Sul finire della prima guerra mondiale un barbiere ebreo che combatte nell’esercito della Tomania si rende protagonista di un’azione eroica a bordo di un aereo e salva la vita dell'ufficiale Schultz. L'epilogo dell'azione, con il precipitare dell’aereo sul quale i due si trovano, comporterà per il barbiere la perdita della memoria.

Per vent’anni vivrà tra le mura ovattate dell’ospedale militare, ignaro di sé e degli avvenimenti tragici che intanto hanno sconvolto il mondo e la sua Tomania. Qui è salito al potere il perverso dittatore Adenoyd Hynkel che perseguita gli Ebreo, coadiuvato dalla sua polizia, le Camicie Grigie, da Garbitsch, ministro dell'Interno e della Propaganda e da Herring, ridicolo ministro della Guerra.

Allontanatosi dall’ospedale, il barbiere fa ritorno alla sua bottega nel ghetto ebreo e si sorprende dell’atteggiamento dei militari che imbrattano i vetri del suo negozio con la scritta dispregiativa "jew". Reagisce al sopruso, in contrasto con la remissione degli altri abitanti del quartiere, suscitando le simpatie di Hanna, giovane e bella figlia del ghetto, anch'ella insofferente alle angherie e alle miserabili condizioni di vita alle quali Hynkel e i suoi scagnozzi la costringono da tempo. La rappresaglia dei militari agli sberleffi del barbiere e di Hanna prevederebbe l’impiccagione dell'omino ad un lampione, se non intervenisse a scongiurarla il comandante Schultz, che riconosce nel barbiere il soldato che tanti anni prima gli aveva salvato la vita.

La protezione di Schultz e la richiesta inoltrata da Hynkel ad un banchiere ebreo per finanziare la sua campagna di aggressione al mondo, e in particolare la conquista di un paese vicino, l'Ostria, sono causa della temporanea pace nel ghetto e favoriscono lo svilupparsi della simpatia tra il barbiere e Hanna in un sentimento più profondo. Ma la gioia della serenità riconquistata ha vita breve, la negazione del finanziamento farà riprendere le persecuzioni più violentemente che prima.

Il rifiuto di Schultz alla realizzazione dell'invasione dell'Ostria gli costa la prigionia nel campo di concentramento, dal quale riesce però a sfuggire per rifugiarsi nel ghetto. Qui cospira con gli abitanti per eliminare il malvagio dittatore. Anche il barbiere partecipa all'intrigo, per quanto sia un po' riluttante di fronte all’eroismo invocato da Schultz. Ma la cospirazione fallisce e Schultz e il barbiere sono catturati e confinati in un campo di concentramento.

Il progetto di invasione di Hynkel necessita della collaborazione dell'alleato dittatore di Bacteria, Benzino Napaloni (marcata caricatura di Benito Mussolini), che ha schierato il suo esercito ai confini dell'Ostria. Hynkel lo invita nella sua residenza dove si assisterà ad un duello tra nel tentativo di entrambi di soggiogare psicologicamente l’altro. L'epilogo della visita di stato sarà l'accordo sull’Ostria.

Il piano di Gerbitsch per la conquista prevede che Hynkel si travesta da cacciatore di anatre e spari da una barca su un lago un colpo di fucile quale segnale. Il colpo parte, l'invasione dell'Ostria è compiuta e Hanna e quanti con lei vi avevano trovato riparo si ritrovano nuovamente oppressi dagli stessi aguzzini che avevano lasciato in Tomania. Il dittatore però è caduto in acqua e, risalito a riva, senza l’uniforme militare e per la straordinaria somiglianza, viene scambiato dai suoi militari per il barbiere ebreo ed arrestato. Questi infatti era evaso dal campo di concentramento con Schultz poco tempo prima ed era pertanto ricercato.

Schultz si prodiga perché il barbiere venga ritenuto essere Hynkel affinché entrambi possano aveve salva la vita ma quando, in perfetta uniforme da condottiero, dovrà tenere il suo primo discorso davanti al popolo dell'Ostria, il barbiere ebreo lancerà al mondo e alla sua Hanna, che ne riconosce la voce, un proclama di amore, libertà, uguaglianza e solidarietà tra gli uomini che le riaccenderanno la speranza in tempi migliori.

[modifica] Altri progetti

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